L'Ispettore e la Società L'Ispettore e la Società - Aniv

Di conseguenza non è questa la
soluzione definitiva per arrivare ad
un organico che è stato rifissato in
600 ispettori, a fronte dei 500 che
prevedeva il vecchio organico.
Però è stato un primo passo che ci ha
dato anche modo di riorganizzare un
po’ tutto il sistema.
Io devo dire che all’Inail negli ultimi
anni era addirittura scomparso un
ufficio centrale di coordinamento
dell’attività di vigilanza.
Non parlo di una direzione centrale
come all’Inps, ma neanche di un
ufficio centrale. La funzione di
coordinamento della vigilanza è
ridiventato un processo di un ufficio
più generico che si occupava delle
entrate contributive.
Perciò ricostituzione di un ufficio
centrale, con quattro processi
lavorativi, tra i quali sicuramente
quello che si occuperà di
pianificazione e programmazione,
ma anche quello, e questo mi
piace sottolinearlo, che deve
curare il continuo rapporto, le
relazioni continue con gli ispettori,
per conoscere le loro esigenze,
per rispondere ai loro quesiti,
per affrontare insieme le loro
problematiche.
Il modello prevede anche la
costituzione di un responsabile della
vigilanza a livello regionale, perché
ci eravamo resi conto che la struttura
che vedeva gli ispettori incardinati
nelle sedi, e di conseguenza
avevano incarichi ispettivi soltanto
su commessa dei dirigenti di sede,
non ci consentiva di stare al passo
con le esigenze di intervento sul
territorio, soprattutto con quelle azioni
congiunte, coordinate che ormai
stanno diventando una prassi costante.
Un’altra cosa che abbiamo ritenuto
molto opportuno fare è intervenire
sulla strumentazione tecnologica e
sulle procedure di lavoro. Stiamo
rivedendo completamente tutto il
processo di attribuzione e gestione
degli incarichi ispettivi. Con la
previsione anche da parte del
responsabile della vigilanza di
un momento di confronto con chi
commissiona l’incarico perché molto
spesso ci siamo rese conto che gli
ispettori erano diventati coloro che
facevano il lavoro sporco, il lavoro
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che non vuole fare nessuno, non si
trova una ditta, le ricerche presso
le cancellerie commerciali e così
via ,ci va l’ispettore non si trova
l’infortunato perché si è trasferito,
l’ispettore che lo va a ricercare, perciò
una maggiore riqualificazione nella
richiesta e di attribuzione di incarichi.
E poi lo sviluppo di strumenti più
sofisticati per il bussines intelligence.
L’Inps ha fatto da apri pista, in questo
senso, io ho apprezzato molto i loro
prodotti, e ho apprezzato molto la
collaborazione che ho avuto con
l’Associazione, per mettere a punto
questi prodotti. Vogliamo percorrere
la stessa strada. Le informazioni
ormai sono incrociabili tra i due enti,
e di conseguenza non vedo se non la
voglia di fare, un motivo principale
per non sviluppare questa cosa.
Riteniamo, peraltro , che anche con
un organico di seicento ispettori
di vigilanza, non è che possiamo
assolvere completamente alle nostre
esigenze. E di conseguenza si
richiede necessariamente sempre un
uso più mirato e più economico dei
funzionari.
Io devo dire che oggi la percentuale
di produttività media per ispettore
dell’INAIL è molto elavata.
Anche in termini di accertamento
e di irregolarità, circa l’85%
mediamente delle aziende ispezionate
risulta irregolare, direte che è molto
diffuso il fenomeno dell’evasione e
dell’elusione, però l’85% è una buona
percentuale.
Bisogna migliorare ancora, per
questo abbiamo ritenuto nell’anno
nel nostro modello riorganizzativo di
sviluppare una funzione di attivazione
delle ispezioni, che è svolta da figure
tipiche del ramo amministrativo. Li
chiamiamo account della vigilanza,
cioè coloro che nell’ambito della loro
attività istituzionale e di ufficio sono
dediti ad incrociare dati, analizzare
documenti per poter poi fornire alla
funzione di vigilanza degli indicatori
specifici su mappe di rischio, di
evasione, che consente di fare
un’azione più mirata.
Per lungo tempo si è dibattuto
all’interno dell’Istituto anche sul
ruolo che doveva avere l’ispettore
di vigilanza, come agente della
prevenzione.
Nel consiglio di amministrazione si è
manifestata una corrente che voleva
fare degli ispettori di vigilanza i
consulenti in tema di prevenzione e
assistenza delle aziende. Il nuovo testo
unico sulla sicurezza questa elusione
la spazzata via, chi fa vigilanza, chi
fa controlli non può svolgere attività
di consulenza e di assistenza. Sembra
addirittura pleonastico affermarlo, c’è
voluta una norma per dirlo.
Questo non significa che i nostri
funzionari non possano adoperarsi in
questa che sta diventando una delle
principali Mission dell’istituto cioè la
prevenzione.
Gli ispettori fanno molto in questo
campo l’ispettori dell’INAIL, su
circa 20 mila ispezioni che fanno
all’anno riguardanti il tema della
classificazione tariffaria rilevano
le caratteristiche di circa 20 mila
processi lavorativi, cioè forniscono
informazioni su come avvengono
i processi lavorativi, i processi
produttivi e analizzando anche gli
infortuni quali sono le principali fonti
di rischio.
Queste sono le informazioni
essenziali.
Sono essenziali sia per la missione
dell’Istituto, ma anche per l’attività
complessiva sull’intero territorio della
finalità della prevenzione.
Domani il collega Pizzuto parlerà del
Servizio del sistema italiano nazionale
integrato per la prevenzione. Bene
tutte queste informazioni confluiscono
in queste banche dati, e sono dati
essenziali per analizzare il fenomeno.
I nostri ispettori analizzano le cause
circostanze degli infortuni, da loro
si rilevano quali sono le cause che
danno origine a queste eventi. I nostri
ispettori analizzano le circostanze
lavorative che hanno dato luogo alle
malattie professionali, i nostri ispettori
svolgono un’attività essenziale nella
definizione delle cause che producono
il gravissimo fenomeno degli infortuni
mortali.
Cioè sono rilevatori di dati e
di informazioni che mettono a
disposizione dei tecnici, e questa è
una funzione essenziale.
Io credo che integrati in questo modo
la funzione degli ispettori dell’inail
avrà sempre più premianza.
Grazie.