L'Ispettore e la Società L'Ispettore e la Società - Aniv

36 L’Ispettore e la Società
IIª Giornata
tecnica e organizzativa perché gli
ispettori di vigilanza non siano
soli di fronte a questo mondo che
è cambiato? I consulenti del lavoro
sembra che le abbiano imparate
tutte, perché la flessibilità del lavoro
è diventata maggiore, facilitando
l’evasione e l’elusione. Ogni forma
di lavoro nuovo ha la strada per non
pagare i contributi.
Allora io credo che il tema della
formazione, che qui è stato affrontato
a lungo, sia prioritario analogamente
a quello di quale strumentazione
informatica, di quali software mettere
a vostra disposizione.
Credo, inoltre, che si debbano
anche un po’ modificare i modelli
organizzativi delle ispezioni. Mi
ricordo di una telefonata fatta
con Sponchia quando è passato
il DLGS 124. Creare un clima di
collaborazione credo sia stato una
cosa importante. Ed è bene, quando si
fanno queste attività, avere il coraggio
anche di dire le cose che sembrano
andare un filino meglio! Gli ispettori
lavorano, hanno migliorato la loro
attività, però rimane un problema
di comunicazione, un problema di
visibilità del lavoro. C’è un secondo
aspetto sul quale io vorrei sentire il
parere di chi sugli ispettori lavora
da una vita, cioè quello di misurarsi
con il lavoro congiunto fra le varie
amministrazioni. Il fronte “fisco”, il
fronte “agenzia delle entrate”, il fronte
“polizia tributaria”, etc. devono, a mio
avviso, sempre più dialogare. Il nero
come lo individuiamo se non abbiamo
una interconnessione con gli aspetti
fiscali e una strumentazione anche dì
informazione che ci consente di andare
a fare ispezioni mirate e congiunte?
Credo che il potenziamento di
questa strumentazione potrebbe
rendere più efficace il nostro
lavoro perché, adesso, non è più di
moda parlare di unificazione degli
Enti. Nel dibattito che c’è stato
sull’unificazione degli enti, ogni
tanto si leggeva di “unificazione
dei corpi ispettivi”, sempre per
risparmiare, di “professionalità unica”.
Ma che senso ha l’unificazione? Sì
risparmia? Non credo! Che senso ha
in questo momento mettere assieme
le specializzazioni? O abbiamo in
mente che ci sia un soggetto tuttologo
che sa tutto delle problematiche di un
mondo del lavoro che cambia? Ma
stiamo scherzando? Oggi a mio avviso
è il momento delle sinergie, delle
collaborazioni fra le specializzazioni
che riescano a mettere in comune le
competenze per rendere più efficace
l’azione ispettiva. È un’opinione,
ma siccome si parla sempre di
pubblico impiego che non funziona,
di pubblica amministrazione che non
funziona, si dimentica che esistono
pubbliche amministrazioni dove
non ci sono sistemi di controlli e ci
sono pubbliche amministrazioni
dove da anni esistono forme di
controllo e di misurazione. Noi
siamo un microcosmo, però io ho il
mio report direzionale, attraverso il
quale misuriamo la produttività. Negli
enti pubblici non economici questa è
una consuetudine che si è creata da
lungo tempo. Allora, come si risponde
anche a questo attacco generico
alle pubbliche amministrazioni? Si
risponde con la capacità di rinnovarsi
dando dati, dando trasparenza! Queste
sfide della trasparenza vanno colte
tutte. Abbiamo le carte in regola.
E il lavoro, il grande lavoro che
l’associazione ha davanti a sé è di
capire con quali strumenti queste carte
possano essere sempre più in regola
per dare dati, per dare trasparenza! Ho
una vecchia tradizione da sindacalista.
Sono convinta che la tutela della
professione, anche dal punto di vista
economico, normativo, vada avanti
tanto in quanto c’è una credibilità
sociale su quella professione. Se
la gente è convinta che quella
professione è utile, che serve, che è
un pezzo di garanzia della comunità
allora accetta anche miglioramenti.
Se, invece il tono è sempre difensivo,
è chiaro che, invece di tutelare
meglio, si tutelano peggio i pubblici
dipendenti.
In questo senso io chiudo. Credo che
il lavoro che avete davanti sia un
lavoro veramente molto importante.
Credo che sia necessario un nuovo
rinascimento rispetto a queste sfide di
cambiamento che il mondo del lavoro,
da un lato, e il mondo del lavoro della
pubblica amministrazione, dall’altro,
ci chiedono.
Buon lavoro.