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Rapporto sull'Attività Scientifica 2002 - INGV Home Page

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Sezione di Palermo Geochimica<br />

– Formulazione di un modello geochimico dello Stromboli che ci ha consentito di effettuare previsioni sulla possibilità del<br />

verificarsi dell’eruzione del novembre scorso.<br />

– Studio sperimentale sulla solubilità di gas reattivi (CO 2 e H 2 O) e gas nobili (He e Ne) in un fuso silicatico, che ha consentito<br />

la modellizzazione termodinamica del degassamento di un corpo magmatico in risalita. Rispetto allo studio di<br />

CO 2 ed al vapor d’acqua, l’effetto della presenza di elio e neon complica notevolmente il sistema termodinamico.<br />

– Studio delle variazioni geochimiche che hanno accompagnato e seguito l’eruzione dell’Etna.<br />

– Messa in opera di un sistema di monitoraggio geochimico delle emissioni sottomarine di Panarea.<br />

– Ideazione, sviluppo e sperimentazione di una sonda multiparameterica con relativa stazione di acquisizione e trasmissione<br />

dati, per il controllo in continuo di alcuni parametri chimico-fisici nelle acque.<br />

– Ideazione e sviluppo di una sonda per la misura in continuo della concentrazione dinamica di CO 2 dai suoli, corredata<br />

da una stazione di acquisizione e trasmissione dei dati.<br />

–Prosecuzione dello studio del Popocatepetl (Messico), stratovulcano andesitico (5452 m); vulcano esplosivo ad alta<br />

frequenza eruttiva. È stata effettuata una ricerca finalizzata alla caratterizzazione chimica ed isotopica delle sorgenti<br />

termali e fredde localizzate sui fianchi del vulcano. Tale ricerca è volta all’individuazione dei processi chimico-fisici di<br />

interazione gas-acqua tra i fluidi magmatici profondi e quelli superficiali.<br />

– Conclusione dello studio del Blocco di Jalisco, localizzato nella parte occidentale del Messico sulla costa pacifica, è<br />

una zona sismicamente e vulcanologicamente molto attiva. Durante questa ricerca sono state campionate e caratterizzate<br />

chimicamente ed isotopicamente le sorgenti termali dell’area. Inoltre sono stati studiati i vulcani attivi più importanti<br />

localizzati in questa area (Ceboruco e Colima).<br />

– Messa a punto di una tecnica per la preparazione e la misura del TDC nelle acque.<br />

– Consolidamento delle attività di monitoraggio in aree sismiche.<br />

2.5. Giudizio del direttore della sezione sull’attività svolta<br />

Il <strong>2002</strong>, come precedentemente segnalato, è stato certamente un anno fortemente condizionato da una serie di emergenze<br />

che hanno impegnato il personale della sezione in maniera certamente superiore rispetto alle normali condizioni<br />

lavorative. I dipendenti acquisiti all’inizio del <strong>2002</strong> hanno certamente contribuito a migliorare l’efficienza della sezione.<br />

L’impegno derivato dalle situazioni di emergenza, non ha permesso di mettere pienamente a frutto le possibilità di pubblicazione<br />

di articoli scientifici.<br />

Tengo a ribadire che i ricercatori della sezione di Palermo, per le attività di sorveglianza sono stati presenti in campagna,<br />

per il campionamento, o in laboratorio, per effettuare misure, per il 50% del loro tempo di lavoro. A questo proposito,<br />

a mio parere, l’attività di sorveglianza e monitoraggio dovrebbe essere meglio considerata ai fini della valutazione<br />

dell’attività delle sezioni e dei titoli del personale ai fini di concorsi per la progressione di carriera.<br />

Considerando questi presupposti, posso senz’altro affermare che gli obiettivi che ci eravamo preposti nel progetto esecutivo<br />

<strong>2002</strong> sono stati sostanzialmente raggiunti. Questo è confermato anche dal numero di pubblicazioni, monografie,<br />

rapporti di sorveglianza e presentazioni a congressi che è stato realizzato nonostante le emergenze. Va inoltre considerato<br />

che il personale di terzo livello acquisito nel gennaio <strong>2002</strong> è sostanzialmente dedicato al settore tecnologico,<br />

quindi non contribuisce direttamente alla produzione scientifica della sezione.<br />

2.6. Prospettive di sviluppo (ricerca e risorse)<br />

Sorveglianza vulcanica<br />

Nel <strong>2002</strong> la sezione di Palermo ha continuato l’ampliamento della rete di monitoraggio continuo attualmente operante nelle<br />

aree vulcaniche attive sorvegliate, sono state infatti realizzate installazioni di nuove stazioni acque e gas. La Sezione di Palermo<br />

intende continuare in quest’opera di potenziamento della rete di monitoraggio continuo fino ad arrivare ad una sufficiente<br />

copertura dei vulcani a maggiore rischio e di quelli attualmente non coperti. Gli interventi riguarderanno l’Etna, Vulcano,<br />

Stromboli e Vesuvio ed in misura minore Pantelleria e Ischia. Tali interventi consisteranno nell’incremento del numero di stazioni<br />

per ciascuna area di interesse e nel miglioramento della tecnologia attualmente in uso sopratutto per ciò che riguarda<br />

i sensori. Sarà inoltre migliorato, il sistema di trasmissione dei dati e la realizzazione di moduli software per immagazzinamento<br />

ed il processamento automatico dei dati (analisi di frequenza e delle correlazioni, filtraggio, analisi delle componenti<br />

residue, interferenze da parametri atmosferici) e la gestione degli allarmi e degli errori di sistema. Questo processo attualmente<br />

in atto necessiterà di alcuni anni per essere completamente realizzato e dovrà necessariamente comportare l’assunzione<br />

di personale tecnico e tecnologico per la gestione e la manutenzione di queste reti.<br />

La spinta ad operare secondo queste linee guida nasce dalle esperienze maturate sul campo nel corso degli ultimi anni.<br />

Le indagini discrete, effettuate mediante campionamenti periodici, consentono di acquisire un numero elevato di parametri<br />

geochimici ed esplorare aree di dimensioni considerevoli. Esse, pertanto, forniscono informazioni di grande qualità<br />

riguardo l’intensità di un fenomeno vulcanico e la sua evoluzione su base areale. Di contro, però, le indagini discrete<br />

non sono in grado di fornire informazioni esaustive riguardo l’evoluzione su base temporale del fenomeno vulcanico.<br />

I gas vulcanici, ad esempio, riflettono e hanno memoria delle fasi di stasi e di risalita di una colonna magmatica. È già<br />

stato osservato, che in molti casi, le variazioni di flusso e delle composizioni chimiche ed isotopiche delle diverse specie<br />

gassose sono dell’ordine di giorni o addirittura ore. Lo studio di tali variazioni temporali, l’analisi dei ritardi fra la comparsa<br />

di anomalie in punti di osservazioni differenti, può potenzialmente rappresentare un forte salto di qualità nella sorveglianza<br />

di un’area vulcanica in evoluzione. Ciò consentirebbe di formulare modelli fisico-chimici più complessi in<br />

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