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don chisciotte pagina 69<br />
ho considerato satanassi. Sempre, quando? Per tutta la durata dell'episodio,<br />
<strong>com</strong>e farebbe pensare il buon senso, o anche prima, <strong>com</strong>e fa capire la<br />
grammatica?<br />
Il baccelliere se ne va malconcio. Ma torna subito indietro per avvertire, con<br />
poco senso del ridicolo, che Don Chisciotte deve ritenersi s<strong>com</strong>unicato, «per<br />
aver messo le mani violentemente su una cosa sacra». Il nostro eroe non si<br />
s<strong>com</strong>pone e dà una magistrale lezione di dialettica al diplomato, che<br />
potrebbe far invidia a un fenomenologo:<br />
«Io so bene che ho messo le mani solo su questa lancia, tanto più che<br />
non pensavo di offendere sacerdoti o cose della chiesa, che rispetto e<br />
adoro <strong>com</strong>e cattolico e fedele cristiano quale sono, ma su fantasmi e<br />
vestigia dell'altro mondo. E quand'anche fosse così [= <strong>com</strong>e dice il<br />
baccelliere], ricordo ciò che successe al Cid Ruy Díaz, quando ruppe<br />
la sedia dell'ambasciatore di quel re davanti a sua santità il papa, per<br />
cui fu s<strong>com</strong>unicato, e quel giorno il buon Rodrigo de Vivar passò per<br />
molto onorato e valente cavaliere» [DQ, I, 19].<br />
Io non sapea che tu loico fossi... E <strong>com</strong>unque non è una s<strong>com</strong>unica a<br />
disonorare il Cid Ruy, o Rodrigo, de Vivar, personaggio storico al fondo,<br />
che prima e dopo quell'episodio è rimasto un cavaliere stimato. Alla faccia<br />
del «fedele e cattolico cristiano quale sono»! Pare proprio che la cavalleria<br />
di Don Chisciotte si collochi in una zona franca e trasversale rispetto alle<br />
definizioni etniche e alle distinzioni religiose.<br />
Certo, per valutare appieno bisogna sapere fino a che punto il Narratore<br />
riporta una versione fededegna dei fatti. Lui e il Traduttore sono,<br />
ricordiamolo, l'interfaccia tra noi lettori e la storia di Cide Hamete<br />
Benengeli, e nel capitolo successivo a quello che stavamo <strong>com</strong>mentando<br />
risultano con evidenza le tracce dei loro interventi censori. È l'avventura dei<br />
magli di una gualchiera, cioè dei bastoni di legno di una macchina per la<br />
lavorazione dei tessuti, che battono la stoffa attraverso un sistema<br />
alimentato ad acqua. I nostri eroi sentono il rumore delle bastonate nella<br />
notte e non riescono a immaginare cosa possa essere la causa di un<br />
frastuono ovviamente infernale: si presenta allora con evidenza, nella<br />
diversità delle reazioni, la differenza tra l'anima chisciottesca e quella<br />
sanciopanzesca.<br />
Dice Don Chisciotte: «Io sono nato, per volere del cielo, in questa nostra età<br />
di ferro, per resuscitarvi quella aurea, o dorata, <strong>com</strong>e la si chiama. Io sono<br />
colui per il quale sono riservati i pericoli, le grandi imprese, le valorose<br />
gesta».<br />
Dice Sancio Panza: «Io sono uscito dalla mia terra e ho lasciato figli e<br />
moglie per venire a servire vostra grazia, credendo di valere di più, non di<br />
meno...».<br />
Don Chisciotte vuole andare a vedere qual è la fonte di quei rumori orrendi<br />
in cui sospetta l'inizio di una meravigliosa avventura; Sancio vuole tornare a<br />
casa per la paura, così forte da causargli alcuni inconvenienti fisici con