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Da Roma a Cortina di Carlo Durazzo

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Furio Nordio ricorda Mario

« "Oh what a lucky man he was"... Si potrebbe cantare per te, fratello lontano, cosi staccato

dalle vicende quotidiane, che stento a capire, in che modo io possa accogliere il tuo ultimo

pensiero. Forse con l'acquisizione della saggezza, di una serenità che ancora non conosco, e

che ora potrò ereditare da te. A che può servire un funerale? ... lo sono con te, ero con te

Mario, sarò con te domani; degli altri, che, mesti hanno seguito la tua bara non mi importa; del

resto, di te avevano capito poco, forse più degli altri Filippo, che da quel boia che è, e per la

sua attitudine all'ozio, ti era stato più vicino. Da lui forse avevi acquistato l’amore per il mare,

che ci era comune. Io ti rivedo camminare snello innanzi a me, in Sardegna; di spalle, bello,

alto, bruno ed elastico come soltanto i grandi atleti sanno muoversi istintivamente. Ti sia dolce

lo spazio assoluto, e tenera la luce, mio caro, adorato capitano, dal cuore tante generoso,

dall’animo sereno e sempre saggio, pacato, caro Mario, eterno, indimenticabile ».

Filippo Rusca ricorda Mario

«Forse Mario ha conosciuto la vela con me nonostante avesse avuto una precedente

esperienza nel Maine con il cognato Milliken.

Il battesimo ufficiale fu l'imbarco su Ea in una Rapallo-Capraia e disalberammo dopo poche

ore. Come inizio non fu affatto male.

Ciò nonostante si appassionò e dopo altre esperienze, per la verità non molte, gli venne l'idea

eroica del "solitario" che, personalmente, mi lasciava piuttosto dubbioso in quanto vedevo che

la sua innata distrazione gli metteva sovente a rischio la "capoccia".

Quindi grande amicizia con Sciarelli e barca in cantiere. Una settimana prima dell'incidente ,

ero stato con Mario ad Anzio, prima del varo della sua bella barca: lo trovai, lui di solito molto

segreto , confidenziale e loquace. Mi raccontò le gioie degli ultimi anni e mi confidò l'ansia per

l'avventura in cui si era buttato.

Doveva portare la barca a Southampton. "Mi imbarco con te a Finale Ligure e ti accompagno

fino a Gibilterra" - gli proposi e accettò.

La settimana dopo con la mia Renault in direzione Francia uscì di strada proprio a Finale.

Cercava di vedere il porto ?

Molti anni dopo lo sognai che entrava in un alberghetto svizzero, dove si era tutti noi in

movimento con gli sci : "anche tu qui"- mi disse porgendomi la mano e con un sorriso volpino e

di burla sparì lasciando la sensazione della stretta.

Penso che Mario Franchetti resterà con noi per sempre nel ricordo di una sua straordinaria

unicità. »

Giorgio Franchetti

Gran fegato e poca tecnica si buttava giù dritto e spesso cascava. Di grande cultura artistica e

gusto segue la tradizione Franchetti ( Cà d'Oro) ed è un importante collezionista di arte

contemporanea.

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