1) Giuseppe Sabelli Fioretti, Farinosa, centimetri sessanta, Editoriale Olimpia, Firenze, 1942, pp. 118-119.2) Sci Accademico Svizzero3) La votazione era secca 5 palle nere bastavano a eliminare il socio temporaneo. Dopo un periodo dove si entravasenza votazione (1972/1982 ) essa viene ripristinata oggi una palla nera elimina 6 bianche.4) Giuseppe Sabelli Fioretti, Farinosa, cm 60, Editoriale Olimpia, Firenze 19425) Capo delle corse6) Giovanni Albertini partecipò a una prima ricerca subito dopo la tragedia nel 1928 (a bordo della nave Città di Miano)poi tornò l'anno successivo (1929) per cercare tracce degli scomparsi7) Corriere della Sera, Gaetano Afeltra.8) Mondadori 19999) Fosco Maraini, Segreto Tibet, Corbaccio, Milano, 1998, p.1110 Ibid., p.39.010) Ibid., p. 59.11) Il mito, per gli esterni del club, è stato che chi non era capace di scendere per la 18 non diventava socio. L’aprivamoogni anno per Natale, l’ho fatta per la prima volta con Sandrino Menardi (Carlo Durazzo)12) Rudi Matt se lo ricordava ancora nel 1970 quando lo incontrai a St Anton (Carlo Durazzo)13) Trattasi di aerei monomotori leggeri, da turismo, sia privati, sia in uso alla scuola di pilotaggio dell’aereo club.14) Pubblicato nel 1962.15) Longues Lanières per chi non lo sapesse, usate fino a tutti gli anni 60, erano due strisce di cuoio con le quali silegava la scarpa allo sci che in questo modo non poteva assolutamente sganciarsi come oggi. Quando si cadeva,bisognava stare molto attenti perché gli sci rimanevano attaccati alle scarpe. Non parliamo delle storte alle cavigliee delle distorsioni alle ginocchia che rappresentavano la routine, quando non ci si rompeva la gamba! Ci fu un"miglioramento" quando Marker invento il famoso " formaggino" che rimpiazzò le ganasce fisse. Questo aggeggioteneva la punta della scarpa e poteva ruotare in caso di caduta, ma gli sci rimanevano comunque attaccati alle scarpe.16) Si correva dopo il Rally del Sestriere, in marzo quando tutti i più famosi corridori automobilisti con le loro macchinevi si trovavano, e correvano ognuno con due sciatori. Il guidatore doveva fare anche lui una discesa, la più facile.Le funivie giravano senza soste. Il primo premio era una topolino.17) La Pista di discesa delle Olimpiadi del 1948. Dove cadde rovinosamente Zeno Colò grande favorito.18) Probabilmente attorno al 1948, non abbiamo notizia in quel epoca di un incontro con il SAS forse era un Concorsodel SAS. La storia è tipicamente cortinese e di quell'epoca. In Faloria, sul Druscié B ed in Tofana bisognava staremolto attenti, quando si correva la Coppa Cortina, perché c'erano tagli dei cortinesi dappertutto.19) Avevo fatto le mie scuole in collegi svizzeri dove se non altro mi hanno insegnato a sciare e dove avevo gareggiatofin da 15 anni come juniores prima a St. Moritz poi nel Vallese.20) Allora un tesserato FISI poteva partecipare a qualsiasi gara, anche fuori Comitato21) E rientrato socio sotto la Presidenza di Nicolò Donà nel 197922)23) Gioco molto pesante di muratori difficile e imbarazzante da spiegare24) Sandrino dice che Antonio è troppo buono lui arrivò secondo a qualche decimo.25) Modesto non è vero ma aveva la curva a destra (mi pare) difficile26) Pubblicata su SCI nel 2001.27) Si passa rapidamente da 100 soci negli anni 70 a 250 negli anni 80.28) Era stato il cuoco della famosa pattuglia “Sci Veloce” composta da Zeno Colò, Gino ed Albino Alverà, Gartner,Roberto Lacedelli, Herman Nogler, Vittorio Chierroni, Rolando Zanni. Di stanza, durante la guerra a Cervinia. Nonsapeva sciare, imparò di notte rifacendo gli slalom della pattuglia al chiaro di luna! (me lo raccontò Rolando Zanni).Poi la pattuglia “emigrò” l’8 settembre in Svizzera dove fece gare sotto falso nome, Zeno veniva iscritto come
“blitz”. Battevano i migliori Svizzeri. Erano sponsorizzati dal padre di un nostro socio Edy Valdameri che miraccontò parte di questa storia (Carlo Durazzo).29) La posizione antistorica delle vecchie glorie era di dire “chi ci ama viene con noi, non dobbiamo andare a cercarliné tantomeno formarli”.( Carlo Durazzo).30) Le staccionate si trovavano al finale della pista del Faloria, posizionate a metà strada fra Malga Lareto e l’attualeseggiovia di Staunies, erano una struttura in legno attaccata alla roccia, costruita per immettersi sullo Shuss perattraversare il torrente ed arrivare sui piani del Faloria che scendono a Cortina lungo la statale.
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