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Da Roma a Cortina di Carlo Durazzo

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Capitolo II

Il secondo periodo dal 1945 al 1960.

Subito dopo la guerra, i diciottini danno il loro contributo alla ricostruzione della FISI. Nel

1945 Vincenzo La Porta è nominato Commissario Straordinario per il Centro Sud, in Alta Italia

era Commissario Luigi Flumiani, nell’attesa di convocare l'assemblea per la sua ricostruzione

postbellica. Nel 1946 è nominato Presidente della Fisi Giovanni Nasi, che rimane fino

all'elezione di Oneglio nel 1949. E’ anche Vice Presidente per il Centro Sud, Bibi Menzocchi.

Gli incontri con il SAS del dopoguerra fino agli anni 60 furono annuali, sono stati 14, si saltò

solo l'anno 1948. Il SAS li vinse tutti salvo il 12° nel 51 a Cortina dove furono invitati anche il

Racing Club di Parigi che aveva nei due fratelli Mussat dei fortissimi sciatori (vinsero molti

Derby dei Cittadini) e l'università di Innsbruck. Il 18 batte’ tutti; furono primi Romano Rimoldi

in discesa, Dino Zamboni in slalom, Sandrino Menardi in Slalom Gigante e Furio Nordio in

combinata. Fu anche vinto il 14° a Sestriere nel 1953.

La Squadra

Troviamo impegnati nell’attività agonistica fino al 1953: Mario e Giorgio Franchetti, Giuliano

Babini (fino al 1947), Dori Albertini, i due fratelli Bona ( fino al 46/47). Entrano in squadra:

Dino Zamboni, Gianfranco Saligari, Nanni Serralunga, Ugo Pompanin (fíno al 49), Eugenio

Monti (fino al 53), Romano Rimoldi, i fratelli Sandro e Beti Menardi(48 e 49), Furio Nordio

(49), Paolino Asta, Enrico Ancilotto. Entrano in squadra nel 53 Carlo Durazzo, nel 54/55 Dante

Bini, Sandro Muzzi e Antonio Bertolaja. Nel 57, Giorgio Marchelli, Nicolò e Luigino Donà

dalle Rose, nel 58 Ascanio Menardi.

Il migliore in assoluto è ovviamente Eugenio Monti, azzurro, Campione Italiano Assoluto di

slalom e slalom gigante nel 1950. Vincitore di gare internazionali a Chamonix, Crans Montana,

Cortina. Campione universitario in discesa e slalom nel 48 a Cortina. E' l’erede designato del

grande Zeno Colò, ma nel dicembre del 1953, in allenamento con la squadra azzurra al Sestriere,

all’inizio della Banchetta cade dietro ad Illio Colli, si rompe i legamenti crociati delle due

ginocchia, è ingessato e torna a Cortina. Racconta Carlo Durazzo: «Lo incontrai prima di

Natale, che ancora ingessato, saltellava per strada, mi disse che continuava ad allenarsi. Ogni

mattina percorreva i binari del trenino saltando da una traversa all’altra! Gli dissi che così

sarebbe stato difficile che i legamenti si rimettessero a posto...» Sfortunatamente Carlo aveva

ragione non si rimisero mai a posto. Quando sciava gli "uscivano" le rotule, se le rimetteva a

posto con una botta laterale. Comunque, anche così menomato è ancora in grado di vincere un

campionato italiano universitario nel 1954 in slalom gigante.

E' stato un grande atleta, nato per fare gare di velocità. Sentiva con tensione le gare. Carlo

Durazzo ricorda che alle partenze bisognava tenerlo se no anticipava e buttava giù il cancelletto.

Lo ricorda anche in macchina con una vecchia Osca all’autodromo di Roma Vallelunga dove

vinse, ma non aveva i soldi per la benzina per tornare, e allora attaccava la sua macchina con

una corda a quella degli amici che lo trainavano fino a Cortina...

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