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don chisciotte pagina 58<br />

«tuttavia, scrive Francisco Ayala, seguendo il cammino di questo<br />

realismo, calpestiamo già le soglie dell'Arcadia. La sua atmosfera è<br />

creata dallo stesso Don Chisciotte che, uguagliando a sé il suo<br />

servitore a tavola, dà inizio all'ambiente dell'idealizzazione pastorale e<br />

prepara il discorso sull'età dell'oro» 51 .<br />

Personalmente sarei propenso a dare un'altra interpretazione. Il fatto di<br />

ritrovarsi a cena con alcuni pastori fa scattare nella mente malata di Don<br />

Chisciotte la strampalata evocazione dell'età aurea, la cui descrizione è<br />

evidentemente deformata dalla demenza. Il suo discorso è lungo e<br />

contraddittorio, <strong>com</strong>e contraddittoria è la sua cavalleria; i pastori non lo<br />

capiscono, e ne risulta infastidito anche il Narratore, pratico e sano cristiano<br />

d'antica casta: «Tutta questa arringa, che si poteva benissimo evitare, disse il<br />

nostro cavaliere...» [DQ, I, 11]. È facile capire il suo fastidio: il tema dell'età<br />

aurea si trova anche nell'Elogio della follia di Erasmo, tanto per citare il<br />

primo nome che viene in mente, ma è difficile pensare che il discorso di<br />

Don Chisciotte sia serio. Cervantes lo scrive con la chiara intenzione di far<br />

ridere: mescola elementi classici e impegnativi di questo topos (ad esempio<br />

l'assenza di rapporti di proprietà, perché «mio» e «tuo» non ci sono ancora)<br />

con i tipici spropositi chisciotteschi:<br />

«Le donzelle e l'onestà andavano dovunque, <strong>com</strong>e ho detto, di pari<br />

passo, senza timore che l'altrui disinvoltura e le intenzioni lascive<br />

producessero danno, e la loro perdizione nasceva dal loro gusto e dalla<br />

loro volontà» [pausa di <strong>com</strong>mento: sta dicendo che nessuno le<br />

costringeva alla lussuria forzandone la volontà; però se volevano farlo,<br />

e decidevano di dedicarsi a <strong>com</strong>portamenti lascivi, non c'era niente e<br />

nessuno a impedirlo!]. «Ed ora, in questi nostri secoli detestabili,<br />

nessuna è sicura, neanche se la nasconde e rinchiude un altro nuovo<br />

labirinto, <strong>com</strong>e quello di Creta, perché lì, attraverso ogni fessura o<br />

l'aria stessa, con lo zelo di una maledetta sollecitazione<br />

[corteggiamento] entra il loro l'amorosa pestilenza e manda al diavolo<br />

ogni loro clausura» [Altra pausa: dunque oggi le donzelle non sono più<br />

al sicuro dall'altrui disinvoltura neanche se le rinchiudi, perché<br />

neanche un labirinto impedisce che entri in loro l'amorosa pestilenza.<br />

Cioè, finita l'età dell'oro, le donne non possono più decidere<br />

autonomamente di darsi alla lussuria?]. «E per la loro sicurezza,<br />

andando avanti i tempi e crescendo di più la malizia, fu istituito<br />

l'ordine dei cavalieri erranti, per difendere le donzelle, proteggere le<br />

vedove e soccorrere gli orfani. Di quest'ordine faccio parte io, fratelli<br />

caprai, a cui rendo grazie per l'ospitalità e la buona accoglienza che<br />

fate a me e al mio scudiero» [DQ, I, 11].<br />

Don Chisciotte vaneggia, e lo stesso Narratore aveva poco prima ironizzato<br />

pesantemente sulla faccenda delle donzelle da proteggere, mostrando<br />

l'idiozia della cosa:<br />

51 F. Ayala, Cervantes y Quevedo, cit., 34.

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