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don chisciotte pagina 57<br />
convenzionali. Resta naturalmente l'ovvia consapevolezza che il mondo<br />
arcadico è un mondo ideale.<br />
Cervantes era affezionato a questo genere, a cui aveva dedicato il suo primo<br />
romanzo, la Galatea: continuava a prometterne la continuazione ancora<br />
pochi giorni prima di morire, e nel Chisciotte se ne serve per dare vita a un<br />
<strong>com</strong>plesso gioco di contrapposizioni.<br />
Il primo contrasto lo si è già visto: è quello tra la realtà e l'utopia<br />
cavalleresca; ma rifiutare questa utopia non significa accontentarsi della<br />
realtà prosaica, magari di quella delinquenziale dell'oste, o di quella<br />
apparentemente insignificante di un garzone di Don Chisciotte, citato<br />
appena all'inizio del romanzo e poi dimenticato. La realtà, con la sua<br />
consistenza materiale o col pragmatismo degli uomini di mondo, è l'enorme<br />
scoglio contro cui si frantuma ogni idea falsa, ogni teoria, ogni presunto<br />
valore o ideale concepiti in disaccordo con il modo in cui è fatta la realtà<br />
stessa. La realtà si vendica quando non ne teniamo conto, e tuttavia non si<br />
può considerarla definitiva, non modificabile, inevitabilmente ostile a ogni<br />
teoria: le appartiene un enigma che chiede di essere spiegato, una durezza<br />
che rompe le idee false ma sostiene le idee buone. È dunque logico che<br />
Cervantes, oltre a frantumare il mondo cavalleresco facendovi irrompere la<br />
realtà, si preoccupi anche di <strong>com</strong>pletare il quadro, raffigurando<br />
letterariamente un ideale nuovo, un nuovo mondo di valori.<br />
Se non vuole ricadere lui stesso nell'errore che denuncia, il suo ideale deve<br />
tener conto della realtà: essere <strong>com</strong>patibile con la realtà data. La<br />
rappresentazione cavalleresca, <strong>com</strong>e si è visto, non lo è. I suoi ideali fanno<br />
riferimento al passato: Don Chisciotte li descrive attraverso la<br />
rappresentazione di un'età aurea, intesa però <strong>com</strong>e un momento cronologico<br />
del passato, più che <strong>com</strong>e la sfera intemporale di un mito. Età aurea sarebbe<br />
ciò che storicamente è accaduto tanto tempo fa, prima che il mondo si<br />
corrompesse; questo momento aureo è stato perduto e non può più integrare<br />
il presente: il nostro eroe può solo tentare di trasformare il presente,<br />
<strong>com</strong>battendone le forme attuali e vincendo ogni loro resistenza. L'ideale<br />
arcaico può agire nel mondo <strong>com</strong>e l'evangelico lievito della terra solo dopo<br />
che qualcuno lo restaura, cioè lo impone a un mondo che, evidentemente,<br />
non ne va in cerca. Da qui il conflitto con la realtà: l'ideale arcaico non lo si<br />
trova nel presente, per la semplice ragione che ci si trovava in altri tempi. Al<br />
contrario, l'ideale nuovo a cui si ispira Cervantes ha col presente storico una<br />
relazione di contemporaneità: non è un'epoca da ricordare con nostalgia, ma<br />
un luogo, una dimensione della realtà a cui si accede semplicemente<br />
svoltando l'angolo. È appena dietro la facciata delle cose, dietro le<br />
impressioni superficiali e i pregiudizi. Più ancora: è la struttura significante<br />
delle cose stesse.<br />
Ferito e affamato, Don Chisciotte capita casualmente con Sancio Panza in<br />
un accampamento di pastori. Sono pastori normali, cioè descritti con un<br />
certo realismo: nel mondo poetico del romanzo, abitano la stessa realtà<br />
normale in cui si muovono gli altri personaggi;