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Da Roma a Cortina di Carlo Durazzo

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Racconta di come suo padre Carlo avesse comprato nel 35 una Citroën con cingoli posteriori per

andare da Pocol al passo Falzarego e al rifugio Duca d'Aosta sotto le Tofane, allora

irraggiungibili da mezzi di risalita. L’idea era di collegare Cortina con la Val Gardena ( dove

era proprietario del Castello). Con Francesco Colonna fece la gita in sci fino alla Val Gardena.

Suo padre Carlo entrò nel 18 allora dopo aver vinto una gara a Cortina sul Rumerlo.

Racconta come la famosa pista della SCI18 in Faloria fu aperta per la prima volta quando si

inaugurò la Funivia del Faloria nel 39. L'exploit fu fatto da Mario, lui e Melero (un famoso

sciatore di Cortina che fu anche campione italiano). 11

Racconta anche come le famose 5 palle nere «secche» per l’ammissione di un nuovo socio

furono instaurate subito dopo la guerra quando erano entrati uno o due nuovi soci non graditi a

tutti.

Fernando Menzocchi detto Bibi

Come sciatore forse non è stato dei migliori, ma del 18 è stato senza dubbio l’anima. L’ha

inventato, raggruppando i suoi amici della SUCAI Roma. Ne ha scritto il primo statuto, l’ha

ricostruito dopo la guerra, ne è stato il presidente due volte (dal 1944 al 1945 e di nuovo nel

1959, vice presidente dal 1946 al 1958). Era un grande organizzatore e un perfetto diplomatico

che sapeva sempre trovare una soluzione quando, attorno a un tavolo, si formavano opinioni

opposte. Analizzava sempre tutto scrupolosamente e studiava gli slalom degli austriaci (allora

già indubbiamente i migliori).

Sabelli Fioretti lo ricorda come tracciatore ai Littoriali di Madonna di Campiglio nel 1938.

Curiosando fra gli sci degli avversari fu tra i primi ad accorgersi delle prime lamine di che Gutzi

Lantshner montò nel 1930 ai Campionati Mondiali Universitari di Davos. Fu lui che convocò la

squadra a St Anton per il primo allenamento collegiale del club sotto la guida di un famoso

allenatore Rudi Matt 12 . Si meravigliava sempre che la sua creatura, il 18, fosse rimasta ancora

viva dopo tanto tempo e dopo tanti cambiamenti nello sci. Il segreto era che si era perpetrato lo

spirito di squadra attraverso tre generazioni e che le nuove reclute venivano sempre scelte dalla

squadra già formata. Difatti per ogni nuovo candidato proposto si chiedeva sempre se era ben

accetto dalla squadra.

Dopo la guerra fu anche Vice Presidente della Fisi appena ricostruita con Giovanni Nasi

Presidente.

Furio Nordio racconta Adriano Guarnieri

«E difficile parlare di un uomo così, e se non lo si è conosciuto, è difficile immaginarlo. Sempre

scattante e sveglissimo, sempre entusiasta. Quando aveva 43 anni, scendendo dalla Stratofana

per le sole curve che ci sono, facevo fatica a stargli dietro, con i miei 27 anni. Non parliamo

poi sulla neve fresca. Un giorno a Salice d'Ulzio, quando verso sera scendemmo verso il paese

sciando, d’un tratto, si fermò e mi disse: "Furio, .... guarda!". La pace e la bellezza della

natura lo incantavano.

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