Per quanto riguarda la provenienza della domanda, quasi tutte le principali destinazioni montane italiane si caratterizzano per una crescita superiore alla media della clientela straniera rispetto a quella degli Italiani nel periodo in esame, ad eccezione della provincia di Bolzano, dove invece l’incremento maggiore interessa il <strong>turismo</strong> nazionale. Nel dettaglio, in Valle d’Aosta, Lombardia e provincia di Trento gli arrivi e le presenze straniere crescono in media più del 4% all’anno, con punte del 6-7% in Valle d’Aosta. Fa eccezione il Veneto, dove l’aumento ri<strong>sul</strong>ta leggermente inferiore alla media nazionale, soprattutto in termini di arrivi (+1,5% e +2,4% all’anno). Per quanto riguarda il Piemonte, invece, l’effetto Olimpiadi spiega la forte crescita delle presenze dall’estero che registrano un incremento medio annuo del +12% tra <strong>2000</strong> e <strong>2006</strong>. Con riferimento a Bolzano, qui la crescita interessa soprattutto la clientela italiana, con aumenti medi degli arrivi e delle presenze rispettivamente del +5% e del +3%. Guardando alle destinazioni “minori”, variazioni significative della clientela straniera si riscontrano in Liguria, con un incremento del +20% medio annuo per entrambi gli indicatori, Marche (+12% e +16%) e Calabria (+9% e +13%). Flessione, invece, per il Lazio (-4,1% e -5,8% in media all’anno). Va detto, tuttavia, che tali variazioni si applicano a numeri in Valore assoluto contenuti. Per quanto riguarda la clientela italiana, una buona crescita si riscontra in Emilia Romagna e Calabria, con incrementi medi annui intorno al +5-6% sia per gli arrivi che per le presenze. In diminuzione, invece, il <strong>turismo</strong> domestico nelle Marche (-2,2% e -4,4%), nel Lazio (-2,9% e -6,1%) e in Sicilia (-0,4% e -2,4%). La distribuzione del movimento turistico per regione non subisce sostanziali variazioni tra <strong>2000</strong> e <strong>2006</strong>, con il Triveneto che anche nel <strong>2000</strong> concentrava oltre il 70% degli arrivi e più del 75% delle presenze. Inferiore alle aspettative l’impatto delle Olimpiadi in Piemonte, le cui località vedono diminuire in proporzione la loro incidenza relativa in termini di arrivi (dal 6,4% del <strong>2000</strong> al 6,0% del <strong>2006</strong>), mentre aumentare leggermente quella in termini di presenze (dal 4,2% al 5,6%). Analogamente, non vi sono significative modificazioni nella ripartizione della clientela tra Italiani e stranieri, ad eccezione di un maggiore riequilibrio in provincia di Bolzano, e ciò a testimoniare un modello di sviluppo della montagna italiana ormai maturo e consolidato. Considerando infine la stagionalità della domanda nelle località montane italiane, questa evidenzia una sostanziale stabilità nella distribuzione del movimento turistico tra <strong>2000</strong> e <strong>2006</strong> (Figg. 4 e 5). 14
Figura 4. Località montane: confronto <strong>sul</strong>l’andamento mensile degli arrivi di turisti <strong>2000</strong>-06 1.500.000 1.400.000 1.300.000 1.200.000 1.100.000 1.000.000 900.000 800.000 700.000 600.000 500.000 400.000 300.000 200.000 100.000 0 Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre <strong>2000</strong> <strong>2006</strong> Fonte: elaborazioni CISET su dati ISTAT Figura 5. Località montane: confronto <strong>sul</strong>l’andamento mensile delle presenze di turisti <strong>2000</strong>-06 11.000.000 10.000.000 9.000.000 8.000.000 7.000.000 6.000.000 5.000.000 4.000.000 3.000.000 2.000.000 1.000.000 0 Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre <strong>2000</strong> <strong>2006</strong> Fonte: elaborazioni CISET su dati ISTAT In particolare, il bimestre luglio-agosto concentra più di un terzo del movimento turistico diretto nelle località montane, seguito dal bimestre gennaio-febbraio con il 22-23%. E tale distribuzione è rimasta sostanzialmente stabile nel corso del periodo in esame (Fig. 6). 15
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