Da Roma a Cortina di Carlo Durazzo
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Il ritorno alle palle nere
Il primo fatto rilevante fu il ripristino delle votazioni a palla bianca/palla nera per la nomina dei
nuovi Soci. Come ho accennato prima, durante la presidenza di Harvey erano state pressoché
congelate le associazioni, e dunque mi trovai, giacché di tempo ne era passato fin troppo, con la
bellezza di ventisei Soci Temporanei da mettere urgentemente in votazione. Procedetti senza
indugi secondo l'antico sistema, ma dopo quasi vent'anni di astinenza dal voto, i nostri (molti di
loro per la prima volta) si comportarono come il classico branco dei lupi sul gregge di pecore. Si
contarono quell'anno, per alcuni candidati, fino a quarantasette palle nere su un centinaio di
votanti! Ed il fatto, imbarazzante per i candidati, lo era ancor più per il Circolo. Dunque,
rigirandomi quelle schede tra le mani, decisi, d'accordo con il Consiglio, di sottoporre la
questione ai Soci Fondatori, che mi avevano appena nominato, mettendo sul tavolo tre soluzioni:
la prima era di non guardare in faccia nessuno e di dare regolare esecuzione al verdetto, e ne
sarebbero passati soltanto sei.
La seconda era di interpretare generosamente a favore del candidato ogni scheda un po' dubbia,
e ne passavano una quindicina. La terza era di ripetere in qualche modo le votazioni
agganciandoci al fatto che un paio di buste non erano proprio perfettamente "originali".
Considerando il luogo perfettamente baricentrico, proposi la riunione per l'una di un giorno
feriale al "Pappagallo in Brodo" di Bologna, dove, un po' perché eccitati dalla novità
dell'argomento e un po' dal cotechino, vennero quasi tutti, anche i più anziani e sedentari.
Fu una riunione infernale, che terminò a mezzanotte con un comune, diffuso, mal di testa e con
la scelta dell'opzione numero tre. A questa scelta si aggiunse però una finezza: io dovevo infatti
contattare personalmente i presentatori e, senza sbottonarmi troppo, suggerire a ciascuno il ritiro
o la ripresentazione dei loro rispettivi candidati, e poi dovevo anche scrivere una lettera ai Soci
spiegando loro sostanzialmente che così non si fa.
Nonostante le premesse, che qui ho sintetizzato, ma che in realtà erano molto più controverse e
approssimative, l'operazione andò in porto, e tutto sommato anche abbastanza bene, infatti fece
solo tre vittime: due signore ritirate per eccesso di prudenza, o forse per orgoglio, e un terzo
candidato che, per dichiarato e religioso rispetto delle regole da parte dei suoi presentatori,
venne caparbiamente ripresentato, prendendosi così una seconda e irrimediabile scarica di palle
nere. Alcuni anni più tardi seppi, confidenzialmente, che fra queste c'era anche quella di uno dei
suoi due presentatori!
Dopo questo trauma iniziale (che ancor oggi si trascina per quanto riguarda le due signore) il 18
si avviava felicemente alla normalità, anzi le cose andavano di bene in meglio. E dicendo di
bene in meglio intendo dire che da lì in avanti le presentazioni dei nuovi soci avvenivano con la
dovuta osservanza del "profilo" del Circolo e che, di conseguenza, non registrammo mai più
alcuna bocciatura.
La "Coppa Sci 18"
Al fine di dare incremento all' immagine sportiva che ci sforzavamo di imporre e anche di "far
cassa" con le sponsorizzazioni (i costi fissi per la gestione si erano allargati e consolidati)
organizzavamo a Cortina un circuito di gare di grande impatto e di grande genuino successo. Si
chiamava "Coppa Sci 18". Sono state delle gran belle manifestazioni, con più di trecento iscritti
e ventitré categorie per volta, e con una grande ed eterogenea partecipazione di concorrenti, di
Cortina e di tutto il Triveneto.