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VETRIOLO - ClassiciStranieri.com

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don chisciotte pagina 78<br />

cavalleresco occorre manipolare interpretativamente la realtà e considerarla<br />

sotto l'ottica dell'ideale.<br />

Sancio parte alla ricerca di Aldonza/Dulcinea, cui deve consegnare una<br />

lettera del padrone (lettera che peraltro dimentica di prendere) e si ritrova<br />

nella taverna di Maritornes. Qui convergono casualmente il Curato e il<br />

Barbiere del suo paese, insieme ad altri personaggi. Il Curato coinvolgerà<br />

tutti in una grande recita mirante a ricondurre a casa il folle cavaliere<br />

errante.<br />

Cardenio<br />

Vi sono due grandi piani narrativi che si intersecano, concentrati ciascuno in<br />

un luogo: il bosco e la taverna. Nel bosco Don Chisciotte incontra Cardenio<br />

e Dorotea, che vi <strong>com</strong>pare vestita da uomo: è la contadina ricca che il<br />

grande di Spagna Fernando ha sedotto con una promessa di matrimonio.<br />

Nella locanda si ritrovano Fernando stesso e Luscinda, oltre al Curato, al<br />

Barbiere e a Sancio.<br />

Nel bosco si sviluppa, attraverso la narrazione di Cardenio, una storia<br />

esemplare; nella locanda si organizza una messa in scena dai tratti farseschi.<br />

C'è una specularità testimoniata da molti elementi. Per esempio, nella<br />

locanda <strong>com</strong>pare il Curato travestito da donna, per esigenze sceniche, quasi<br />

a far da contrappeso a Dorotea vestita da uomo. Cervantes non si lascia<br />

scappare l'occasione per fare un po' d'ironia:<br />

«Appena uscito dalla locanda, al Curato venne in mente un pensiero:<br />

che faceva male ad essere vestito in quel modo, essendo cosa<br />

indecente per un sacerdote tale abbigliamento, benché gli stesse molto<br />

bene; e parlandone al barbiere, lo pregò di scambiare gli abiti, essendo<br />

più giusto che fosse lui a far la parte della donzella bisognosa, mentre<br />

egli avrebbe fatto lo scudiero, perché in tal modo si profanava meno la<br />

sua dignità» [DQ, I, 27].<br />

In ogni caso, una profanazione c'era. In precedenza, note ironiche sugli<br />

aspetti devozionali della religione erano già nel dettaglio che Don Chisciotte<br />

«recitò un milione di avemarie», o nella definizione di «acto general», cioè<br />

autodafé, per il rogo dei libri fatto dal Curato in casa di Don Chisciotte, o<br />

nella promessa di Maritornes di «recitare un rosario, benché peccatrice,<br />

perché Dio desse loro un buon esito in un sì arduo e cristiano affare» [DQ, I,<br />

27].<br />

Dorotea, la ragazza sedotta, appartiene a una famiglia contadina di cui è<br />

sottolineato lo status etnico: sono cristiani viejos, cui la ricchezza sta<br />

facendo acquisire gradualmente una nomea, se non proprio una condizione,<br />

di idalghia. È chiara l'allusione a un ceto sociale che, crescendo<br />

economicamente, preme per entrare nelle fila della nobiltà. All'epoca i<br />

contadini ricchi, o benestanti, erano circa il 5% della popolazione rurale.<br />

Dorotea e Marcela appartengono a questa classe, sulle cui potenzialità erano

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