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don chisciotte pagina 9<br />
secondo un ordine sociale non solo indiscutibile, ma addirittura<br />
provvidenziale: si è nobili o plebei per decreto divino.<br />
Queste trasformazioni, che probabilmente sarebbero state in<strong>com</strong>prensibili<br />
per un uomo del Duecento, si ac<strong>com</strong>pagnano alla persistenza di forme<br />
cortesi dell'amore, alla celebrazione letteraria del duello, della lealtà e<br />
dell'avventura, del gesto eroico: è una cosa singolare. È una forma di<br />
tradizionalismo in cui confluiscono la nostalgia e l'ideologia: un fossile<br />
vivente, nei panni di Don Chisciotte, si aggira per le strade della Mancia.<br />
Bisognerà allora dedurne che Cervantes è un nostalgico che critica il<br />
presente con il cuore rivolto al passato?<br />
Per la verità, in Cervantes non c'è affatto un rifiuto del presente (nonostante<br />
vi sia una critica della quotidianità), e quando pensa al passato non lo<br />
osserva solo con gli occhi del rimpianto. Sa coglierne gli elementi positivi,<br />
ma è perfettamente in grado di capire se un'istituzione antica è o non è<br />
anacronistica: quando critica il presente, non aspira a fermare il corso della<br />
storia o a restaurare qualcosa, ma vuole cambiarlo, facendo appello alle<br />
potenzialità ricche e positive delle persone che vi vivono.<br />
D'altra parte nel Cinquecento erano molte le cose da cambiare. Un certo<br />
sviluppo dell'urbanizzazione e la continua crescita dell'inflazione (dovuta<br />
all'afflusso dei metalli preziosi dall'America) determinavano una migrazione<br />
interna dalle campagne verso le città, che non riescono ad assorbirla. Si<br />
formano vaste aree di sottoproletariato e cresce il vagabondaggio. Tuttavia<br />
non crolla la produzione agricola, data la necessità di rifornire i centri<br />
urbani. Il lavoro agrario, anzi, vede forme di modernizzazione, grazie anche<br />
all'ingresso dei borghesi nello sfruttamento delle terre e l'uso di manodopera<br />
salariata. Si sviluppa l'attività finanziaria su scala internazionale,<br />
s'intensifica la colonizzazione del nuovo mondo, in cui 150.000 coloni<br />
spagnoli risiedono stabilmente alla fine del secolo. Però i salari crescono<br />
meno dell'aumento dei prezzi (la forbice massima si ha tra il 1585 e il<br />
1600): aumentano così i profitti degli imprenditori che si servono di<br />
stipendiati, mentre i livelli più bassi della nobiltà si vedono costretti a<br />
vendere le terre. C'è dunque una situazione sociale in movimento, ma le<br />
possibilità di una modernizzazione vengono presto frustrate. La nobiltà non<br />
lascia spazio alla borghesia e approfitta più che può della crisi politica di<br />
fine secolo.<br />
Lo stato spagnolo, alle prese con guerre costose e scarsamente produttive di<br />
vittorie, con il banditismo in Catalogna, s'indebita e va in bancarotta nel<br />
1557, nel 1575 e nel 1596, senza contare la bancarotta del Portogallo<br />
(annesso alla corona spagnola) nel 1560. Si tenta di uscire dalla crisi<br />
economica con una politica di privatizzazioni, di cui si avvantaggerà l'alta<br />
nobiltà. La diffusione del latifondo mette in crisi i piccoli proprietari<br />
agricoli e aumenta la povertà. I nobili, approfittando della crisi della<br />
monarchia, spadroneggiano e ostentano una pompa e uno sfarzo mai visti.<br />
Perdura la presenza opprimente dell'inquisizione che, soprattutto verso la<br />
fine del Cinquecento, rafforza il pugno di ferro contro conversi, eretici,