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don chisciotte pagina 99<br />
Traduttore: apprendiamo che non rispetta l'impegno di non togliere né<br />
aggiungere nulla al testo. Prima si era limitato a <strong>com</strong>mentare il discorso di<br />
Sancio con la moglie, considerandolo apocrifo, ma lo aveva riportato; ora<br />
invece interviene direttamente sul testo, risultando anche lui riposizionato.<br />
Non è più una voce neutra, un passaggio trasparente dall'originale arabo alla<br />
versione castigliana, ma è in interprete poco affidabile <strong>com</strong>e tutti gli altri<br />
personaggi.<br />
Ne emerge una sensibilità letteraria opposta a quella di Cide, autore che più<br />
volte ha dato testimonianza della sua scrittura minuziosa, amante del<br />
dettaglio apparentemente insignificante. Il Narratore, che in precedenza ha<br />
difeso questa caratteristica dello stile di Cide, ora sembra affidarsi al<br />
Traduttore e lo segue nelle sue omissioni. Tuttavia questa è solo l'apparenza.<br />
Nella stessa pagina ci fornisce il dettaglio che Don Chisciotte si lava con<br />
cinque o sei pentoloni d'acqua, perché nella loro quantità c'è qualche<br />
divergenza. Divergenza tra chi? E che pedanteria è questa? Ha attinenza con<br />
il «proposito principale della storia»? O è piuttosto un segno evidente della<br />
stupidità del Narratore?<br />
Si potrebbe pensare che questo contrasto tra Narratore e Traduttore dimostra<br />
che il Narratore non ha cambiato il suo modo di concepire la scrittura della<br />
storia, e dunque l'omissione dei dettagli della casa di Diego de Miranda<br />
sarebbe un fatto occasionale. Che cosa può averla motivata? In generale si è<br />
visto in Diego un personaggio positivo: nobile, ma sobrio e lavoratore, con<br />
molti tratti caratteristici di un cristiano riformista. Se si accetta la mia ipotesi<br />
che il Traduttore sia ebreo, si può costruire un'interpretazione in cui la sua<br />
omissione risulta logica. I cristiani nuovi, o conversi, generalmente<br />
riformisti, erano l'unico soggetto sociale che poteva allentare la tensione sui<br />
moriscos e sui cosiddetti giudaizzanti (i cristiani «falsi», che continuavano a<br />
praticare l'ebraismo in segreto). Era però necessario che non avessero<br />
caratteristiche tali da denunciare la loro origine conversa. Se il Traduttore<br />
omette la descrizione della casa di Diego de Miranda, è logico pensare che<br />
volesse coprire qualcosa, cioè appunto oggetti che rivelassero la sua origine<br />
conversa.<br />
In ogni caso la presenza di Diego rappresenta un frammento di normalità<br />
nella storia. È un uomo del presente, e forse non è casuale che proprio il<br />
presente sia il tema della prima poesia letta da suo figlio durante la cena. Il<br />
secondo <strong>com</strong>ponimento riguarda gli amori di Piramo e Tisbe, e potrebbe<br />
sembrare un allontanamento dalla quotidianità. Ma, congedatisi dai loro<br />
ospiti, Don Chisciotte e Sancio incontrano una brigata di contadini che sta<br />
andando alle nozze di Camacho e Quiteria. È un matrimonio <strong>com</strong>binato dai<br />
genitori della ragazza, che in realtà ama Basilio fin dalla più tenera età:<br />
questo incontro riporta alla memoria proprio «i già dimenticati amori di<br />
Piramo e Tisbe». Sembra difficile credere alla casualità di questo richiamo;<br />
d'altro canto, la mia lettura parte dal presupposto che niente sia casuale nel<br />
romanzo. La vicenda di Basilio ha, a suo modo, le caratteristiche di una<br />
storia esemplare; sono perciò propenso a considerare il sonetto letto in casa<br />
di don Diego, e l'intero episodio della permanenza di Don Chisciotte in essa,<br />
<strong>com</strong>e propedeutico al contatto con questa esemplarità.