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don chisciotte pagina 11<br />

vista attraverso gli occhi di uno o più personaggi in essa implicati,<br />

sebbene Cervantes non si identifichi con alcuno di essi, nel senso<br />

<strong>com</strong>une del termine» 2 .<br />

La sua operazione letteraria principale è la creazione di uno spazio in cui i<br />

personaggi possano agire e interagire secondo il loro carattere. Questo<br />

risultato è ottenuto abolendo la voce del narratore onnisciente che,<br />

raccontando la storia, spiega il senso degli eventi. A dire il vero c'è una voce<br />

narrante nel Chisciotte, ma non è né unica né onnisciente.<br />

Per chiarire questo punto bisogna confrontarlo con alcune situazioni diverse.<br />

In un testo medievale <strong>com</strong>e il Poema de mio Cid l'autore racconta una<br />

vicenda e fornisce una sorta di interpretazione ufficiale esplicita. All'interno<br />

del suo mondo poetico, il Cid è il personaggio che ha ragione. Non si tratta<br />

di una ragione storica: noi potremmo ricostruire, attraverso una ricerca, le<br />

ragioni degli avversari del Cid, gli Infanti di Carrión, e concludere che nel<br />

conflitto avevano ragione loro, però questo non avrebbe alcuna influenza sul<br />

poema, che resterebbe la storia dello scontro tra il personaggio buono e<br />

quello cattivo. Il narratore vede la storia secondo un punto di vista che, nel<br />

mondo poetico creato dal testo, è l'unico possibile.<br />

Questo modulo <strong>com</strong>positivo (che si ritrova ancora oggi nei film di<br />

avventura) non soddisfa più lo scrittore quando ci si trova in una situazione<br />

sociale di modernità. La modernità è la presenza contemporanea di visioni<br />

della vita diverse e divergenti, per descrivere le quali occorre una struttura<br />

<strong>com</strong>plessa. Fernando de Rojas, nella Celestina, sopprime la figura<br />

dell'autore-narratore e presenta direttamente i personaggi con i loro conflitti.<br />

Noi possiamo facilmente capire che Rojas ha una sua chiara visione del<br />

mondo, ma formalmente il suo testo è <strong>com</strong>posto solo dalle parole<br />

pronunciate dai personaggi, ciascuno con i propri interessi e strategie di vita,<br />

e implica dichiaratamente un conflitto di interpretazioni: lo schema<br />

buono/cattivo non è applicabile e, a parte il prologo, non c'è una sola frase<br />

della Celestina in cui possiamo vedere con certezza l'esposizione di un'idea<br />

che, oltre ad appartenere al personaggio che la pronuncia, appartenga anche<br />

all'uomo Fernando de Rojas.<br />

Qualche decennio dopo, Francisco Delicado, nella Lozana andaluza, studia<br />

un modulo nuovo, introducendo un personaggio chiamato Autore. Costui,<br />

<strong>com</strong>e personaggio, dice che osserva una scena e poi, in casa, la rievoca<br />

mentalmente e la trascrive. Questo gli permette di restare ancorato alla<br />

realtà, nella linea del realismo di Rojas, e di adottare al tempo stesso un<br />

punto di vista unico (l'io narrante, a cui Rojas aveva rinunciato). Non si<br />

tratta però del ritorno alla prospettiva unica del Mio Cid: includendosi egli<br />

stesso <strong>com</strong>e personaggio nella sua opera, Delicado sembra avvertire che ha<br />

dato una visione unilaterale consapevolmente; non fornisce una verità<br />

assoluta e indiscutibile, ma solo ciò che appare guardando la società da un<br />

2 E. Riley, op. cit., Mulino, Bologna 1988, 91.

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