don chisciotte pagina 72 termine in un punto, <strong>com</strong>e una piramide a rovescio; altri ebbero inizio da gente bassa, e vanno salendo di grado in grado fino a diventare grandi signori. Così la differenza consiste nel fatto che gli uni furono, e non sono più, mentre sono gli altri che prima non erano; ed io potrei essere di questi, che, una volta accertato, il mio inizio risultasse grande e famoso, cosa di cui dovrebbe accontentarsi il re mio suocero, chiunque debba essere» [DQ, I, 21]. Cioè l'alto lignaggio di Don Chisciotte potrebbe risultare una «scoperta», ad opera di un saggio: pertanto, al momento attuale, non risulta, anzi risulta <strong>com</strong>unemente che non esista. In tale contesto di imperi sognati e insule promesse, si ha il presente dialogo: «- Sia <strong>com</strong>e Dio vuole - disse Sancio-, che io sono cristiano viejo e per essere conte mi basta. - E avanza pure [sobra: significa anche "è superfluo"], e quand'anche non lo fossi, non importerebbe nulla, perché essendo io il re, ti posso ben dare nobiltà, senza che la <strong>com</strong>pri o mi servi in alcun modo». [DQ, I, 21, 218]. Insomma, se riassumiamo alcuni temi emersi nell'analisi di un blocco di episodi del Chisciotte, si nota una certa progressione: 1) Don Chisciotte prende coscienza che esiste un problema di lignaggio, rispetto al quale la sua posizione non è molto chiara: è un uomo che sull'argomento ha un certo imbarazzo. 2) La sua concezione della cavalleria è sospetta di eresia e paganesimo. 3) Forse proprio per questo non gli impedisce di capire il valore ideale ed esemplare di una figura <strong>com</strong>e quella di Marcela, che difende dagli attacchi del volgo (ivi <strong>com</strong>presi i gentiluomini che ostentano i tratti dell'amor cortese). 4) Tuttavia questa sfera dell'ideale resta per lui irraggiungibile: Marcela si sottrae anche all'inseguimento del suo salvatore. 5) Don Chisciotte non vive nella sfera dell'ideale vero, ma in quella della realtà, dove vuole innestare un ideale folle e antistorico; scambia per castellana una prostituta, la quale peraltro è capace di gesti <strong>com</strong>passionevoli e viene presentata <strong>com</strong>e essenziale alla storia: è con ogni evidenza un personaggio positivo, a differenza di altri signori altolocati, che risultano figure negative. 6) La rotta di collisione con la chiesa appare subito dopo, ed è un'impresa in cui Don Chisciotte si distingue per valore e grandezza d'animo, disprezzando perfino la s<strong>com</strong>unica. 7) E subito dopo ancora appare una lunga, benché oscura questione nella quale il lignaggio di Don Chisciotte viene messo in discussione da una trattativa, o resa dei conti, che Cide Hamete Benengeli descrive minuziosamente, ma che il Narratore omette, pur trascurando elementi che ci permettono di ricostruire la storia: una trattativa economica nella quale i
don chisciotte pagina 73 due protagonisti si rinfacciano a vicenda di essere bastardi e privi di qualificazione genealogica, forse avidi taccagni, ebrei. Raggiunto l'accordo economico, la grande tecnica razionale del cavaliere riuscirà a rendere superfluo questo problema: Don Chisciotte e Sancio sono ormai usciti definitivamente dall'intero sistema di valori vigente nella loro epoca. Cambiando il punto di vista, e osservando la storia da quello dell'ordine costituito (religioso e politico), i nostri due simpatici matti sono diventati dei banditi.