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don chisciotte pagina 62<br />

latente, benché ben collegato con la struttura letteraria della vita<br />

chisciottesca» 52 . La concezione chisciottesca della cavalleria ignora le<br />

divisioni etniche. Ad esempio, nel quinto capitolo della prima parte Don<br />

Chisciotte, momentaneamente frastornato dalle botte ricevute, si identifica<br />

con il moro Abindarráez, trasformando Dulcinea nella mora Jarifa. In questo<br />

modo richiama, tra l'altro, un sorprendente ciclo letterario centrato sulla<br />

figura, poco popolare, del moro buono: secondo un'interpretazione<br />

suggestiva, questo ciclo sarebbe stato ispirato da ambienti di origine ebraica<br />

per dare un'immagine positiva del mondo arabo, accettabile alla casta<br />

dominante, per allentare la tensione interetnica. Anche in un testo teatrale,<br />

El gallardo español, sono presentati dei cavalieri mussulmani il cui<br />

<strong>com</strong>portamento non si discosta da quello della cavalleria cristiana: all'epoca<br />

si trattava di una vera e propria provocazione, e non l'unica, se si pensa che<br />

il protagonista spagnolo, per seguire la sua concezione dell'onore, finisce<br />

per <strong>com</strong>battere al fianco degli arabi.<br />

Quando Alonso Quijano - nome, diciamo così, anagrafico di Don Chisciotte<br />

- costruisce il suo personaggio e quello di Dulcinea, segue dei modelli<br />

letterari, tra cui Abindarráez e Jarifa, perché la cavalleria non è patrimonio<br />

esclusivo della cristianità. Come personaggio, egli non si porrebbe mai il<br />

problema del conflitto etnico, nel quale non trova alcun senso; sono i suoi<br />

interlocutori a porlo, perché la questione razziale ha contaminato la cultura<br />

del tempo. Per questo Vivaldo chiede spiegazioni sul lignaggio di Dulcinea,<br />

e Don Chisciotte risponde, non senza mostrare un evidente imbarazzo:<br />

«Non è degli antichi Curzi, Cai e Scipioni romani, né dei moderni<br />

Colonna e Orsini, né dei Moncada e Requesanes, [...] ma è di quelli<br />

del Toboso, lignaggio benché moderno, tale che può dare generoso<br />

principio alle più illustri famiglie dei secoli venturi. E non mi si<br />

replichi su ciò, se non alle condizioni poste da Cervino ai piedi del<br />

trofeo delle armi di Orlando, che diceva: non le muova nessuno che<br />

non sia pari a Orlando» [DQ, I, 13].<br />

Dunque, Don Chisciotte non è disposto ad accettare contraddizioni su<br />

questo argomento. Però ha detto cose interessanti. Dulcinea non è nobile:<br />

questo significa, in negativo, dire che può essere principio di nobiltà per le<br />

famiglie successive. Il suo lignaggio è definito prima non moderno, cioè non<br />

della nobiltà recente, poi moderno: è dunque moderno plebeo, cioè di<br />

famiglia plebea non antica. Ora, cosa differenzia una famiglia plebea antica<br />

da una plebea moderna? Il plebeo è plebeo, e l'unica differenza di lignaggio<br />

tra plebei è quella tra cristiani vecchi e nuovi, ovvero conversi. E altro non<br />

possiamo chiedere, perché Don Chisciotte non è disposto ad aggiungere<br />

altro. E d'altronde non appartiene alle leggi della cavalleria domandare a<br />

qualcuno di che razza è la sua dama.<br />

52 Américo Castro, Cervantes y los casticismos españoles, Alianza, Madrid 1974, 81.

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