Da Roma a Cortina di Carlo Durazzo
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dove sa che non può assolutamente più frenare ne cambiare direzione, ed il bosco si avvicina
paurosamente ! Decide di buttarsi, la caduta è rovinosa, una "vasca" di una ventina di metri,
ma gambe, sci e Furio sono sani e salvi ! Un grande applauso fa dimenticare i brividi...
A Furio i brividi verranno dopo, a ripensarci»
Nota di Carlo Durazzo: all’indomani mattina a colazione si era già sparsa la notizia della salita
notturna di 4° grado di Beti sul balcone della Dama delle sue brame ed anche del risultato
negativo, dunque Beti aveva bisogno di un’azione eclatante di riscatto per riacquistare prestigio.
Agnò no sosto tomà. racconto di Carlo Durazzo
«Incontro con il SAS e Concorso del SAS a Gstaad marzo 1954. Tutta la squadra era presente :
i veci Sandro e Beti Menardi, Dino Zamboni, Nanni Serralunga, Romano Rimoldi, Mario
Franchetti, Mucky Windischgraetz ed i bocia ancora temporanei : Antonio Bertolaja, Sandro
Muzzi ed io. L'accompagnamento femminile era anche molto impressionante Doris Pignatelli
con una sua bellissima amica cilena Marie Sol Edwards, Afdera Franchetti, Tatia Franchetti,
Alberica Attolico Trivulzio, Domietta Ercolani del Drago e altre bellissime che sfortunatamente
non ricordo più. Eravamo tutti goliardicamente scatenati e l’albergatore svizzero non sapeva
più cosa fare per calmarci ma anche parecchi svizzeri ci davano man forte soprattutto attirati
dal gruppo femminile ... Si fece il Nelson 2 a tutte le donne, lo specialista era Sandrino Menardi,
il nostro miglior sciatore, che era anche il miglior sciolinatore per nostra sfortuna, difatti la
mattina della gara di discesa dell’incontro era nevicato abbondantemente, all’epoca non si
preparavano le piste, non c'erano Ratrak, così dovevamo partire nelle tracce di chi aveva
aperto, dalla cima del Weissfluhjoch un susseguirsi di Schuss tremendi, gli sci filavano come
diavoli, quasi impossibile stargli dietro, appena una spatola toccava la neve fuori pista era un
salto in neve fresca. Per mia fortuna sono saltato fuori quasi subito ed ho potuto assistere ai
tonfi di quasi tutti gli altri, memorabili quelli d’Antonio Bertolaja e Vittorio Camerana (che
correva con noi). Al traguardo vedo a terra Romano che agitava la testona piena di neve
completamente nel pallone, Beti si fa vicino e Romano gli chiede “Sosto toma” ?( Sei cascato?)
Egli risponde “ No”, allora Romano incredulo e scioccato gli dice “ Agnò no sosto tomà”
(Dove non sei caduto ?) Era una perfetta definizione filosofica di come era andata la gara. Il
povero Antonio fu messo a letto al buio perché aveva una leggera commozione cerebrale, tutti
entravano in camera sua chiedendogli l’ora, ad un certo punto si arrabbia e dice "So benissimo
che quando si ha una commozione cerebrale non ci si ricorda dell’ora, mi avete stufato, ma
l’ora non la so».
Lo stesso anno si confermano al Campionati Italiani Universitari di Cortina fra i primi Sandro
Muzzi 4° e Dante Bini 5° in gigante dietro ad Eugenio, Sandrino, e Beti. L'anno seguente
Antonio Bertolaja si conferma 2° alla discesa del Derby dei Cittadini e primo alla discesa del
Derby dei Cittadini del Bondone con secondo Sandrino Muzzi, in slalom vince Dino Zamboni,
6°Sandrino Muzzi.
Una conferma (racconto di Carlo Durazzo)
«Derby dei Cittadini 1955. Dino Zamboni e io partiti fra i primi arriviamo maluccio, ma partiva
per ultimo Antonio Bertolaja nostro nuovo temporaneo da me sostenuto a spada tratta contro il
parere di molti e anche di Dino che pretendevano non sapesse sciare. Finita la nostra gara