Rapporto sull'Attività Scientifica 2002 - INGV Home Page
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Sezione di Catania<br />
ENEA, Casaccia, Lab. di Radiometria<br />
Università di Catania, Dip. Scienze della Terra<br />
Università di Firenze, Dip. Scienze della Terra<br />
Università “Federico II”, Napoli<br />
Università di Salerno<br />
Università di Bologna<br />
Università di Trieste<br />
Università di Granada, Spagna<br />
Università Sao Miguel, Azzorre<br />
Virginia Tech, Dept. of Geological Science, USA<br />
U.S. Geological Survey, Menlo Park, California, USA<br />
Institut für Geowissenschaft, Potsdam, Germany<br />
Montserrat Volcano Observabory, Montserrat<br />
University of Leeds, UK<br />
International Seismological Centre, UK<br />
Descrizione attività<br />
L’UF Sismologia deriva dall’accorpamento dell’UF Monitoraggio e dell’UF Sismologia, a seguito di una ristrutturazione e<br />
riorganizzazione della Sezione di Catania voluta dagli organi direttivi dell’Ente e operata alla fine del primo semestre del<br />
<strong>2002</strong>. Pertanto dal momento in cui è stata resa effettiva la nuova organizzazione (maggio <strong>2002</strong>), l’UF Sismologia ha<br />
dovuto a sua volta iniziare ad organizzare ed affrontare le numerose e variegate attività sia del monitoraggio sia della<br />
ricerca in campo sismologico. Di seguito verrà fatto riferimento principalmente alle attività svolte nel secondo semestre<br />
del <strong>2002</strong>.<br />
Le attività tecnico/scientifiche, condotte a partire dal secondo semestre del <strong>2002</strong> dall’UF Sismologia, hanno permesso<br />
di garantire:<br />
1) Attraverso il Laboratorio Tecnico-Elettronico di Sismologia, la gestione/manutenzione della Rete Sismica Permanente<br />
(RSP) dell’<strong>INGV</strong>-CT e il servizio di monitoraggio sismico delle aree di vulcanismo attivo e tettoniche della Sicilia orientale.<br />
Per poter meglio programmare e indirizzare le attività da svolgere nella gestione/manutenzione della RSP si è partiti da<br />
un’analisi della situazione ereditata dall’UF Monitoraggio.<br />
Dopo un primo attento esame sullo stato di funzionamento delle strumentazioni della RSP si è potuto notare come la<br />
maggior parte dei malfunzionamenti fossero da addebitare ai sistemi di alimentazione che in più casi risultavano sottodimensionati<br />
o danneggiati. Il risultato finale di tale situazione era che una notevole percentuale di stazioni funzionavano<br />
con discontinuità, legata soprattutto ai cicli diurni/notturni. Pertanto, l’attività del comparto tecnico, nel secondo<br />
semestre del <strong>2002</strong>, è stata quella di porre tutto il sistema di rilevamento sismico in una condizione di funzionamento<br />
quanto più possibile continuo, attraverso il ripristino dei sistemi di alimentazione e nei casi in cui tali sistemi erano carenti,<br />
si è proceduto al loro rafforzamento.<br />
Un altro fattore di particolare debolezza è stato individuato nei ponti radio, ciascuno dei quali rappresenta il punto di<br />
concentramento attraverso il quale transitano numerosi segnali provenienti dalle stazioni remote. Ovviamente, l’interruzione<br />
anche temporanea di uno di essi causa una perdita simultanea di tutti i segnali transitanti. Ciò vale soprattutto per<br />
alcuni ripetitori che presentano un numero di transiti elevato (anche > di 20), alimentati a pannelli e posti alle quote più<br />
elevate (con problemi di innevamento, etc.). Per tale motivo gli interventi più importanti sono stati rivolti ai siti di Mt. Vetore,<br />
Mt. Poverello e Mt. Pomiciaro che presentavano una sistematica tendenza alla discontinuità di funzionamento.<br />
Tutto ciò ha portato il personale tecnico impiegato ad effettuare numerose missioni per la sostituzione delle batterie e<br />
dei sistemi di controllo di carica delle stesse e in diversi casi all’aggiunta o alla sostituzione dei moduli fotovoltaici. Inoltre,<br />
il gran numero di stazioni da mantenere (circa 70) in rapporto al limitato numero di risorse umane disponibili, mediamente<br />
4 a partire dal secondo semestre del <strong>2002</strong>, ha portato a dover definire un’attività di manutenzione che privilegiasse<br />
in maniera particolare l’aspetto qualitativo e della continuità piuttosto che quello quantitativo. Di conseguenza si<br />
è proceduto per l’area Etnea a ridurre temporaneamente il numero di stazioni e a definirne un sottoinsieme (circa 30 su<br />
50) a priorità di funzionamento elevata. Sebbene sia stata operata questa riduzione numerica si è cercato di mantenere<br />
una distribuzione delle stazioni quanto più possibile omogenea, con il vantaggio che questa sottorete presentasse<br />
una continuità di funzionamento decisamente più elevata rispetto al passato. Per le altre aree (Iblei, Peloritani-Calabria<br />
e Arcipelago Eoliano) dato il minor numero di installazioni rispetto all’area Etnea si è preferito mantenerle tutte ad un elevato<br />
livello di attenzione, senza sacrificarne alcuna.<br />
Nel novembre <strong>2002</strong> si è ultimato il trasferimento dei segnali dell’ex rete IIV presso il CUAD. Con questa operazione è<br />
stata completata l’integrazione delle reti strumentali ex IIV ed ex POSEIDON, consentendo il processing on-line di tutte<br />
le stazioni sismiche gestite dall’<strong>INGV</strong>-CT e il miglioramento della capacità di analisi dello stesso sistema. È stata avviata<br />
nel contempo la procedura per il trasferimento e la trasformazione in qualità speciale delle linee telefoniche dedicate<br />
preposte al trasferimento di alcuni segnali etnei.<br />
Sempre nel corso del secondo semestre è stato migliorato il sistema di alimentazione, tramite la rete elettrica, dei ripetitori<br />
di Monte Lauro e Monte Soro. Sono stati inoltre programmati una serie di lavori necessari alla ristrutturazione della<br />
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