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don chisciotte pagina 37<br />

Lo stesso Don Chisciotte, nella seconda parte del romanzo, richiama l'idea<br />

del mondo <strong>com</strong>e teatro, idea che Erasmo collega alla follia di indossare<br />

ciascuno una maschera diversa dalla sua personalità:<br />

«L'intera vita dei mortali – scrive - cos'altro è, poi, se non un dramma<br />

in cui diversi attori si fanno avanti con maschere diverse e recitano<br />

ognuno la sua parte, finché il regista non li fa uscire di scena?» 33 .<br />

Se esiste un rapporto tra l'Elogio della Follia e il Don Chisciotte, va<br />

ricordato che in Erasmo la follia «abbraccia tutti senza discriminazioni» 34 .<br />

In quest'ordine di idee, la pazzia, che ha portato Don Chisciotte a concepire<br />

la restaurazione impossibile di un sistema di valori inattuale e non<br />

desiderabile, ha l'effetto di togliere il velo che nasconde la pazzia altrui:<br />

quella che passa inavvertita proprio perché coinvolge tutti. Per ottenere<br />

questo risultato era necessario che la pazzia del protagonista fosse<br />

presentata in modo ambiguo: non un pazzo furioso totale, ma uno che a<br />

volte sembra sano. E questo intermittente sembrare sano ai suoi<br />

interlocutori può rivelare proprio i punti in cui questi sono pazzi <strong>com</strong>e Don<br />

Chisciotte, ma non se ne rendono conto: esattamente quando la pensano<br />

<strong>com</strong>e lui, ovvero lo trovano sensato. Alla fine i confini tra pazzia e<br />

normalità sono saltati, <strong>com</strong>e già aveva immaginato Erasmo:<br />

«Se uno non s'inganna solo nella sensazione, ma anche nel giudizio, e<br />

per di più in modo non <strong>com</strong>une e sempre, si penserà allora che ha<br />

molto in <strong>com</strong>une con la pazzia [...]. Ma se questo tipo di pazzia, <strong>com</strong>e<br />

capita di solito, tende a fantasie piacevoli, arreca non poca gioia sia a<br />

quelli che ne sono affetti, sia a quelli che se ne accorgono, ma non la<br />

condividono. Infatti, questa specie di pazzia è molto più diffusa di<br />

quanto non si creda <strong>com</strong>unemente, ma i pazzi si pigliano in giro a<br />

vicenda, e l'uno fa divertire l'altro. Spesso poi capita, <strong>com</strong>e vedete, che<br />

il più pazzo metta una particolare passione nel prendere in giro il meno<br />

pazzo» 35 .<br />

In effetti è difficile pensare che tutti i personaggi incontrati da Don<br />

Chisciotte siano sani di mente. Se ci viene il dubbio che il nostro eroe si<br />

finga matto, è anche perché i suoi interlocutori sembrano spesso dei<br />

recitanti, persone che, non facendo il mestiere dell'attore, nondimeno<br />

inscenano un ruolo nella società, con una scissione nevrotica tra la loro<br />

intimità personale e la loro maschera.<br />

Don Chisciotte va nel mondo <strong>com</strong>e se entrasse in scena accolto<br />

dall'applauso del pubblico. Che il mondo sia un gran teatro, è cosa che<br />

hanno sempre saputo i mistici, i ribelli, i popolani incazzati, che hanno<br />

azzerato ogni ruolo sociale nella Danza della morte. Sono gli uomini<br />

mondani, ingenuamente, a credersi veri re, vere regine, veri duchi, veri<br />

33 ibidem.<br />

34 ibid., 107.<br />

35 ibid., 95-96.

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