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don chisciotte pagina 74<br />
I galeotti<br />
I critici più impegnati a trasmettere un'interpretazione tranquillizzante del<br />
Don Chisciotte negano che la liberazione dei galeotti [DQ, I] sia qualcosa di<br />
più dell'ennesimo sproposito di un matto. Gli interpreti romantici, invece, vi<br />
avevano visto un gesto eroico, l'immagine della libertà che travolge ogni<br />
tirannide.<br />
Dunque, «racconta Cide Hamete Benengeli, autore arabo e mancego [si noti<br />
la doppia qualificazione], in questa gravissima, altisonante, minima, dolce e<br />
immaginifica storia» [DQ, I, 22] che Don Chisciotte s'imbatte in una<br />
colonna di forzati incatenati, trasferiti per l'imbarco nelle galere <strong>com</strong>e<br />
rematori. Gli dicono che è gente forzada del re. Forzado significa anche<br />
«costretto con la forza», e Don Chisciotte, <strong>com</strong>e spesso fa, mette in primo<br />
piano i doppi sensi delle parole e chiede: «Come gente forzata? È possibile<br />
che il re faccia forza a qualcuno?» [DQ, I, 22]. Si muove sul terreno<br />
dell'equivoco e del gioco linguistico, <strong>com</strong>e già aveva fatto per trasfigurare<br />
Ronzinante o Dulcinea, o per evitare gli ostacoli al suo progetto (le armi<br />
limpias, cioè «bianche», ma anche «pulite»). Solo che ora il gioco sembra<br />
essere l'espediente serio per <strong>com</strong>unicare l'assurdo di un re che faccia forza<br />
alla gente. Certamente, il quadro d'insieme è sempre dominato dalla sua<br />
demenza, non diversa da quella che scambia i mulini a vento per giganti<br />
dalle lunghe braccia. Ma qui ci sono persone umane, e lui vede appunto<br />
persone umane: è sulla loro condizione sociale che le idee sembrano<br />
confuse.<br />
Gli viene spiegato che sono delinquenti condannati secondo le giuste leggi<br />
vigenti, ma questa spiegazione non sembra scalfire il punto fondamentale:<br />
«- In definitiva, replicò Don Chisciotte, <strong>com</strong>unque sia, questa gente,<br />
anche se la conducono, va per forza, e non di sua volontà.<br />
- Così è, disse Sancio.<br />
- In tal caso, disse il suo padrone, questo si accorda con l'esecuzione<br />
mio ufficio: disfare le costrizioni (fuerzas) e soccorrere e proteggere i<br />
miserabili» [DQ, I, 22].<br />
Don Chisciotte s'informa minuziosamente sulla condizione dei galeotti. Il<br />
primo è un ladro, già punito con cento frustate, e ora condannato a tre anni<br />
nelle galere. Il secondo ha confessato sotto tortura ed ha avuto duecento<br />
frustate più sei anni. Il terzo è stato condannato perché non aveva soldi per<br />
corrompere i giudici. Il quarto, «uomo dal viso venerabile», è stato<br />
condannato a quattro anni <strong>com</strong>e ruffiano e sospetto di fattucchieria. Don<br />
Chisciotte <strong>com</strong>menta che, senza questa accusa di magia, «solo perché<br />
ruffiano limpio, non avrebbe meritato di andare a vogare nelle galere» [DQ,<br />
I, 22]. Ha dunque capito perfettamente chi sono i galeotti, dove li