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don chisciotte pagina 104<br />
diavolo, la morte, l'angelo... risultano essere attori coi loro costumi di scena;<br />
il Cavaliere degli Specchi risulta essere Sansone Carrasco, Basilio sembrava<br />
moribondo... Tutto però ha, o potrebbe avere una spiegazione, tranne le<br />
avventure della grotta di Montesinos: che si tratti di visione, sogno, o<br />
menzogna, non viene chiarito... benché Don Chisciotte sia ac<strong>com</strong>pagnato in<br />
questa avventura da un falso erudito, si alluda a falsi eremiti o s'incontrino<br />
poi due funzionari pubblici che sono falsi asini, o un Maese Pedro, che è un<br />
falso indovino e falso burattinaio, anche se la sua falsa rappresentazione<br />
teatrale scatena un vero raptus di pazzia in Don Chisciotte, che scambia i<br />
burattini per autentici cavalieri. Sembra che tutti siano falsi, <strong>com</strong>preso Cide<br />
Hamete che si spinge a giurare <strong>com</strong>e cristiano cattolico, mettendo in un<br />
certo imbarazzo anche il Narratore, già alle prese con una falsa traduzione.<br />
Nell'episodio della contesa tra i villici per la questione del raglio, Don<br />
Chisciotte se la dà a gambe, meritandosi l'ironia di Cide Hamete: che sia<br />
veramente un falso cavaliere? Sono falsi i conti con cui Sancio monetizza la<br />
sua paga, beccandosi l'accusa di essere un falso scudiero.<br />
Con i Duchi la falsificazione arriva al massimo. Sancio sarà accusato di<br />
essere un falso cristiano; la sua vera bugia circa Dulcinea non sarà creduta e<br />
si sosterrà che la nobildonna è vittima di un vero incantesimo: lo dimostrerà<br />
una rappresentazione teatrale, con un falso diavolo, un falso Merlino, una<br />
falsa Dulcinea (interpretata da un uomo), e tutto questo è per i Duchi una<br />
realtà assolutamente divertente: arrivano al capolavoro di trasformare<br />
Sancio in falso governatore di una falsa insula, dato che siamo sulla<br />
terraferma, e Don Chisciotte sarà corteggiato da Altisidora, falsamente<br />
innamorata.<br />
Tuttavia, in questo cumulo di falsificazioni c'è qualcosa che sfugge. Nel<br />
capitolo 54 «che tratta di cose riguardanti questa storia e non un'altra»,<br />
Sancio, tornando dal suo padrone dopo aver lasciato la carica di<br />
governatore, incontra un gruppo di falsi pellegrini tedeschi. Tra questi è un<br />
suo <strong>com</strong>paesano, il morisco Ricote, emigrato a seguito dell'espulsione dei<br />
moriscos, che torna nascostamente al suo paese. Questa è una falsificazione<br />
di tutt'altro peso, talmente potente da mettere in una nuova luce il tema della<br />
falsità. Ci sono falsificazioni che, invece di coprire e nascondere la realtà, la<br />
fanno emergere con estrema chiarezza. In questo caso è il dramma di<br />
un'emigrazione forzata per ragioni di pulizia etnica. Dice Ricote:<br />
«Non si conosce il bene finché non lo si perde, e il desiderio che quasi<br />
tutti abbiamo di tornare in Spagna è così grande che la maggior parte<br />
di quelli (e sono molti) che sanno la lingua <strong>com</strong>e me, vi tornano e<br />
lasciano laggiù le loro mogli e i loro figli in abbandono, tanto è<br />
l'amore che le portano».<br />
Sembra allora che esser falsi sia l'unico modo di essere, almeno per certe<br />
persone. La cosa è piuttosto abissale e raggelante.<br />
Il falso è una rappresentazione che permette di essere se stessi, almeno in<br />
certi casi. O che permette di dire la verità.