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rapporto sul turismo montano 2000-2006 e congiuntura 2007

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Nel 1996 Eurisko registra una prima significativa contrazione dei praticanti che scendono al 4,2% e per la<br />

prima volta nelle rilevazioni entra la pratica dello snowboard.<br />

Nel 1999 la stima di Eurisko era pari ad un 3,7% di Italiani che praticavano lo sci (discesa, fondo, scialpinismo)<br />

con un minimo di frequenza, il che equiValeva a poco meno di 1,8 milioni di Italiani, ai quali andavano aggiunti<br />

lo 0,2% di snowboarder, cioè altri 140-150.000 soggetti.<br />

Con l’anno <strong>2006</strong> lo stesso campionamento parla di un 2,4% di Italiani sopra i 14 anni che pratica le varie<br />

discipline nelle quali si suddivide lo sci ed uno 0,2% di snowboarder. Nel contempo particolari segni di<br />

stanchezza sembrano essere denunciati anche dallo sci di fondo, che in ogni caso, nel suo periodo migliore<br />

(fine anni ’80 e inizio ’90) ha coinvolto quote relativamente contenute di appassionati.<br />

Nel <strong>2007</strong>, i dati parlano di ulteriori contrazioni per lo sci (2,1% di praticanti) e di tenuta per lo snowboard.<br />

Nonostante questa contrazione di praticanti, il Trentino mostra una tenuta <strong>sul</strong>l’offerta sci per una serie di<br />

ragioni:<br />

lo sci trova nuovi estimatori con un effetto di rimpiazzo (e in qualche caso di sostituzione) tra vecchi e<br />

nuovi sciatori (in particolare provenienti dai Paesi dell’Est);<br />

chi frequenta la montagna d’inverno non lo fa solo per sciare, anche se lo sciare continua a rappresentare<br />

la principale motivazione di vacanza. Di qui la necessità per le destinazioni montane invernali di tenere<br />

conto di bisogni e di domande diversificate poste dai turisti che le frequentano;<br />

le innovazioni di processo ed organizzative <strong>sul</strong> prodotto sono state costanti (impianti, innevamento,<br />

sicurezza <strong>sul</strong>le piste, caroselli, attenzione alle esigenze del cliente ecc.) e alcune regioni e destinazioni<br />

alpine (tra le quali il Trentino e l’Alto Adige) si sono progressivamente specializzate in questa offerta a<br />

scapito di zone che non hanno saputo o potuto fare altrettanto e che hanno perso progressivamente<br />

clienti.<br />

L’andamento delle ultime stagioni invernali, in termini numerici è stato positivo con incrementi consistenti<br />

di arrivi e di presenze. Il mercato italiano è largamente preValente e, come più volte affermato, si tratta di<br />

un mercato soprattutto di prossimità: tre Regioni (Lombardia, Lazio, Emilia Romagna) coprono da sole<br />

quasi la metà del totale presenze italiane invernali in Trentino.<br />

2.3.6 Analisi <strong>congiuntura</strong>le invernale in alcuni ambiti turistici montani<br />

Di seguito sono presentati alcuni dati riferiti alla stagione invernale <strong>2006</strong>/<strong>2007</strong> di quei comprensori turistici<br />

trentini che godono di una doppia stagionalità estiva e invernale.<br />

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