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don chisciotte pagina 70<br />

risvolti olfattivi. Tanta è l'insistenza di Sancio per andar via che dice il<br />

Narratore:<br />

«Da queste lacrime e da questa così onorata determinazione di Sancio<br />

Panza deduce l'autore di questa storia [Cide Hamete Benengeli] che<br />

egli doveva essere ben nato e quanto meno cristiano-viejo».<br />

Non era insulto da poco dedurre questo carattere dalla vigliaccheria,<br />

considerato che gli antichi cristiani si facevano vanto di essere guerrieri,<br />

piuttosto che di farsela addosso. D'altro canto, l'improvviso sommovimento<br />

intestinale di Sancio era stato spiegato dal Narratore <strong>com</strong>e imprevisto frutto<br />

di circostanze occasionali:<br />

«Sembra o che per il freddo della mattina, che già veniva, o che<br />

Sancio avesse mangiato qualcosa di lenitivo, o che fosse cosa naturale<br />

- ciò che più si deve ritenere - gli venne volontà e desiderio di fare ciò<br />

che nessun altro poteva fare per lui» [DQ, I, 19].<br />

Siamo ancora a un conflitto di interpretazioni: il Narratore dice che Sancio<br />

ha una normale necessità fisiologica; Cide Hamete Benengeli dice che è un<br />

piagnone vigliacco, <strong>com</strong>e tutti i cristiani vecchi. Sancio sembra confermare<br />

la tesi di Cide. Ed è la seconda volta che, in una situazione non esemplare e<br />

non degna di imitazione, il Narratore tira in ballo l'Autore arabo e un<br />

conflitto interpretativo: è evidente che leggiamo un testo, quello di Cide,<br />

profondamente modificato dalla doppia traduzione. Ma la cosa non finisce<br />

qui.<br />

Don Chisciotte decide di affrontare l'avventura del frastuono misterioso, e<br />

dice a Sancio di aspettarlo per tre giorni: se non tornerà, vada pure a casa;<br />

egli ha disposto nel suo testamento che lo scudiero sia ri<strong>com</strong>pensato. Se<br />

invece tornerà, stia pur certo che in questa avventura potrà conquistare la<br />

famosa insula che da tempo promette. Questa faccenda del testamento non<br />

la sapevamo. Sancio, però, continua a piangere e non vuole che Don<br />

Chisciotte lo lasci solo: «Determinò di non lasciarlo fino all'ultima<br />

evoluzione e fine di quella faccenda» [DQ, I, 19]. Perché dice negocio<br />

(faccenda)? Il termine significa anche affare, negoziazione... Ed è questo il<br />

punto in cui Cide Hamete Benengeli inserisce la sua frecciata contro i<br />

vecchi cristiani.<br />

Supponiamo... Sancio teme di restare solo e maledice il giorno in cui ha<br />

lasciato la sua casa e il suo magro, ma sicuro, guadagno. Don Chisciotte lo<br />

rincuora, ricordandogli che può diventare governatore di un'insula; Sancio è<br />

indeciso tra continuare per avidità o andarsene per paura... una trattativa<br />

deve esserci stata. Come sappiamo, alla fine Don Chisciotte va al suo<br />

destino seguito da Sancio, rac<strong>com</strong>andandosi sia alla sua dama, «sia a Dio»<br />

(riferimento che l'inquisizione censura, vedendovi giustamente una nota<br />

irrispettosa... ma anche interessante richiamo delle obiezioni di Vivaldo:<br />

Don Chisciotte ne tiene conto? Vuole evitare l'accusa di paganesimo? O<br />

Cervantes fa maliziosamente peccare il Narratore di eccesso di zelo?).

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