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Da Roma a Cortina di Carlo Durazzo

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I Cortinesi

Furio Nordio racconta i cortinesi

«Dei cortinesi vorrei ricordare: Ugo Pompanin, Eugenio Monti, Romano Rimoldi e Alberto

Menardi. Ugo detto il “Bà”, era un uomo di poche parole, serio, profondo, uno di quei

rocciatori silenziosi, che sanno tacere anche quando ci sarebbe da urlare (Strobel per esempio,

volato quasi dalla cima della direttissima della Torre Grande del Falzarego, per 200 m senza

proferire una parola). Aveva già concluso la sua stagione sciistica, quando divenni socio.

Eugenio era uno che prima della partenza di una gara era completamente nel pallone: bisognava

legargli le scarpe e poi trattenerlo a forza in tre, perché smaniava di partire. Era stato negli anni

48-49 il più forte sciatore del mondo: alla settimana internazionale di Cortina, dove c'erano tutti

e non soltanto quattro per nazione come ai Giochi Olimpici, quando la discesa della Tofana

sembrava praticamente vinta da Zeno, arrivò Eugenio: primo con due secondi di vantaggio. A

fine stagione Zeno riconsegnò ufficialmente gli sci alla F.I.S.I. perché riteneva che non ci fosse

più bisogno di Colò. Poi il bob, ma forse nessuno si ricorda che senza una lira, corse in

macchina con una vecchia Osca 1500, e a Vallelunga dove vinse battendo Musso, l'allora

campione italiano della categoria.

Romano, prima categoria, era “uno” che la mollava tutta con un fegato incredibile e sciava bello

“liscio”, leggero sugli sci: tanto che oltre una certa velocità, non riusciva nemmeno più a tenerli.

Ricordo una volta: ad un terzo del canalone della Tofana, mi passò davanti con il naso sulla

punta degli sci (posizione in avanti come Burrini) ed era chiaro che non ce la faceva più a

tenerli, sbuffando con le guance gonfie e gli occhi sbarrati, praticamente dopo tre curve dovette

lasciarli andare, e giù diritto sino in fondo senza cadere.

Anche Alberto Menardi (detto Beti) fu un grande sciatore, sempre nei primi cinque al

campionati universitari europei e mondiali. Dopo la laurea, progettò satelliti, che andò a

lanciare a Cape Canaveral. Ora, in pensione, sta in Bretagna, ma torna a Cortina annualmente, e

lì c’incontriamo».

Ma prima di tutti bisogna ricordare Sandro Menardi, che è stato il capitano indiscusso della

squadra per tutto questo periodo. Già nel 51 partecipò ai Campionati Mondiali Universitari a

Bad Gastein, fu nei primi 4 in Discesa, Slalom e Slalom Gigante e ha preso parte a tutti gli 11

incontri con il SAS dal 1949 al 1959. Vinse in discesa nel 52 a St.Moritz, 2° in Slalom, la

Discesa nel 1953 a Sestriere, la Discesa nel 54 a Gstaad, dove arrivò anche primo in Slalom e

nel 1955 a Cortina fu l° in Slalom. E' stato anche Campione Universitario Italiano in Slalom a

Cortina nel 54 dove arrivò secondo dietro ad Eugenio in Slalom Gigante. Vinse il Concorso del

SAS in slalom a Gstaad nel 1954. E' stato uno dei più forti sciatori Universitari in Europa e lo

ha dimostrato piazzandosi secondo in Slalom e quarto in Combinata (malgrado una caduta nella

Discesa sulla pista Olimpia 16 ) al Campionati del Mondo Universitari di St. Moritz nel 1953.

Chissà a quante altre gare e incontri avrebbe partecipato ancora, e vinto se non avesse trovato la

morte in uno stupido incidente di macchina nel 1960, a 29 anni. Aveva appena finito il servizio

militare come tenente negli alpini. Si era già laureato in architettura a Venezia due anni prima.

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