Da Roma a Cortina di Carlo Durazzo
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In Consiglio direttivo
Entrato in Consiglio con Nicola Gandini, cercammo di capire come reclutare altri giovani atleti,
perché i nostri diciottini, sebbene bravissimi per le ‘nostre’ gare, non erano pronti a dei livelli
semi professionistici.
Cercammo allora al di fuori della nostra compagine sociale ma, oltre a non trovare granché, fu
anche un insuccesso come ‘traino’ per i più giovani.
D’altronde lo sci di questi ultimi anni era molto diverso da quello dei soci fondatori dello SC 18,
sicuramente più goliardico e divertente.
Il livello molto alto impone una preparazione ed una dedizione agonistica quasi totale, che molto
difficilmente si può coniugare con la tipica educazione, anche scolastica, dei figli dei nostri soci
o amici.
Come fatale conseguenza, ci siamo ritrovati con un abisso, quasi incolmabile, tra la normale
attività sportiva dei nostri ragazzi, e il mondo delle gare universitarie.
ATTIVITA SPORTIVA E INCONTRI SC18 –SAS dal 2000 al 2011
Breve storia di questi ultimi anni e politica di sviluppo
Dopo la grande squadra universitaria dell’inizio degli anni 90 fino al 95, che era composta da
Amedeo Reale ed Emanuele Reale, Morelli, i due fratelli Marzola, Pivato, Volo e aveva ottimi
rincalzi in Filippo Gandini, Gaetano Rebecchini, Scrocco, Bertagni, Carletto d’Amelio ed altri.
C’è stato un buco quando quasi tutti questi ragazzi si sono ritirati dall’agonismo impegnativo
per motivi di lavoro avendo finito l’università.
Nicola Gandini allora presidente decise di cambiare politica e di promuovere una nuova squadra
a partire da giovanissimi dai 12 anni in su, nell’intento di ricreare una squadra che potesse avere
le caratteristiche di coesione e di attaccamento allo SCI Club che la politica di “acquisto” di già
ottimi universitari praticata negli anni prima non aveva soddisfatto a pieno.
Così si iniziò dal 96 in poi ad allenare giovanissimi. I primi anni non furono molto
soddisfacenti, mancava un bravo allenatore carismatico e mancava soprattutto un diciottino che
si dedicasse alla difficile organizzazione della squadra, che richiede una dedizione quasi
giornaliera durante la stagione invernale.