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don chisciotte pagina 76<br />

casi: la giustizia non colpisce tutti allo stesso modo e non c'è proporzione tra<br />

colpa e castigo. È una giustizia che va avanti grossolanamente, e che in<br />

fondo ha una sola prospettiva: ridurre il colpevole in schiavitù. Dice Don<br />

Chisciotte: «Mi sembra duro rendere schiavi coloro che Dio e la natura<br />

hanno reso liberi» [DQ, I, 22].<br />

Si deve anche tener conto che l'autore del Don Chisciotte si è collocato, già<br />

all'inizio del libro, nella categoria dei carcerati, giacché informa che il libro<br />

è stato concepito in prigione. Pertanto, il ruolo della pazzia di Don<br />

Chisciotte nell'avventura dei galeotti è singolare: sottintesa a monte, essa<br />

rappresenta la spiegazione di un atto temerario, certamente «folle» in quanto<br />

non si ferma a considerare le conseguenze (prima tra tutte il fatto che i<br />

galeotti non saranno riconoscenti al suo gesto <strong>com</strong>e avviene nelle fantasie<br />

letterarie), ma anche lucidamente ribelle, et pour cause! È un'ulteriore<br />

riprova dell'inattualità della cavalleria, e dunque della natura non<br />

cavalleresca dei tempi moderni, dove viene accentuato il tragico destino del<br />

protagonista: convinto di essere atteso <strong>com</strong>e un eroe liberatore, Don<br />

Chisciotte entra in conflitto con la società del tempo e risulta un ribelle,<br />

addirittura un bandito, che deve ormai nascondersi nella Sierra Morena, per<br />

evitare la prevedibile caccia da parte della Santa hermandad, le forze<br />

dell'ordine: nella seconda parte del romanzo Sancio confesserà che si<br />

trattava di una vera e propria fuga dopo la liberazione dei galeotti.<br />

Di nuovo, <strong>com</strong>e nell'episodio di Marcela, i nostri eroi abbandonano il<br />

cammino aperto ed entrano nella parte più aspra e nascosta della Sierra. Qui<br />

vengono coinvolti nella vicenda dei due innamorati Cardenio e Luscinda.<br />

La pazzia simulata<br />

Di Luscinda è innamorato anche Fernando, figlio di un grande di Spagna,<br />

che vuole sposarla, anche se in precedenza ha sedotto una ricca contadina<br />

con una promessa di matrimonio che non ha mantenuto. Di fatto, nella<br />

prassi del tempo, una promessa di questo genere era riconosciuta <strong>com</strong>e<br />

celebrazione effettiva di un matrimonio. A seguito di una serie di equivoci,<br />

Cardenio si convince, erroneamente, di non godere più dell'amore di<br />

Luscinda e, praticamente impazzito, fugge nella Sierra Morena. Bisogna<br />

seguire, sia pure sommariamente, le <strong>com</strong>plesse vicende di questa parte<br />

dell'opera per <strong>com</strong>prenderne la sorprendente struttura.<br />

C'è anzitutto una singolare penitenza a cui Don Chisciotte si vuole<br />

sottoporre: ad imitazione di Amadigi e altri cavalieri innamoranti, vuole<br />

«diventare pazzo» per amore. Naturalmente, non essendo egli vittima di<br />

questa forma di pazzia, per imitare <strong>com</strong>e si deve questi grandi cavalieri<br />

innamorati non ha altro rimedio che fingersi pazzo. Ne deriva una situazione<br />

labirintica, in cui un pazzo, credendosi sano, decide di fingersi pazzo:<br />

«Questo è il punto, rispose Don Chisciotte: se un cavaliere errante<br />

impazzisce per una causa, non c'è niente di speciale: l'essenziale sta<br />

nell'uscir di senno senza occasione alcuna e far capire alla mia donna

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