L'Ispettore e la Società L'Ispettore e la Società - Aniv

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Cari amici, colleghe e colleghi, vorrei, innanzitutto, salutare Voi tutti, partecipanti ai lavori del Convegno, per la vostra assidua presenza, e, poi, ringraziare l’Associazione per avermi dato la possibilità di intervenire in un dibattito così vivo e sentito, e che vede coinvolti, su questo palco, i massimi responsabili, politici ed amministrativi, delle Amministrazioni e degli Enti interessati ed i responsabili ANIV di ciascun settore, in considerazione della peculiare rilevanza che caratterizza le tematiche trattate. Inoltre, vorrei ulteriormente ringraziare, oltre a quanto già detto dal Presidente Sponchia, il Direttore Generale dott. Pennesi, a nome L’Ispettore e la Società 79 Intervento G. Cioffi , Delegato ANIV per i rapporti con il Ministero del Lavoro e le DPL mio personale ed a nome di tutti gli iscritti delle varie DD.PP.LL., per la particolare sensibilità e “benevolenza” dimostrata dall’Amministrazione, per la prima volta dall’ingresso degli ispettori del lavoro nell’Associazione, che ha riconosciuto, così, l’importanza delle attività rese dall’ANIV a favore dei colleghi e lo sforzo, anche economico, da essi sostenuto per partecipare ad una “formazione specialistica” tenuta dai diretti responsabili delle attività. Ancora, un ringraziamento al dott. Principato, che, nel suo discorso, ha parlato di “unica forza” da costituire, consentendomi, in tal modo, di evidenziare che, almeno per quanto riguarda l’ANIV (pur essendo “entrati” solo da poco nell’Associazione), ci sentiamo già un “corpo unico” con le altre realtà. Tanto premesso, esporrò, ora, con una breve relazione, che vuole essere un momento di ulteriore riflessione e raffronto, alcune problematiche, di ordine eminentemente pratico, concernenti l’attività di vigilanza. Innanzitutto, una prima considerazione vorrei effettuarla sul nuovo Testo Unico della Sicurezza, appena varato, per evidenziare che esso costituirà un’occasione straordinaria solo se permetterà di mettere in moto un “meccanismo virtuoso”, che veda concorrere aziende, sindacati, datori di lavoro, dirigenti, preposti,
80 L’Ispettore e la Società IIIª Giornata lavoratori, RSSP, medici competenti e, soprattutto, organi di vigilanza, teso al miglioramento continuo dell’organizzazione del lavoro, della gestione partecipata della sicurezza e della salute sul luogo di lavoro, oltre che ad un ampliamento, o meglio una generalizzazione, dei controlli sull’effettività ed efficacia delle misure di sicurezza, predisposte sulla carta, da parte degli organi di vigilanza. Si tratta, chiaramente, di un Testo, atteso da oramai trent’anni (dai tempi della legge di riforma sanitaria – la legge n. 833/1978), sicuramente non perfetto e non privo di difetti, ma che rappresenta, comunque, un importante passo in avanti verso una più avanzata civiltà del lavoro, dell’organizzazione e della gestione della sicurezza nelle Aziende e negli Enti, per dare piena attuazione all’articolo 32 della Costituzione. Ritornando, ora, al “compito” che si prefigge questo breve intervento, devo riconoscere che l’inquadramento giuridico degli istituti, appena delineato dal dott. Sgroi, ma che, credo, sarà oggetto di analisi anche da parte del dott. Pennesi, conferisce, sicuramente, maggiore certezza e sicurezza all’attività degli ispettori, ma devo evidenziare, come sicuramente a conoscenza di tutti, che è l’applicazione pratica di questi istituti a creare difficoltà, a volte, veramente gravose. Per quanto concerne, poi, la problematica della legittimità degli appalti, trattato dall’Avv. Sgroi, la prima osservazione che mi sovviene è proprio quella relativa alla complessità del sistema appalti e subappalti e del ricorrere della presenza, quasi scontata, in tali istituti, di società cooperative. Infatti, l’eccessiva liberalità con cui viene interpretato l’art. 29 del D. Lgs.vo n. 276/03 (a seguito del mancato riferimento alla presunzione di illegittimità per l’utilizzazione di impianti ed attrezzature del committente), comporta che le cooperative diventino, quasi automaticamente, soggetti “somministratori” di manodopera. Sarebbe, allora, opportuno un intervento chiarificatore, da parte del Ministero, in ordine alla documentazione da esaminare ed ai riscontri da effettuare. Ancora, nel caso di contratti di appalto, sub-appalto e somministrazione, la normativa stabilisce che il mancato adeguamento dei contratti entro il 31.12.2008, sia per i costi che per il Documento Unico di Valutazione dei Rischi (DUVR), anche per contratti, ancora in corso, stipulati prima del 25.08.2007 (data di entrata in vigore della legge n. 123/07), comporterà la nullità degli stessi. In termini pratici ed operativi, si riterrebbe utile chiarire se a tale nullità dovrà conseguire anche la nullità dei rapporti di lavoro instaurati, oppure, se si possa procedere con la sola sospensione dell’attività. In merito, poi, alla questione della responsabilità solidale, anch’essa analizzata dall’Avv. Sgroi, si deve evidenziare la difficoltà, sempre dal punto di vista ispettivo, di una sicura individuazione della problematica, in considerazione del fatto che l’art. 29 D. Lgs.vo n. 276/2003, stabilisce una responsabilità tra committente ed appaltatore per la mancata retribuzione e per i contributi dovuti (non più, come in passato, per la retribuzione legata al CCNL appaltante) e che l’art. 35 (commi 28-34) della cd. legge Bersani, n. 248/2006, estende la responsabilità tra appaltatore e sub-appaltatore anche per le ritenute fiscali; stessa responsabilità prevista, dal comma 34, tra committente e appaltatore. In questo caso, perché non viene chiarito se gli atti devono essere notificati anche al responsabile solidale, e se, inoltre, tale notifica opera sul piano sanzionatorio o soltanto su quello strettamente civilistico? Sempre ai fini di una “corretta” attività ispettiva, nel caso di un provvedimento di sospensione, dovuto alla presenza di lavoratori in nero, si pone la problematica ricorrente di comprendere se la procedura di emersione, attivata successivamente dal datore, comporti l’estinzione anche della sanzione aggiuntiva da versare ai fine della revoca del provvedimento. Ancora, resta da chiarire se sia possibile irrogare il provvedimento di sospensione dell’attività successivamente, effettuando cioè gli atti dovuti in ufficio, allorquando, in sede di ispezione, non sia stato possibile irrogarlo con immediatezza. Restando in tema di sospensione, si deve evidenziare la difformità di trattamento che si verifica, quando il personale ispettivo non procede alla sospensione dell’attività, pur essendovene i presupposti, perché ritiene di essere in presenza di una situazione di rischio: in questo caso, infatti, al datore di lavoro non potrà essere irrogata la sanzione di 2.500 €uro, legata all’istanza di revoca della sospensione; sanzione che colpisce, invece, il soggetto al quale, invece, vengono sospese le attività. Si chiede, in proposito, perché il Ministero non valuta la possibilità di una “interpretazione estensiva”, equiparando le due fattispecie? Passando, ora, più specificamente all’analisi del T.U., si ritiene importante evidenziare le seguenti questioni che, sicuramente, andranno ad incidere sulla effettività del controllo da parte degli ispettori, investendo un ambito sia pragmatico che di ordine politico. Il richiamo dell’articolo 29, comma 6, del T.U. alla possibilità, per i datori di lavoro che occupano fino a 50 dipendenti, di effettuazione della valutazione dei rischi su base di procedure standardizzate, non tiene conto del fatto che il mondo della sicurezza è talmente dinamico che, per la realizzazione di un documento di valutazione dei rischi che calzi come un guanto all’azienda, è necessaria un’accurata analisi da parte di un esperto che dovrà valutare, nello specifico, le criticità intrinseche dell’unità produttiva. L’esperienza, invece, ci ha dimostrato che, nella pratica, questa richiesta normativa si tradurrà in una mera compilazione di asettici ed impersonali modelli standard, rispetto alla formalità dei quali gli ispettori del lavoro non avranno alcun sindacato di merito (ed il fatto è tanto più grave se si considera che le aziende destinatarie della norma sono quelle in cui, statisticamente, si verificano più infortuni).
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