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don chisciotte pagina 97<br />
Benedetto Allà!<br />
Tanto nella prima quanto nella seconda parte del romanzo Don Chisciotte e<br />
Sancio escono in cerca dell'avventura alla fine del settimo capitolo; in<br />
entrambe le parti, per ragioni diverse, i primi capitoli sono introduttivi.<br />
Nella prima parte si presenta il personaggio e lo si fa uscire da solo perché<br />
venga armato cavaliere; nella seconda si fa precedere l'avventura sul campo<br />
dalla discussione sui temi della veridicità, della nobiltà e del salario,<br />
attraverso cui i personaggi sono riposizionati in vista di una nuova<br />
situazione narrativa. E quando infine il Cavaliere esce allo scoperto, Cide<br />
Hamete Benengeli esclama: «Sia benedetto il potente Allà!», ripetendo per<br />
tre volte questa benedizione.<br />
Don Chisciotte, cavaliere cristiano senza paura e, forse, senza macchia, esce<br />
all'avventura ac<strong>com</strong>pagnato dalla benedizione di Allà pochi anni dopo<br />
l'espulsione dei moriscos, avvenuta nel 1609 in modo abbastanza traumatico<br />
per la società del tempo: questo sorprendente esordio prelude a una serie di<br />
spiazzamenti per il lettore che, venendo dalla conoscenza della prima parte,<br />
aveva forse altre aspettative. È un lettore ansioso di conoscere altre genialità<br />
del personaggio: sa chi è Don Chisciotte e quanto sia fantasioso Cervantes.<br />
Trova - ed è una bella idea - che la prima parte diventa un tema letterario<br />
trattato nella seconda, quando si discute del libro su Don Chisciotte; si legge<br />
il pistolotto sulla veridicità delle storie, trova un Don Chisciotte che dalla<br />
sua concezione della cavalleria ha dedotto tesi sovversive circa il rapporto<br />
tra nobiltà e sangue; se ha una certa cultura, gli sembrerà di riconoscere<br />
vecchie tesi erasmiste in odor di eresia, e quindi scopre di avere tra le mani<br />
un testo in cui si benedice Allà <strong>com</strong>e se fosse la cosa più naturale del mondo<br />
e, <strong>com</strong>e se non bastasse, si ritrova con un Don Chisciotte che sembra non<br />
farsi imbrogliare dalle apparenze ingannevoli della realtà. Davanti al carro<br />
che conduce gli attori coi loro abiti di scena, dice: «Appena ho visto questo<br />
carro, ho immaginato che mi si presentava una grande avventura; e ora dico<br />
che bisogna toccare con mano le apparenze per disingannarsi» [DQ, II, 11]:<br />
è il capovolgimento del Don Chisciotte che attaccava le greggi di pecore<br />
prendendole per eserciti. Più ancora: è un Don Chisciotte che, al primo<br />
scontro con Sansone Carrasco, alias Cavaliere del Bosco, alias Cavaliere<br />
degli Specchi, vince -semplicemente. Che cosa è diventata questa storia?<br />
Tutto sembra essere in continuità con la prima parte, e tutto è cambiato:<br />
persino Sancio - si dice - si va facendo ogni giorno meno sciocco e più<br />
discreto. Tutto è uguale e tutto è diverso: d'improvviso ci troviamo <strong>com</strong>e<br />
davanti a uno specchio.<br />
Don Chisciotte vede la realtà così <strong>com</strong>e è. A volte pensa che sia tale per<br />
causa di un incantesimo: cavaliere sincero, crede a Sancio che gli assicura di