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don chisciotte pagina 83<br />
Questo fuggire nel bosco è sconfitta, alienazione e pazzia. Infatti Cardenio<br />
perde la ragione, e Don Chisciotte, che è già matto di suo, si aliena<br />
ironicamente, simulando una pazzia diversa da quella che normalmente ha.<br />
Nella situazione centrata su Cardenio, tutti i personaggi sono fuori di sé,<br />
<strong>com</strong>presi Don Chisciotte e Sancio Panza, di cui viene più volte sottolineato<br />
che crede tante sciocchezze quante il suo padrone. Questi personaggi sono<br />
fuori di sé perché sono fuori dalla realtà: in un modo o nell'altro sono<br />
allucinati.<br />
Come si diceva, in entrambe le sezioni il testo insertato nel racconto (livello<br />
d) descrive un <strong>com</strong>portamento lontano da quello ideale (livello c). Vale a<br />
dire che non rappresenta la realtà, che è piuttosto la locanda o i pastori,<br />
bensì contiene un'interpretazione sbagliata della realtà stessa, a causa di una<br />
deformazione ideologica. Nel caso di Marcela, il suo <strong>com</strong>portamento viene<br />
deformato, la si accusa di un tradimento che non ha affatto <strong>com</strong>messo, solo<br />
per aderire ai moduli schematici della poesia cortese; analogamente, il<br />
curioso impertinente deforma il tema dell'amore inquinandolo con<br />
l'ideologia dell'onore e i pregiudizi contro le donne.<br />
Dunque, Marcela è il centro di un episodio chiuso e, per così dire,<br />
autosufficiente; invece, nell'altra vicenda, si tratta di riconciliare con se<br />
stessi gli allucinati, di riportarli al reale. Questo ritorno è propiziato da una<br />
finzione teatrale. Il capo<strong>com</strong>ico obbliga i personaggi a recitare. Sancio<br />
Panza recita il ruolo dello scudiero che diventerà conte; Don Chisciotte il<br />
cavaliere che conquisterà il regno di Mi<strong>com</strong>icona, scopo della sua scesa in<br />
campo <strong>com</strong>e restauratore della cavalleria; entrambi recitano l'incontro mai<br />
avvenuto con Dulcinea: Sancio, che era stato inviato dalla dama, si guarda<br />
bene dall'andarci realmente e dal confessarlo al suo padrone.<br />
Apparentemente è una situazione simile a quella del Retablo de las<br />
maravillas, anche se qui ciascuno recita le sue speranze, più che le sue<br />
paure. Recitando, tornano alla locanda, cioè al mondo reale in cui,<br />
finalmente, i nodi vengono al pettine.<br />
Questo ritorno è in una prospettiva dinamica e storica, e il mondo<br />
ideale/provvidenziale, quello reale e quello di Don Chisciotte si intrecciano:<br />
Marcela, una volta fuggita, non veniva più trovata. C'è dunque in evidenza<br />
una realtà (l'amore, la solidarietà), che ha un senso (provvidenziale), anche<br />
se spesso gli uomini non lo riconoscono, o agiscono contro di esso; e questa<br />
realtà subisce due falsificazioni: quella della pazzia passatista di Don<br />
Chisciotte, e quella dovuta a una letteratura che si limita a riprodurre, <strong>com</strong>e<br />
mero contenitore, le ideologie <strong>com</strong>uni.<br />
Vi è poi un'altra analogia. Dopo la vicenda, fortemente idealizzata, di<br />
Marcela, la realtà tornava prepotentemente nel romanzo grazie alla figura di<br />
Maritornes. Analogamente, la realtà si affaccia nel mondo di Cardenio e<br />
della <strong>com</strong>pagnia riunita nella locanda grazie alla figura dello Schiavo<br />
fuggito dalle terre dei mori con la bella Zoraida, che vuole battezzarsi. Di<br />
fronte all'immorale storia del Curioso impertinente, lo Schiavo racconta una<br />
storia esemplare e veridica, condita dal riferimento ad episodi storici<br />
effettivamente attestati.