L'Ispettore e la Società L'Ispettore e la Società - Aniv

Grazie per l’invito a questa vostra
discussione.
Mi chiedevo, per la verità sorridendo,
guardandovi, ascoltando le cose dette
in una relazione di apertura della
tavola rotonda, che condivido, mi
chiedevo se questa platea in qualche
modo può essere annoverata in quella
generale platea dei fannulloni di cui si
parla per l’impiego pubblico.
Lo dico perché ascoltando la relazione
e non potendo prescindere dal fatto
che io vivo in Calabria, consideravo le
cose dette e pur condividendone altre
avremo bisogno di discuterne meglio.
E spero che avremo altre sedi, per
farlo.
Che la situazione calabrese, e di
tanta altra parte del mezzogiorno, sia
diversa dal resto del paese e che sia
comunque la situazione che più mette
in chiaro i problemi di cui si parlava,
credo che non ci possono essere
dubbi. Se si parla di economia e di
lavoro illegale, penso che la Calabria,
ma non solo la Calabria, rappresenti in
grande la sintesi dei processi che sono
avvenuti in questi anni. Rappresenta
una realtà nella quale, io mi sento
di dire, con tanti vostri colleghi con
cui abbiamo modo quotidianamente
di rapportarci, che le cose così come
sono probabilmente non vanno. Non
vanno perché è evidente che noi qui
incrociamo alcuni problemi nazionali
portati all’estremo, ed incrociamo
i limiti, le incertezze ma anche le
opacità di un’azione pubblica che non
ha in questi anni assunto il lavoro con
il suo valore, la sua legalità, le norme
di controllo, le norme di contrasto
all’illegalità come un valore centrale
di questo paese.
Su questo bisogna costruire una
sinergia fra le forze sociali del lavoro.
Parlo di sinergia dal punto di vista del
rapporto istituzionale.
Noi abbiamo e ci misuriamo
con una realtà in cui affrontiamo
quotidianamente le questioni che
consentono questo tipo di evoluzione
del lavoro e dell’illegalità del lavoro
in generale.
Io sono d’accordo nel dire che
il legislatore ha avuto qualche
incertezza di troppo e anche qualche
contraddizione. Spesso la fretta non è
buona consigliera.
Però io mi sento di dire che su alcuni
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Intervento
V. Lamonica, Segretaria regionale CGIL Calabria
temi in qualche modo un cammino
si è aperto. Adesso si tratterà di
capire se il nuovo legislatore sulla
base di quel cammino e di quelle
intuizioni introdotte nell’ordinamento,
ha intenzione di proseguire per
raggiungere quegli obiettivi di cui
si parlava o invece ha intenzione di
metterne in discussione alcune.
Io penso che sul contrasto al lavoro
nero, alcune cose, come diceva anche
la rappresentante di confidustria,
criticandone alcuni aspetti, siano state
messe sul tappeto.
Utili, non utili, i principi sicuramente
utili, le applicazioni ovviamente da
discutere. Penso al DURC, ma non
solo, penso a tutte le questioni della
sicurezza, penso ad alcune cose sulla
precarietà.
Oggi siamo in una situazione “a metà
del cielo sospesa”.
Noi abbiamo bisogno, prima di tutto
noi come forze sociali, di capire
quali sono gli strumenti al di là del
titolo, del merito e dell’obiettivo della
norma, quali sono gli strumenti che si
mettono in campo per consentire che
quelle norme abbiano un’evoluzione
che vada verso quell’obiettivo e che
non sia uno dei tanti casi italiani di
normative che si interrompono ad
un certo punto della strada e non si
capisce perché.
Naturalmente ci sono molti aspetti da
cui va vista questa cosa. Siamo in una
platea di ispettori.
Io ne voglio vedere solo uno, che è
quello relativo al vostro ruolo, alla
modalità organizzativa e di valore del
vostro lavoro, che viene data rispetto a
queste norme.
Io penso, e proprio guardandola dalla
Calabria lo penso ancora meglio,
che voi fate un gran lavoro, ma
che le condizioni in cui si svolge il
vostro lavoro, (io sono un dirigente
regionale, non nazionale e la guardo
da qui), non sono ancora quelle che
più potrebbero essere utili per questo
obiettivo.
Io sono convinta che nella generale
svalutazione del lavoro di questo
paese, e per tanti aspetti del lavoro