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Vorrei sottoporre alla vostra attenzione qualche riflessione in libertà, in cui cercherò di toccare dei temi che possano riguardare il futuro e ne puntualizzerò altri, perché nella mia azione cerco sempre di toccare con mano le cose, di vedere la realtà, uscendo, nei limiti del possibile, dalle parole. Oggi abbiamo sentito fare gli elogi della legge 124 del 2004. Ma tutti noi, tutti quelli che mi sono stati vicini sanno quanto si combatté in quel periodo per limitare i danni. C’è un metodo molto semplice per capire come funziona una nuova organizzazione e i vantaggi di un nuovo sistema: è il nudo linguaggio delle cifre. I risultati trimestrali della vigilanza “integrata” hanno fatto vedere un elemento molto semplice e molto significativo che non siamo riusciti a tradurre in realtà, e cioè che, mentre i risultati della quota INPS crescevano in continuazione, gli altri qualche volta diminuivano o aumentavano di cifre molto marginali. Quindi che cosa è cambiato dal punto di vista dell’impatto complessivo? Forse non è cambiato molto! La produttività del nostro istituto, parlo dell’INPS, continua a salire, abbiamo superato da tempo il milione di euro come fatturato per ogni ispettore, tutto compreso. Quindi ci sarebbe qualcosa su cui ragionare anche su questa normativa. E’ vero, abbiamo una cabina di regia che ci dice tante cose, ci da delle indicazioni, però abbiamo anche dei comportamenti in periferia in cui prevale una sorta di supremazia che forse non è nello spirito della legge. Volevo solo metterlo in chiaro, visto che se ne è parlato negli interventi di questa mattina. Negli interventi ho anche sentito parlare dei sindacati. Non possiamo fare nulla senza i sindacati. Sono una forza costruttiva, una forza importante ma qualche volta dico, questo a me stesso, non siamo riusciti a concludere molto. È un problema. Allora raccogliamo le parole del dott. Porrari: impegno di tutti per far capire, spiegare, trattare continuamente, cercando, di arrivare ad una conclusione positiva. Uno spiraglio, forse, lo vediamo tutti quanti, ed è quello che è stato L’Ispettore e la Società 49 Conclusione dei lavori della giornata V. Crecco, Direttore generale INPS
50 L’Ispettore e la Società IIª Giornata annunciato recentemente dalle tre confederazioni, secondo il quale il nuovo modello contrattuale sposta a livello aziendale ed a livello periferico, la trattazione sui benefici aggiuntivi. Questo può essere un elemento che ci può portare, se opportunamente configurato, dei vantaggi non solo personali, ma anche all’istituto e all’attività di vigilanza. L’altra notazione che volevo fare molto in generale è che nella mia attività di Direttore generale ho sempre portato avanti le istanze della vigilanza e soprattutto le istanze di lotta al lavoro nero, al sommerso. Però non ho mai trovato, tra tutte le cose che ho fatto, un’opposizione come in questa area. Il perché non lo so, però è un dato di fatto. L’ultimo episodio è quello di qualche giorno fa, quando abbiamo esposto con il dott. Sparagna i risultati della vigilanza del 2007. Non è che qualcuno ci ha detto bravi. Alla mia età non mi aspetto che qualcuno mi dica bravo, ma neanche una serie di obiezioni come quelle fatte: “ma come avete fatto questo miliardo e mezzo, quanti verbali vengono effettivamente pagati?”. Allora noi dobbiamo considerare che anche il recupero crediti, che è una quota dei verbali accertati negli anni precedenti, sale di mezzo miliardo l’anno. Questi recuperi, quando sono arrivato io, da un miliardo e novecentomilioni di euro è arrivato, nel 2007, a quattro miliardi e mezzo. Quest’anno supereremo i cinque miliardi. Ma questo argomento, che se aumentano le ispezioni aumenta il fatturato ispettivo e aumentano anche gli incassi reali, non è stato ritenuto un argomento valido. La nostra attività non viene ancora vista nel modo in cui la vediamo noi addetti ai lavori, o come la vedo io come Direttore Generale. Nell’istituto, quindi, bisogna ancora lavorare sulla comunicazione, sulla convinzione e sul rapporto con tutti gli altri. Qualche accenno anche sulla nuova strategia per la vigilanza. Io, ragionando da un po’ di tempo su argomenti legati al nuovo ruolo dell’istituto, penso anche a nuove strategie per la vigilanza, perchè molte cose stanno cambiando. Quattro o cinque anni fa, credo che ancora non fossi Direttore generale, in un convegno di quadri sindacali feci un accenno di questo tipo: dissi che dovevamo fare attenzione perché il mondo stava cambiando e le linee di cambiamento erano l’incredibile aumento del prezzo del petrolio che nel giro di tre o quattro anni sarebbe arrivato a 150 dollari, a causa della Cina e dei paesi emergenti che consumano energia e risorse che oggi sono a buon prezzo. Dissi ancora che il sindacato avrebbe dovuto rivedere il suo ruolo e pensarlo meglio. Ci fu anche qualche sberleffo in quella seduta, ma i fatti mi hanno dato ragione. Anche noi dobbiamo tenere conto di questo quadro che cambia per definire una nuova strategia: gli elementi per pensarla e per ragionarci ci sono tutti. Il primo è il quadro economico finanziario che governa il mondo; le competizioni fra i paesi, fra le aziende dei vari paesi, tra le consorterie internazionali, fra le multinazionali sono tali da creare situazioni complesse e talvolta difficilmente comprensibili. I costi delle materie prime creano un dislivello tra l’Italia e gli altri paesi per i quali la competizione assume forme che in qualche caso toccano i limiti della non legalità, a cominciare dalle flessibilità. Per quanto riguarda il lavoro nelle ristrutturazioni e tutta una serie di strumenti per cui le aziende, per competere in una nazione in cui, per altri quindici anni circa, il costo dell’energia sarà il 30% superiore a quello degli altri paesi, credo che ci saranno sicuramente delle reazioni. Quindi, da un lato noi abbiamo un tessuto produttivo che si deve adeguare ad una situazione molto difficile, che cerca strumenti per sopravvivere, per competere, ma, dall’altra, noi non possiamo non tener conto di quello che succede nel mondo produttivo in Italia. In questi ultimi due anni abbiamo lavorato molto e qui ringrazio l’ANIV, i rappresentanti che hanno collaborato con me, perché molte norme innovative entrassero nelle varie finanziarie o nei vari pacchetti. Cito alcune cose, per esempio il DURC. Il DURC si è generalizzato ed è quindi un potente elemento di freno all’illegalità. Il secondo elemento è il cosiddetto DURC interno. Voi avete letto le polemiche di questi giorni. Il DURC interno significa per noi rispettare un dettato preciso della legge che dice: se un’azienda vuol godere di uno sgravio contributivo e fiscale deve essere in regola con il pagamento delle imposte e dei contributi. Quindi è un DURC che, mese per mese, calcoliamo. Perciò se un’azienda vuole uno sgravio questa regolarità la deve avere. E questo è un incentivo alla legalità ed ai comportamenti corretti. L’altro elemento che tutti voi conoscete meglio di me è il discorso del sistema sanzionatorio per i cantieri. Oggi le ispezioni nei cantieri possono avere un effetto dirompente ed un effetto dissuasivo sugli elementi di illegalità. Altro ancora: la responsabilità solidale negli appalti e l’art. 2 per il settore agricolo. Sono tutti elementi per la cui realizzazione noi abbiamo collaborato con il Parlamento ed il Governo. Ma tra gli altri elementi che hanno ampliato l’area della legalità c’è anche quello della riscossione. Oggi noi abbiamo una situazione per cui le pubbliche amministrazioni non possono pagare, a fronte di contratti, se l’azienda che ha fornito il prodotto ha un debito nei confronti dello Stato. Quindi noi dobbiamo verificare, anche in questi casi, che tutti quelli che entrano in contatto con la Pubblica Amministrazione si comportino correttamente, altrimenti le fatture non vengono pagate. Ho detto: “le cifre sono quello che conta”. E le cifre sono che nel 2007, senza colpo ferire, quindi con i versamenti spontanei delle aziende, l’INPS ha incassato, parlo di cassa, 17 miliardi in più rispetto al 2006. Allora il mondo produttivo, il mondo delle aziende, quando escono le leggi, si mette, nei limiti del possibile, nella legalità e paga. Che cosa vuol dire questo? Vuol dire che si sta ampliando l’area della legalità, l’area di quelli che rispettano le leggi, pagano i contributi, le imposte e compiono tutti gli altri doveri che la società moderna impone. L’area dell’illegalità
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