Da Roma a Cortina di Carlo Durazzo
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La concessione della licenza andava ovviamente per le lunghe, un paio di soci ritirarono anche il
saldo del loro "finanziamento", ma i più lo lasciarono a disposizione per rinnovare l'opzione o
per affrontare altri eventuali oneri. Di fatto la "pratica" mi era rimasta in carico anche senza
carica e quando ripresi la presidenza, tenuto conto dello stato di necessità che si andava creando,
vi ero tornato sopra con ogni l'attenzione possibile.
Il preliminare di Malga Lareto
Nelle more di questo programma, correvano le vacanze di Natale del '94, ed ero appena giunto a
Cortina, Harvey mi disse di aver sentito da Gianfranco Selvatico che forse era in vendita Malga
Lareto.
Malga Lareto, un posto ideale, era "forse" in vendita da anni, ma nella pratica non lo era mai
stata, dunque anche quella volta rimasi un po' scettico; e tuttavia, per non lasciar nulla di
intentato, chiesi al Fileno di fissarmi un appuntamento per quello stesso pomeriggio col
proprietario Giorgio Alverà, detto "Gonio", che fra l'altro conoscevo bene.
Ci trovavamo in quel momento a Staulin, e Zeno Soave, che era anche lui lì a colazione, si offrì
di accompagnarmi. Andammo dunque insieme alla benzinaia di Alverà e in poco meno di un'
ora riuscimmo a mettere giù quattro appunti di intesa con le nostre firme sotto. Avevamo così,
sic et simpliciter, sottoscritto un'opzione d'acquisto della durata di tre mesi, per il prezzo di un
miliardo e mezzo, e senza sborsare una lira!
Era il 30 dicembre del 1994, e tra me e Zeno si disse scherzando (ma neanche tanto): se poi il 18
non la vuole ce la compriamo noi!
La sottoscrizione
C'erano 90 giorni di tempo, per non perdere l'affare e per fortuna, grazie alla precedente
programmazione della soluzione Vietti, era già stato ampiamente discusso e approvato dai Soci
Fondatori lo schema portante dell'operazione. Si trattava dunque di renderlo in chiaro, di
raccogliere le adesioni... e i relativi milioni. In sostanza un gioco da ragazzi.
Però, in realtà, non è stato proprio un gioco da ragazzi, perché appena si intravide che la cosa era
seria e fattibile, scattarono in azione i super-scettici, i quali, scommettendo che mai avremmo
raccolto il capitale fra di noi, fecero perdere tempo e ottimismo prospettando soluzioni
alternative, e più tardi anche i super-bravi, i quali sostenevano che un'operazione del genere, per
potersi chiudere con successo, non poteva certo gestirsi con i miei semplici metodi e mezzi. Ed
entrambi non sono stati di grande aiuto.
Ecco, lo dico qui senza modestia, credo che il grosso merito sia stato quello di aver predisposto
l'operazione con largo anticipo, di averci creduto, di non essermi cincischiato, e di aver messo in
atto tutto senza perdere un minuto, con il risultato che ogni cosa andò in porto nei tempi giusti e
ancor meglio di quanto previsto. E chi in quel tempo ha seguito la vicenda sa bene quanti, e
quanto svariati, fossero gli aspetti da considerare.
L'inaugurazione
Il 29 marzo del 95 versammo la prima tranche di pagamento e il 26 gennaio dell'anno successivo
l'operazione era del tutto perfezionata.