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don chisciotte pagina 65
diceva che disgrazie e avverse circostanze l'avevano ridotta in quello
stato» [DQ, I, 16].
Prima di capitare nella locanda di Maritornes, il nostro cavaliere aveva
tentato invano di inseguire Marcela: impresa impossibile, perché la pastora
rappresenta un mondo ideale lontano da quello di Don Chisciotte, tutto
proteso verso il passato. Il cavaliere può esserle vicino e solidale nella
misura in cui i suoi valori etici rispettano la libertà e la dignità personali,
come in passato la cavalleria aveva fatto, ma ora non può raggiungere
Marcela e in qualche modo costruire con lei un mondo comune: il suo
progetto di restaurazione è cieco di fronte al mondo reale e quotidiano, fatto
di persone che non vivono la propria vita letterariamente, anche se possono
ispirarsi a valori analoghi. Per esempio, perché possa vedere del buono in
Maritornes a Don Chisciotte è necessario trasfigurarla in principessa del
castello in cui la sua mente allucinata ha trasformato la locanda.
Con una singolare ironia, ricca di significato, Cervantes fa segnalare al
Narratore che l'incontro tra Maritornes e il suo amante è stato inserito nella
storia di Cide Hamete Benengeli, che, nella versione araba, ne «fa una
particolare menzione perché lo conosceva molto bene, e dicono che fosse
suo parente» [DQ, I, 16]. Dicono: chi lo dice? Si è discusso commentando il
testo di Cide? Il Narratore ha svolto un'indagine e risulta che l'affidabilità
della storia è insicura? In effetti, il Narratore loda il modo in cui Cide scrive
la sua storia, attento ai particolari quotidiani, così come hanno fatto due
autori di libri di cavalleria, che cita ad esempio. Si tratta però di autori
insignificanti, delle vere e proprie scamorze, e se Cide è uno storico come
loro, vuol dire che è preciso e bravo quanto una scamorza. Oppure abbiamo
la prova che il Narratore sia un perfetto incompetente. Comunque, Cide
Hamete Benengeli ha tirato fuori la faccenda di Maritornes e del suo
amante, ed essendo uno storico che, secondo il Narratore, non tralascia mai
di raccontare le cose più essenziali, sembra logico pensare che qualcuno,
leggendo la sua storia, si sia chiesto il perché dell'inclusione dell'episodio.
Uno storico moro, sospetto di inaffidabilità, viene rimproverato di essersi
soffermato troppo su un episodio marginale che avrebbe fatto meglio a
passare sotto silenzio, e dunque il Narratore deve giustificarlo e giustificarsi
perché riporta il racconto. Uomo semplice e di ingegno non eccezionale, il
Narratore contrappone la sua interpretazione dei fatti a chi ha mosso
critiche: ad esempio che Cide avrebbe parlato del fatto in quanto ne era
protagonista un suo parente. No, risponde il Narratore: Cide parla di cose
sostanziali, e segue un modello di storiografia noto e valido (secondo lui).
Insomma abbiamo i seguenti elementi:
a) siamo informati, e non è la prima volta, che si discute sia sulla figura di
Don Chisciotte sia sul modo in cui è stata scritta la sua storia;
b) si discute qui il rapporto adultero di Maritornes con un carrettiere che
compare qui solo nel ruolo di puttaniere: è facile attribuire ai critici una
certa titubanza dovuta a pruriti moralistici;