Villa, I signori de Aquaneis.. - Sistema bibliotecario Milano Est
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Storia in Martesana - N° 4 - 2010<br />
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l’istituzione di un sistema fiscale che sottoponesse le proprietà di campagna <strong>de</strong>gli aristocratici alla<br />
contribuzione a favore <strong>de</strong>lla città, “inquadrando e disciplinando, ove non fosse possibile eliminarli,<br />
anche i nuclei giurisdizionali dipen<strong>de</strong>nti dai più potenti enti ecclesiastici” 20 .<br />
I due schieramenti politici contrapposti che si andavano formando non erano, certo, tanto omogenei<br />
come questa schematica <strong>de</strong>scrizione potrebbe far cre<strong>de</strong>re.<br />
“Ciascuna <strong>de</strong>lle due parti compren<strong>de</strong>va in realtà militi feudali e proprietari di terre e di case,<br />
mercanti e prestatori ad interesse” 21 eppure si può dire che la loro “visione <strong>de</strong>l mondo” fosse<br />
nettamente e spesso radicalmente diversa, proprio come lo erano le opposte strategie di governo,<br />
come acca<strong>de</strong> anche oggi in molti partiti mo<strong>de</strong>rni al di là <strong>de</strong>gli interessi individuali <strong>de</strong>i singoli<br />
componenti 22 .<br />
Tutto, si può dire, in effetti conduceva quasi naturalmente la fazione popolare a scontrarsi<br />
duramente “con quei gruppi nobiliari che rappresentavano un insieme di rapporti feudali o<br />
semifeudali e che avevano ancora una parte importante nella vita reale <strong>de</strong>l contado milanese” 23 .<br />
In questo quadro storico, economico e giuridico molto complesso, più che le vicen<strong>de</strong> <strong>de</strong>i singoli<br />
individui ci interessano quelle <strong>de</strong>lle famiglie. Sia perché dal punto di vista <strong>de</strong>gli interi nuclei<br />
famigliari risulta più chiaro come il profilo sociale e culturale complessivo di una famiglia “di<br />
popolo” fosse sostanzialmente differente da quello di una famiglia nobile, sia perché, soprattutto in<br />
questa fase storica, era proprio “l’unità famigliare allargata” a costituire nella città e nel contado<br />
medievale un forte “gruppo socio-politico che si distingueva per la relativa omogeneità <strong>de</strong>i suoi<br />
membri ed era solitamente portata ad agire come un’entità compatta, tesa alla trasmissione ed alla<br />
conservazione di strumenti di potere, indiretti come il patrimonio fondiario o diretti come<br />
l’esercizio <strong>de</strong>lle cariche” 24 .<br />
Un’azione, quella <strong>de</strong>lle famiglie, intesa non solo e semplicemente come “pura occupazione di spazi<br />
di potere”, ma svolta tutta all’interno <strong>de</strong>lle istituzioni comunali e perciò <strong>de</strong>lle strutture organizzative<br />
più significative ed influenti nel governo locale: gli organismi rappresentativi ed amministrativi, le<br />
corporazioni di mestiere, le vicinie, le parrocchie.<br />
Se a<strong>de</strong>sso ritorniamo a Melzo per leggere la documentazione coeva, ci accorgiamo subito di un<br />
particolare importante: le carte melzesi <strong>de</strong>l tredicesimo secolo riguardano quasi sempre i terreni che<br />
si trovano ad Ovest <strong>de</strong>ll’abitato, cioè a fianco <strong>de</strong>l corso <strong>de</strong>l Molgora e perciò a ridosso <strong>de</strong>lle mura<br />
occi<strong>de</strong>ntali, e talvolta, ma molto meno di frequente, i fondi che si trovano a Sud, oltre la Porta <strong>de</strong>tta<br />
<strong>de</strong>lla Scoladrera, dove c’era la chiesetta <strong>de</strong>dicata a San Paolo. Non ci sono, invece, carte che si<br />
riferiscano a compravendite o affitti di terreni posti ad <strong>Est</strong> e specialmente a Nord-<strong>Est</strong> <strong>de</strong>ll’abitato.<br />
Prima <strong>de</strong>lla fase finale <strong>de</strong>l Duecento il paesaggio <strong>de</strong>lla campagna di Melzo - che sarà indicato come<br />
borgo per la prima volta in una carta nel 1219, e che nella documentazione coeva è chiamato ancora<br />
frequentemente Meleso 25 - doveva apparire profondamente diverso da quello che siamo abituati ad<br />
20<br />
PAOLO GRILLO, op. cit., p. 15.<br />
21<br />
Ibi<strong>de</strong>m.<br />
22<br />
“Possiamo trovare insieme, con diseguale dosaggio, persone di tutte le categorie: vassalli, cavalieri, <strong>signori</strong> rurali,<br />
proprietari di terre nel contado e di case in città, mercanti, imprenditori, prestatori a interesse” ha scritto a questo<br />
proposito Cinzio Violante “ma nondimeno la linea politica dominante che, superando gli interessi <strong>de</strong>i singoli<br />
componenti, i due gruppi riuscivano a esprimere era sostanzialmente diversa, mirava a risultati economici diversi e<br />
aveva significato sociale diverso”. Si veda la Prefazione a ROSARIO ROMEO, Il comune rurale di Origgio nel Secolo<br />
XIII, Il Saggiatore, 1992, p. X.<br />
23<br />
Si può leggere utilmente, a questo proposito, ROSARIO ROMEO, Il comune rurale di Origgio nel Secolo XIII, op.<br />
cit., soprattutto alle pp. 79 e seguenti.<br />
24<br />
H. NEVEUX, Poteri informali e reti familiari nelle comunità rurali, in Poteri carismatici e informali: chesa e società<br />
medioevali, Palermo, 1992, p. 62. Si veda anche R. BORDONE, Le élites cittadine nell’Italia comunale (XI-XII secolo),<br />
1988, e il suo invito “ad incentrare la ricerca sui nuclei familiari, passando per un’indagine capillare in grado di<br />
documentare gli spostamenti nella stratificazione sociale operati dalle singole famiglie”.<br />
25<br />
A questa regola ci sono sempre più frequentemente <strong>de</strong>lle eccezioni rappresentate anche da alcune carte <strong>de</strong>lle quali<br />
parlerò più avanti. Proprio gli ultimi anni <strong>de</strong>l sec. XII sono quelli nei quali la <strong>de</strong>nominazione mo<strong>de</strong>rna incomincia a<br />
convivere con quella più antica, ma non ancora a soppiantarla.<br />
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