Villa, I signori de Aquaneis.. - Sistema bibliotecario Milano Est
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Storia in Martesana - N° 4 - 2010<br />
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terreni avvenuta nel 1173 a Paullo 148 , non sembra però in grado di aiutarci affatto, a meno di<br />
pensare, in mancanza di qualunque altro appiglio possibile, che proprio una famiglia benestante<br />
Negroni di Vignate, <strong>de</strong>l tutto sconosciuta agli archivi, sia stata associata all’i<strong>de</strong>a di costituire la<br />
cappellania melzese così come ne era stata coinvolta la famiglia Aquania di Gorgonzola, che però,<br />
non dimentichiamolo, posse<strong>de</strong>va il terreno sul quale si era costruita la chiesa.<br />
I contratti contenuti nei faldoni <strong>de</strong>i notai attivi a Melzo conservati all’Archivio di Stato di <strong>Milano</strong><br />
sono davvero molti e gli atti relativi sono alcune migliaia, perciò è davvero lontano il giorno, se mai<br />
ci sarà, in cui li avrò controllati tutti. Non posso affermare che non esistano carte capaci di ricordare<br />
la presenza melzese <strong>de</strong>l cognome <strong>de</strong> Nigris e perciò di un suo componente impegnato a comprare o<br />
ven<strong>de</strong>re o affittare a Melzo un bene qualulque che richie<strong>de</strong>sse l’atto di un notaio, ma fino ad oggi<br />
sono riuscito a trovarne una sola, ed è molto tarda rispetto al transumptus. Si tratta di un atto nel<br />
quale il notaio Genesio da Ello, nell’ottobre 1445, certifica che un certo Bettino <strong>de</strong> Co<strong>de</strong>ferrus<br />
affitta un edificio a un Giovanni <strong>de</strong> Nigris figlio di Azollo, “ubi dicitur in contrata <strong>de</strong> Putei Lupi”.<br />
Ora, a parte il nome piuttosto inquietante di una contrada che nessuno aveva mai nominato prima 149 ,<br />
questa carta finora <strong>de</strong>l tutto isolata, e datata oltre due secoli dopo la fondazione <strong>de</strong>lla cappellania,<br />
non aggiunge nulla al poco che sappiamo, o se preferite aggiunge poco al nulla che sappiamo.<br />
Strano davvero, perché oggi il cognome Negri è presente a Melzo con diverse famiglie che però,<br />
evi<strong>de</strong>ntemente, sono giunte nel nostro comune in epoca posteriore 150 .<br />
Deve trascorrere quasi un secolo, nel borgo di Melzo, perché sulla presenza a Melzo <strong>de</strong>i <strong>de</strong> Nigris<br />
sia possibile rintracciare una notizia d’importanza <strong>de</strong>cisamente maggiore. Possiamo leggerla<br />
parecchio tempo più tardi, in un memoriale scritto nel 1620 per narrare le passate vicen<strong>de</strong> <strong>de</strong>lla<br />
congregazione laica più importante <strong>de</strong>l borgo, la Scuola di Santa Maria <strong>de</strong>i Poveri 151 . L’autore,<br />
anonimo, racconta che nel 1531 “sotto gli 6 d’aprile furono dati alcuni beni stabili in pagam.to alli<br />
<strong>de</strong>putati di <strong>de</strong>tta Schola dagli heredi di una Giovannina <strong>de</strong> Negri, vedova di un Gio. Antonio<br />
Nerello, quali beni furono subito dalli Deputati venduti alli frati di Baggio”. Qui, naturalmente,<br />
importa notare che se dopo il primo quarto <strong>de</strong>l Cinquecento una famiglia composta dagli heredi di<br />
una Giovannina <strong>de</strong> Negri ce<strong>de</strong>va “in pagamento alcuni beni stabili” tra i quali una cascina (con i<br />
terreni circostanti, si <strong>de</strong>ve presumere) alla Scuola <strong>de</strong>i Poveri - come conferma indirettamente<br />
un’altra fonte coeva 152 questa famiglia <strong>de</strong> Nigris doveva essere, o essere stata, <strong>de</strong>cisamente ricca. La<br />
notizia di queste loro transazioni non può rivelarci chi fossero i <strong>de</strong> Nigris, da dove venissero, quali e<br />
quanti altri beni posse<strong>de</strong>ssero nel nostro borgo, né riesce a spiegarci come mai per almeno tre secoli<br />
le carte non ci abbiano mai parlato di loro, ma è perlomeno in grado di confermarci la presenza a<br />
Melzo di una <strong>de</strong>lle famiglie <strong>de</strong>i fondatori <strong>de</strong>lla cappellania, le cui tracce cre<strong>de</strong>vamo perdute. Se<br />
leggiamo i nomi di tutti i canonici <strong>de</strong>lla diocesi elencati nel Liber Seminarii Mediolanensis <strong>de</strong>l<br />
1564, una generazione abbondante più tardi, troviamo un sacerdote Francesco <strong>de</strong> Negri titolare di<br />
un canonicato presso la chiesa <strong>de</strong>i santi Gervaso e Protaso di Gorgonzola e <strong>de</strong>l canonicato <strong>de</strong>i santi<br />
Alessandro, Sisino e Martirio di Brivio, mentre il sacerdote Jo. Antonio <strong>de</strong> Negri ha il canonicato <strong>de</strong><br />
148 Finis, 1173, Paullo, nel Codice Diplomatico <strong>de</strong>lla Lombardia Medievale.<br />
149 “De puthei Lupi” significa “Pozzo <strong>de</strong>i Lupi”, ma qui Lupi potrebbe essere semplicemente un cognome.<br />
150 Il transumptus afferma anche che un terreno conferito alla cappellania dal Dominus <strong>de</strong> Ga<strong>de</strong>rinus si trova “dove<br />
dicono ad Sanctum Paulum” e confina, oltre che con “la selva <strong>de</strong>i <strong>de</strong> Canibus”, anche con un appezzamento che<br />
appartiene a “Nigro <strong>de</strong> Peggiorano”. In questo caso però, pur tenendo conto <strong>de</strong>ll’inevitabile in<strong>de</strong>terminatezza che la<br />
lettura di queste carte ci lascia, mi pare più che probabile che Nigro <strong>de</strong>bba ritenersi un nome di battesimo o forse anche<br />
un soprannome, ma non un cognome.<br />
151 “Sommaria relatione <strong>de</strong>l stato passato et p.nte <strong>de</strong>l luogo pio di S.ta Maria <strong>de</strong> Poveri di Melzo” (sul bordo sinistro in<br />
alto altra scritta: “Status antiquus et mo<strong>de</strong>rnus loci pii S.ctae Mariae Pauperum Meltii”) in ASDMi, Visite Pastorali,<br />
sez. X, Pieve di Melzo, vol. 18, 1620.<br />
152 I “frati di Baggio” posse<strong>de</strong>vano una cascina di Melzo (non si sa quale fosse) secondo il censimento <strong>de</strong>lla<br />
popolazione svolto nel 1530, cioè un anno prima (si veda la mia Storia di Melzo) e con ogni probabilità era proprio<br />
questo il bene venduto loro dalla Scuola <strong>de</strong>i Poveri. La minima contraddizione temporale (1530 anziché 1531) tra le due<br />
fonti non è la sola riscontrabile nel memoriale <strong>de</strong>l 1620 e non ha, qui, alcuna importanza.<br />
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