L'Ispettore e la Società L'Ispettore e la Società - Aniv

24 L’Ispettore e la Società
Iª Giornata
pubblico di questo paese, il vostro
sia stato uno dei pezzi negli anni
più penalizzato per gli investimenti
e per gli organici, che solo adesso
aumenteranno.
Vedremo come, vedremo quanto, in
che tempi e con che problemi.
La vostra è un’area di lavoro
estremamente importante e
significativa sulla quale, è vero, io
sono d’accordo con la relazione, credo
che gli investimenti in formazione
siano ancora insufficienti. Dal punto
di vista della formazione, non so se
serve una scuola. E’ stata proposta una
scuola. E’ una scelta, una discussione
che fate voi, ma di sicuro se si vuole
traghettare il lavoro in una condizione
di legalità, in una condizione di
trasparenza, contrastando un’impresa
illegale e criminale, non c’è dubbio
che l’investimento strutturale nella
formazione di questa area delle
funzioni pubbliche sia una delle
questioni sulle quali la sinergia tra
voi, le forze sociali, nel rapporto
con il Governo potrebbe essere
tranquillamente rilanciata. Così come
io credo, e ne parliamo da anni, che
sia necessario il coordinamento tra gli
enti con tutte le forze sociali.
Penso che in una realtà come la
Calabria, in questa situazione generale
di illegalità diffusa del lavoro, con la
criminalità che gestisce direttamente
il mercato del lavoro e che fa trovare
solo il singolo ispettore che va in
una azienda, vada in qualche modo
ripensata e studiata una qualche
forma di intelligence. Io non so se
questo valga nel resto del paese, ma
qui da noi un ragionamento in questa
direzione probabilmente va fatto
anche da parte delle forze sociali tutte.
Dovremo su queste questioni, cioè su
come si recupera un’idea di impresa
che agisce nella legalità e per la
legalità, per ripristinare condizioni
minime di sicurezza, di rapporto
trasparente tra le parti, nel lavoro e
nell’impresa, dovremo costruire di
più di quanto facciamo attualmente
in loco, ma anche a livello nazionale,
forme di sinergia anche tra di noi,
che ci consentano di affrontare le
questioni con nuovi strumenti, nuove
misure.
Infatti ci sono delle situazioni qui
che, alla democrazia organizzata
e alle rappresentanze del lavoro
e dell’impresa, in qualche modo
rischiano di sfuggire di mano. Questa
mia forma di allarme viene da chi
vive in una trincea particolarmente
delicata, affronta questioni
particolarmente delicate, dove
l’intermediazione non è solo quella
nota, né tanto meno solo quella delle
cooperative.
Noi siamo in una situazione in cui voi
come operatori della vigilanza siete
sottoposti a rischio quotidiano per
come avvengono le cose.
Noi come forze sociali delle imprese
e del lavoro rischiamo di non essere
i soggetti regolatori nè del mercato
del lavoro, nè del rapporto di lavoro.
Questo non credo che sia un problema
calabrese.
Qualcuno si vergogna in questo
momento, e io sono tra questi,
che il Mezzogiorno abbia questi
immagine, ma non c’è futuro per
questo paese, se non si affronta questo
nodo della democrazia meridionale,
che non è solo un problema di
crescita economica (anche quello),
ma soprattutto un problema di
riconquistare alla Stato il governo di
queste regioni, di questi territori.
Perché qui il regolatore generale del
territorio, in molte aree, non è più lo
Stato.
Io non ho toccato alcuni punti perché
non sono un dirigente nazionale.
E scuso Fammoni perché non è qui.
Penso che voi come associazione
abbiate diversi momenti di confronto
nazionale con GCIL CISL UIL e che
ovviamente sarà quella la sede in
cui affronterete i problemi anche di
organizzazione dei rapporti tra voi ed
il sindacato.
Grazie