20.05.2013 Views

L'Ispettore e la Società L'Ispettore e la Società - Aniv

L'Ispettore e la Società L'Ispettore e la Società - Aniv

L'Ispettore e la Società L'Ispettore e la Società - Aniv

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

26 L’Ispettore e <strong>la</strong> <strong>Società</strong><br />

Iª Giornata<br />

importante contributo all’elevazione<br />

dell’occupazione femminile,favorendo<br />

il superamento di uno dei maggiori<br />

gap del mercato del <strong>la</strong>voro italiano.<br />

Per realizzare tale obiettivo,<br />

rientrante nel<strong>la</strong> strategia di Lisbona,<br />

è indispensabile anche rimodu<strong>la</strong>re<br />

<strong>la</strong> spesa sociale orientata verso le<br />

pensioni, aumentando <strong>la</strong> spesa per <strong>la</strong><br />

famiglia, attualmente inferiore al<strong>la</strong><br />

media europea.<br />

Il tasso di occupazione delle donne<br />

italiane nel 2007, pari al 50,7%, è di<br />

gran lunga inferiore, non solo a quello<br />

degli uomini (70,5%), ma anche al<strong>la</strong><br />

media europea. Tale dato evidenzia <strong>la</strong><br />

necessità di intervenire maggiormente<br />

nel processo di conciliazione fra<br />

tempi di vita e tempi di <strong>la</strong>voro, sul<br />

potenziamento del<strong>la</strong> rete dei servizi,<br />

delle prestazioni sociali e dei connessi<br />

stanziamenti.<br />

Del resto, le esperienze europee<br />

dimostrano che il <strong>la</strong>voro femminile<br />

è un fattore di crescita del<strong>la</strong> natalità,<br />

in quanto garantisce condizioni di<br />

maggiore sicurezza economica. In<br />

Francia, ad esempio, <strong>la</strong> notevole<br />

crescita demografica è stata<br />

accompagnata dall’aumento del tasso<br />

di attività <strong>la</strong>vorativa delle donne di età<br />

compresa fra i 25 ed i 49 anni, oggi il<br />

più alto d’Europa (81%).<br />

Fra gli ostacoli maggiori che ancora<br />

si frappongono all’occupazione<br />

femminile, va, poi, richiamato<br />

l’insufficiente sviluppo dei servizi<br />

per l’infanzia e degli asili nido,<br />

soprattutto nel Mezzogiorno. Solo nel<br />

30% dei Comuni italiani vi sono asili<br />

nido. L’Italia è ancora lontana, quindi,<br />

dal raggiungimento dell’obiettivo<br />

di assicurare, entro il 2010,al 33%<br />

dei bambini fino a tre anni di età il<br />

servizio di asilo nido.<br />

La conciliazione fra i tempi di vita e<br />

di <strong>la</strong>voro necessita anche di interventi<br />

strutturali sul versante degli anziani<br />

e del<strong>la</strong> non autosufficienza. Tale<br />

aspetto, in presenza di un costante<br />

aumento del<strong>la</strong> durata del<strong>la</strong> vita<br />

media rappresenta uno dei maggiori<br />

problemi sociali del Paese.<br />

E’ noto che <strong>la</strong> famiglia ha spesso<br />

rappresentato una sorta di<br />

ammortizzatore sociale per supplire<br />

al<strong>la</strong> inadeguatezza dei servizi<br />

pubblici.<br />

Anche in tale ottica, è indispensabile<br />

attuare <strong>la</strong> delega sul mercato del<br />

<strong>la</strong>voro prevista dal<strong>la</strong> legge 247/2007<br />

finalizzata ad incrementare il tasso di<br />

occupazione delle donne.<br />

Tuttavia, considerato che <strong>la</strong> predetta<br />

riforma deve avvenire senza ulteriori<br />

oneri per lo Stato, c’è il rischio che<br />

non se ne faccia nul<strong>la</strong>. Sarebbe questo<br />

il modo per perdere una considerevole<br />

opportunità.<br />

In tal senso non appare condivisibile<br />

<strong>la</strong> misura, sempre contenuta<br />

nel<strong>la</strong> legge 247/2007, che<br />

disincentiva,mediante incrementi<br />

contributivi, i rapporti di <strong>la</strong>voro<br />

part-time fino a 12 ore settimanali.<br />

E’ questo il modo per rendere più<br />

difficile conciliare l’attività <strong>la</strong>vorativa<br />

delle donne con i problemi familiari,<br />

rischiando di incentivare il ricorso al<br />

<strong>la</strong>voro sommerso.<br />

In questo contesto, partico<strong>la</strong>re<br />

attenzione merita il fondo di<br />

microcredito di sostegno alle attività<br />

giovanili, con partico<strong>la</strong>re riferimento<br />

alle donne.<br />

Ovviamente vanno sostenute anche<br />

le attività di <strong>la</strong>voro autonomo ed<br />

in tal senso è positiva <strong>la</strong> previsione<br />

dell’apposito fondo per il credito<br />

ai giovani <strong>la</strong>voratori autonomi per<br />

agevo<strong>la</strong>re il passaggio generazionale<br />

nelle PMI e l’avvio di nuove attività<br />

imprenditoriali.<br />

Un aspetto decisivo su cui è<br />

necessario incidere per modernizzare<br />

il nostro mercato del <strong>la</strong>voro, è il<br />

contrasto al <strong>la</strong>voro sommerso. Su tale<br />

aspetto consentitemi di fare alcune<br />

riflessioni sulle disposizioni introdotte<br />

recentemente.<br />

Mi riferisco, in partico<strong>la</strong>re al DURC,<br />

agli adempimenti amministrativi ed ai<br />

provvedimenti di stabilizzazione.<br />

Re<strong>la</strong>tivamente al primo aspetto<br />

esprimiamo soddisfazione per <strong>la</strong><br />

linea assunta dal Ministero del <strong>la</strong>voro<br />

che recepisce <strong>la</strong> proposta delle parti<br />

datoriali finalizzata a valorizzare il<br />

ruolo degli Enti bi<strong>la</strong>terali.<br />

Infatti, in analogia a quanto avviene<br />

per il settore edile, è stata consentita<br />

<strong>la</strong> concessione del Documento anche<br />

da parte degli Enti bi<strong>la</strong>terali stessi,<br />

oltre che dall’INPS e dell’ INAIL.<br />

Il DURC, al quale è subordinata<br />

<strong>la</strong> concessione delle agevo<strong>la</strong>zioni<br />

contributive e normative, può<br />

costituire una leva per fare chiarezza<br />

nel mercato. In questo senso, sarebbe<br />

necessario estendere fra le condizioni<br />

ostative al<strong>la</strong> sua concessione il<br />

rispetto dell’intero CCNL e non solo<br />

del<strong>la</strong> parte economica e normativa.<br />

Diversamente si corre il rischio che<br />

il cosiddetto Welfare contrattuale sia<br />

vissuto dagli imprenditori solo in<br />

termini di costi aggiuntivi e, quindi,<br />

come un peso imposto dalle parti<br />

sociali.<br />

Ricordo, in proposito, <strong>la</strong> linea<br />

contraddittoria assunta dal Ministero<br />

del Lavoro in occasione degli<br />

interpelli sull’assistenza integrativa e<br />

sul<strong>la</strong> previdenza complementare.<br />

Con tali prese di posizione, si corre<br />

il rischio di assecondare una sorta di<br />

“dumping sociale”, tra <strong>la</strong>voratori che,<br />

svolgendo <strong>la</strong> stessa attività <strong>la</strong>vorativa,<br />

potrebbero avere livelli di garanzie<br />

sociali diverse.<br />

Si tratta, invece, di rendere operativa<br />

<strong>la</strong> svolta culturale con <strong>la</strong> quale<br />

pariteticamente le parti sociali si<br />

sono assunte <strong>la</strong> responsabilità di<br />

dare un importante contributo al<strong>la</strong><br />

modernizzazione di componenti<br />

significative del nostro sistema di<br />

tutele.<br />

Tra le tutele dirette a garantire <strong>la</strong><br />

reale applicazione dell’art. 1 del<strong>la</strong><br />

Costituzione, va ricordata anche<br />

<strong>la</strong> norma sul<strong>la</strong> stabilizzazione<br />

dei rapporti di col<strong>la</strong>borazione. Si<br />

tratta di una disposizione diretta<br />

a promuoverne <strong>la</strong> conversione di<br />

tali rapporti in contratti di <strong>la</strong>voro<br />

subordinato, a condizioni agevo<strong>la</strong>te<br />

e, quindi, di un utile strumento per<br />

far emergere il <strong>la</strong>voro irrego<strong>la</strong>re,<br />

attraverso accordi promossi dalle parti<br />

sociali.<br />

Tuttavia il termine del 30 aprile<br />

2007, originariamente previsto dal<strong>la</strong><br />

legge finanziaria 2007 per stipu<strong>la</strong>re<br />

gli accordi sindacali aziendali o<br />

territoriali, è apparso troppo esiguo<br />

e non ha consentito, in taluni casi, di<br />

accedere all’agevo<strong>la</strong>zione.<br />

Un discorso analogo va fatto<br />

anche per <strong>la</strong> rego<strong>la</strong>rizzazione ed<br />

il riallineamento retributivo e<br />

contributivo dei rapporti di <strong>la</strong>voro non<br />

risultanti dai libri obbligatori, disposti<br />

dal<strong>la</strong> legge finanziaria 2007, entro il<br />

30 settembre scorso. Anche questa<br />

disposizione,per le difficoltà oggettive<br />

del<strong>la</strong> procedura non ha dato i risultati

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!