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Da Roma a Cortina di Carlo Durazzo

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«Per ricordare i bei tempi, qualche anno fa, passati cinquant'anni, Dante Bini ha mandato una

“convocazione”, a mia insaputa a tutti i vecchi soci a firma Cesira. Lo spirito non si era

spento.

Ricordo le giornate passate nella mansarda di Piazza Sant’ Ambrogio a Milano che mettevo a

disposizione degli atleti convocati per le gare, coccolati e accuditi da mia moglie che si

preoccupava anche di rifocillarli. Unica regola imposta: “niente donne nella mansarda”....

Anche se spesso c'era chi trasgrediva. Sandrino Menardi una notte decise di ignorare la

regola: quatto, quatto, salendo a passettini le scale, mentre dormivamo, nell'appartamento

sottostante.... La signora Colombo, conoscendo il soggetto, aveva sostituito la chiave della

porta della mansarda, “per smascherarlo”, così infatti fu. Sandrino Menardi, infilata la chiave,

si accorse che non poteva entrare e tra imprecazione e scongiuri si fece dare la chiave

“giusta” dalla signora Colombo che nel frattempo si era affacciata alla porta.... Smascherato il

monello, gli concesse di accedere alla mansarda in compagnia».

Un racconto di "Cesira". Torri dei Sestriere (1950)

«La squadra del 18 era ospite del’ hotel. La moglie di Giovanni Nasi aveva chiesto di non fare

troppo rumore durante la notte. Così non fu perché ovviamente l'euforia era alle stelle. Uscì

una signora da una camera, imprecando contro chi faceva chiasso e i responsabili tra cui anche

Lanfranco Colombo imprecarono a loro volta contro ipotetici stranieri che si stavano

scatenando, provocando grave disagio anche a loro che invano cercavano di riposare. In

quella occasione o qualche anno dopo rimase famoso lo scherzo di Sandrino Menardi che,

facendo finta d’essere sonnambulo, si aggirava di notte in pigiama lungo le rampe dello stesso

albergo con tutti dietro a dire di far silenzio perché se si svegliava rischiava di cascare di sotto.

Il giorno dopo c'era la gara. Il marchese Emilio Pucci (direttore della stazione), PR di

Giovanni Nasi, allora sindaco di Sestriere, partecipò a questa gara, e fu accusato (senza però

prove) di aver truccato i risultati perché aveva battuto quasi tutti i migliori diciottini (gli era

stato detto che se non faceva un buon risultato non sarebbe entrato al 18). Pucci era stato

presentato da Gianni Agnelli già socio, ma per questo motivo, la sua candidatura fu ritirata, il

che comportò le dimissioni di Gianni Agnelli. 22 ».

Incontro SAS/18 sull'Etna nel 1949

Lanfranco Colombo ricorda: “Il viaggio per la Sicilia fu organizzato in aereo per entrambe le

squadre. Atterrammo a Catania e in quell’occasione conobbi Fosco Maraini diventando ottimi

amici: ci accomunava la passione per la fotografia. Dopo lo slalom il 18 perdeva dal SAS per

uno o due punti e in libera doveva partire Giorgio Franchetti. Cercai di incitarlo a fare del suo

meglio per superare il SAS. A pochi metri dall'arrivo però, per una distrazione Franchetti uscì

dalla pista e atterrò su un cactus. Con Maraini, alla sera, ci facemmo prestare delle pinzette e

ci occupammo dell'estrazione delicata delle spine. Io le toglievo ma Fosco le infilzava di nuovo,

tra gli ahi ahi di Franchetti!”.

Questa versione è smentita da Giorgio, da Fosco e anche Sambuy ricorda che la caduta di

Giorgio fu una spettacolare “pelle di leone” in prossimità del traguardo. Questa è una delle

storie che fanno parte del “mito” dei 18.

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