L'Ispettore e la Società L'Ispettore e la Società - Aniv

Le mie vogliono essere soltanto delle
considerazioni che scaturiscono dalla
mia lunga esperienza di lavoro nel
nostro Istituto e dalla mia costante
vicinanza agli ispettori di vigilanza.
Abbiamo stabilito un sodalizio, ormai
da venti anni, da quando il grande
Billia, è il caso di ricordarlo, con la
sua intelligenza non comune e con
la sua lungimiranza ha sviluppato la
sua strategia istituzionale dedicando
un’attenzione particolare a due
aree professionali: gli informatici,
prevalentemente sul versante interno,
e gli ispettori di vigilanza sul versante
esterno, sul mercato.
Billia ha acceso e alimentato l’anima
della vostra Associazione, investendo
molto in tutti i sensi.
Quando, oggi, sento parlare di Scuola
superiore della vigilanza penso che
questa iniziativa sia in ritardo di
venti anni dalla mitica esperienza
formativa di Siena che, a mio avviso,
ha costituito il prototipo di quella
Scuola per ispettori che oggi ancora
non abbiamo.
Chi ha avuto la fortuna e il piacere
di vivere quella esperienza esaltante
e coinvolgente ricorda l’impegno,
la partecipazione e il valore
emozionale oltre che cognitivo di
quella esperienza perché, quando si
coniugano ragioni ed emozioni, il
successo è scontato.
Poco prima ho letto velocemente un
documento che un vostro collega, il
dottor Vicinanza, mi ha fatto vedere.
Dice cose condivisibili e importanti,
cose che provocano sofferenza in
chi lavora perché vengono disattese
aspettative. Mi diceva, infatti, che è
un C5 e se avesse scelto la carriera
amministrativa, oggi potrebbe essere
direttore di agenzia.
Questo probabilmente è vero, e allora
mi chiedo: perché non l’ha fatto? E
rispondo che, forse, come dicono i
tifosi della Roma, aveva una fede e
l’ha mantenuta.
Si, la fede è fondamentale, perché
senza di essa non si va da nessuna
parte.
Ma, fino a quando sottoscriveremo i
contratti integrativi a fine anno sarà
difficile definire questioni importanti
e delicate, come le vostre, perché i
contratti non potranno che limitarsi a
legittimare quanto è accaduto, senza il
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Intervento
F. Porrari, Direttore centrale Risorse umane INPS
respiro dell’innovazione!
Per questo, nel giugno prossimo
dovremo affrontare l’integrativo
quadriennale per definire le linee
di una riconfigurazione funzionale
di sistema per risolvere i problemi
reali in termini di sostenibilità del
cambiamento che vogliamo fare.
Però, bisogna fare una scelta e, a tale
riguardo, mi richiamo a quanto ha
accennato prima il collega Sparagna.
L’organico dell’Istituto è di 34.914
dipendenti mentre la forza, al 30
aprile scorso, è di 30.686, di cui il
55% donne e il 45% uomini: una
carenza di -4.228 unità di personale.
I dirigenti di seconda fascia
dovrebbero essere 583 e invece sono
379, con una carenza di -204 unità
pari al -35%.
L’area “C”, poi, è critica: su un
organico di 29.103 persone, ne
abbiamo 24.623 con una carenza di
-4.480 unità pari al -15%, che sale
a -43% nell’area C4 – C5 in cui
dovremmo avere 6.040 unità e ne
abbiamo 3.436, cioè poco più della
metà.
L’organico degli ispettori di vigilanza
è di 2.400 unità ma la forza, al 26
maggio scorso, è di 1.612: mancano
-788 unità, cioè il -32,8%, che solo
in parte saranno compensate con il
concorso pubblico in atto a 296 posti.
L’età media dei 609 ispettori con
qualifica C5 è di 59,8 anni, quella