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IIIª Giornata Buongiorno a tutti voi e ringraziamenti in particolare all’amico Sponchia Tre anni fa, ricordo che, con un po’ per bonomia, mi ero permesso di dire, nel mio intervento, che in fondo i colleghi INPS e quelli della Direzione Provinciale del Lavoro avevano e hanno obiettivi comuni. Con grande garbo, ma con altrettanta fermezza, il Direttore Generale Crecco corresse questo mia affermazione e disse che in effetti gli obiettivi non sono comuni. Voglio aggiustare il tiro dopo tre anni! E’ vero che alcuni obiettivi non sono comuni, ma gli obiettivi “di fondo” sono e restano comuni. Già avverto una difficoltà a parlare di “nostri” e di “vostri”. Poi vi dirò anche il perché. Oggi vorrei lanciare un’idea forse suggestiva, ancor prima di andare in pensione dopo 46 anni di attività. Io sono nato e vivo da ispettore, quindi ispettore come voi. Mi pare strano dire “noi”, “voi”, “loro”. Siamo degli ispettori! Abbiamo in comune, che cosa? La lotta al sommerso, la lotta al lavoro nero, abbiamo in comune la lotta all’elusione ed evasione contributiva. Vi pare poca cosa questa? Evidentemente è tanto. Allora, io vorrei lanciare qui un idea, se mi è consentito. Ieri proprio il Presidente dell’Enpals, una signora piuttosto energica, vivace, attiva ha detto una cosa sulla quale io ho riflettuto a lungo. Ha detto che non servono i tuttologi e che c’è necessità di diversificare le specializzazioni. Condivido questo concetto, ma proprio perché ho vissuto una vita all’interno del Ministero del lavoro mi permetto di dire che non servono i “tuttologi” ma abbiamo bisogno di trovare un denominatore comune. Non è possibile che ci si presenti all’esterno in maniera cosi sfilacciata. Noi abbiamo tutti dei limiti, (non si può fare la maxi sanzione, non si possono sospendere i lavori), ed è per questi aspetti marginali che ci troviamo ad intralciarci l’un l’altro e solo grazie alla buona volontà di noi (ispettori del lavoro, dell’INPS, degli Enti previdenziali), riusciamo a superarli. Ma con quante difficoltà! Badate L’Ispettore e la Società 53 Saluto ai convegnisti M. Principato, Direttore DRL Calabria bene però che il terzo estraneo all’amministrazione, cioè i soggetti a cui è rivolta la nostra attività di vigilanza, i nostri controlli, non riescono a distinguere tra ispettori di vigilanza degli Enti e ispettori del lavoro. Il mondo del lavoro, i lavoratori hanno bisogno di una sola cosa, una ed una soltanto, che solo noi insieme possiamo assicurare. Hanno bisogno di una tutela a 360°, non solo della tutela previdenziale, ma anche, perché no, della tutela dell’integrità fisica e della loro dignità di lavoratori. E allora tutti insieme dobbiamo garantire questa tutela. Non può essere che uno si fermi e l’altro possa andare oltre anche se in questo momento importante capisco che è un percorso in salita, difficile, che abbiamo culture diverse pur se i nostri interessi non sono del tutto diversi, per la verità, anzi spesso e sostanzialmente convergenti. Non è vero che gli ispettori di vigilanza sono fatti per recuperare solo crediti previdenziali. Non è affatto vero, non lo condivido affatto! Gli ispettori dell’INPS, come quelli del lavoro, devono poter affrontare la tutela degli assicurati a 360°. Un denominatore comune dobbiamo trovarlo. Ci fa obbligo il mondo del lavoro che sta evolvendosi. Non è possibile la frammentarietà fra i vari organi, che pure hanno un unico obiettivo: la tutela del lavoro. L’obiettivo vero di tutti deve essere la tutela del contraente più debole. Un esempio per tutti. Voi sapete che è stata istituita nel 1983, sull’onda emotiva del disastro di Marghera e di Seveso, per la diossina, una commissione
54 L’Ispettore e la Società IIIª Giornata di inchiesta, all’epoca presieduta dal compianto senatore, poi euro parlamentare, Luciano Lama, per la prevenzione tecnica nei luoghi di lavoro. Poiché si verificavano incidenti che andavano al di là della cinta muraria delle imprese si ritenne che la prevenzione dovesse essere un fatto di sanità pubblica e si trasferirono dette funzioni dall’ispettorato del lavoro alle USL, mantenendo ancora in capo agli ispettori del lavoro le funzioni di polizia giudiziaria. L’ispettorato del lavoro perdeva cosi alcune sue attribuzioni e la trasferiva alle USL. Cosa sta succedendo, in buona sostanza, da allora? Dal 1983 sta succedendo che nelle USL i funzionari preposti alla direzione infortuni effettuano dei controlli in edilizia, vedono il lavoro nero, ma sono impotenti a contrastarlo perché non hanno attribuzioni in materia. A parte il testo unico, che estende l’applicazione della materia antinfortunistica anche a quelli che non sono lavoratori subordinati, fino alla sua promulgazione c’era il problema di come fare ad applicare una norma di prevenzione infortuni se non c’erano le condizioni oggettive per farlo. L’USL sconoscevano il lavoro nero come se l’infortunio sul lavoro fosse solo un fatto tecnico di mancanza di norme provvisionali. Una situazione abnorme: l’USL va nei cantieri edili e vede solo la parte tecnica, arriva l’ispettore del lavoro e vede tutto! Ma vi pare possibile tutto questo? Non sarebbe corretto coordinare questi due organi? Abbiamo fatto anche un protocollo d’intesa, abbiamo deciso che faremo le visite insieme: noi metteremo a disposizione gli ispettori del lavoro per fare la parte della tutela previdenziale, loro metteranno i tecnici per fare la parte della prevenzione infortuni. Non è durato un mese! Mille difficoltà! E’ difficile coordinarsi all’interno di un’amministrazione, figuriamoci fra due amministrazioni diverse. Difficilissimo! Se l’ispettore del lavoro va in un’azienda con rischi si limiterà soltanto a vedere il lavoro nero e basta! Stesse esperienze possono avvenire con quelli dell’INPS, con la guardia di Finanza etc! Non ci si riesce perché abbiamo tecniche e metodiche diverse. Tutti i coordinamenti funzionano male! Solo grazie alla nostra sensibilità riusciamo a superarla! Ma il mondo del lavoro ci spinge ad andare oltre. Dobbiamo imboccare un cammino che non sarà facile ma mettiamoci insieme, però! Realizziamo culture e metodiche uguali e dirette. Abbiamo un sistema formativo diverso, non è concepibile! Abbiamo bisogno di avere un trattamento giuridico simile, poi magari ognuno resta nella propria individualità. Deve esserci una direttiva unica. Dobbiamo unificare le nostre metodiche di ispezione, dobbiamo tentare di avere un denominatore comune perché solo insieme possiamo vincere la battaglia dell’illegalità per la tutela del lavoro e del lavoratore. Grazie
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