Da Roma a Cortina di Carlo Durazzo
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Campionati Europei Juniores del 28.2.63 Maribor, Jugoslavia
Riporta La Gazzetta dello Sport:
“A Maribor in Jugoslavia la squadra italiana, composta da Enrico Senoner, Franco Arrigoni,
Bruno Maccari, Gerard Mussner, Gian Andrea Gregorini e Franco Vidi. Gregorini è quinto in
slalom dopo essere stato in testa nella prima manche. La vittoria è andata ai francesi con Jean
Claude Killy”.
Ero il beniamino dell’allenatore Hermann Nogler. Noi con sci Kästle non avevamo capito che i
francesi stavano cambiando modo di sciare e avevano già gli Allais 60 di metallo della
Rossignol.
Era l’epoca di Perillat, Duvillard e Vuarnet, mentre Killy era ancora Junior. Comunque in
agosto ho sciato con Duvillard mentre prima avevo Interseer.
Come sono entrato al 18
Il mio presentatore è stato Nicolò, avevo 18 anni. Rolly (Marchi) c’è rimasto male ma i miei
amici erano al 18.
Nicolò veniva dietro le mie code, facevamo mille curve e se c’erano dei buchi li saltavamo.
Quando c’era da andar dritto, tutti dietro a Nicola e i dossi ci facevano stare più in aria che in
terra.
Nicolò gestiva la squadra e si basava su Nicola, Daniele, Gian Andrea e Roberto (Morelli)
Il mio maglione.
Il maglione con la “T” non l’ho mai avuto perché Nicolò, mio presentatore, me ne ha dato uno
vecchio, il distintivo ha i ricami d’oro zecchino. Nicolò mi ha detto: non darlo mai a nessuno,
sarai uno dei Diciotto, con questo maglione (non mi ha detto di chi era), rimane un suo segreto,
o forse non se lo ricorda, è vago come me. I Gandini ogni tanto, l’hanno usato, ma sono sempre
riuscito a recuperarlo. Una volta ero con “una” (non la figlia di Luigino che non era ancora
nata) che lascio in camera per andare a sciare, volevo sciare solo, infatti ho i miei momenti di
estasi vaga, come mi ha sempre rimproverato Zeno. Alla tipa, che era una stanga, il maglione
andava bene, va a sciare e incontra sui Tondi quelli del 18, Nicolò compreso. Vedono una col
maglione. Ero temporaneo, col maglione scudetto oro zecchino, volevano mandarmi “ai
probiviri”, non potevano perché ero temporaneo, volevano mandarmi via e basta, Nicolò ha
sistemato tutto.
Nicolò però faceva mille cose, un giorno è tornato con un buco nella pancia perché una murena
lo aveva morso, un’altra volta è arrivato con la pancia piena di pallini di fucile, altre volte
doveva andare in vela (Tempest) poi se doveva magnar al Tulà da Alfredo, una la pensava e
l’altra la inventava e noi della squadra a divertirci. Le gare erano solo quelle universitarie e
nazionali, era il 18 scanzonato come lo era ai tempi precedenti e dietro a noi non c’erano
bocia.