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Da Roma a Cortina di Carlo Durazzo

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un vantaggio ancora più consistente e malgrado una caduta riuscì a completare il percorso di

3,5 km, che comprendeva una dirittura d’arrivo pianeggiante di 200 m., a una velocità media di

70 km all'ora. Fanchamps che non voleva rimanere dietro a Francioli scese ancora più forte nel

canalino, ma non faceva i conti con un vero trampolino naturale sornione che non si poteva

vedere; riapparve, dopo una piroetta, senza sci ne bastoni. Anche se perse persino la memoria

nella sua caduta, conservò tutto il suo coraggio, attraversando tutta la dirittura su un solo sci.

Fece una fine di percorso splendida, spinto dallo spirito che bisognava terminare la gara a tutti

i costi per la squadra. Dopo questa avventura più nessuno esitò sulla strada da seguire e

saggiamente ognuno prese prudentemente la pista.

Nel campo italiano, il simpatico Rasi, uno dei favoriti, fu il migliore seguito da vicino da

Babini. Benché il SAS conquistasse i due primi posti, la vittoria toccò agli italiani più compatti.

Lo Slalom

Lo slalom si disputò l'indomani. Picchettato da Leo Gasperl che utilizzò al massimo qualche

chiazza di neve persa nei prati quasi in fiore. All’inizio tre o quattro porte strette, difficili, su

un pendio ripido dove la neve offriva poca resistenza all’attacco degli sci, seguito da un

passaggio di traverso che conduceva ad alcune porte facili ma molto rapide; poi una curva

stretta e una verticale tagliavano bruscamente la velocità; dopo, di nuovo due porte facili e per

terminare qualche curva brusca e ravvicinata su neve dura. Tre italiani partivano fra i primi,

tra cui Telfner, molto brillante e sicuro. Poi Kaech fece una brutta partenza. Dopo Francioli

che fece il miglior tempo nelle due prove, anche se ci dette una bell’emozione nella seconda.

Fanchamps si rifece magnificamente dalla sua discesa facendo due percorsi regolari.

Gallati, come Fanchamps, doveva rischiare il tutto per tutto a causa del suo cattivo risultato in

discesa. Lo capì molto bene, forzando al massimo fra i picchetti. Dovette risalire una prima

volta, ma la seconda volta preferì rinunciare. Lo slalom ci ravvicina molto agli italiani. Difatti,

salvo errore, se ognuno di noi avesse impiegato un secondo in meno sul totale delle due prove,

saremmo giunti ex aequo.

La colazione che coronò l'incontro fu delle più gaie, lo champagne colò a fiumi rallegrando

tutti anche i perdenti. Alla distribuzione dei premi gli italiani ricevettero una medaglia souvenir

con lettere d'oro SC18/SAS che scambiarono subito con le nostre a lettere d'argento.

Si scambiarono anche i distintivi delle maglie e, colmo di gentilezza, gli italiani ci offrirono una

coppa che avevano vinto. Saremo rimasti molto imbarazzati se Kaech, in un discorso

improvvisato in francese, non avesse trovato le parole e gli accenti giusti che convenivano a

questa situazione e marcarono l'ora della separazione».

La nostra squadra era composta da: Mario Rasi, Giuliano Babini, Harvey Telfner, Federico

Pariani, Pietro Bovio, Carletto Travaglio, Carlo Manca, Adriano Guarnieri. I risultati che

abbiamo potuto ricostruire furono i seguenti: in discesa l° Francioli SAS, 2° Kaech SAS, 3°

Mario Rasi, 4° Giuliano Babini, 5° Harvey Telfner, 7° Federico Pariani; in slalom l° Francioli

SAS, 2° Harvey Telfner, 3°Fanchamps SAS, 4°Mario Rasi, 7° Federico Pariani. Vince

l’incontro lo SC 18.

E’ importante constatare come fin dai primi incontri lo spirito di squadra è forte, si cade, ci si fa

male, ma si deve a tutti i costi arrivare. Si consolida così fra i partecipanti una grande amicizia e

un grande rispetto che si ricorderà tutta la vita. Interessante notare che le discese di allora e fino

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