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Villa, I signori de Aquaneis.. - Sistema bibliotecario Milano Est

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Storia in Martesana - N° 4 - 2010<br />

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Fig. 2. Una rappresentazione <strong>de</strong>l Naviglio <strong>de</strong>lla Martesana, la cui costruzione <strong>de</strong>terminerà molte<br />

<strong>de</strong>lle migrazioni <strong>de</strong>lle famiglie nobili milanesi nei secoli successivi<br />

Nei secoli di cui ci stiamo occupando i rapporti tra città e contado cambiano continuamente, e in un<br />

breve volgere di anni si assiste, molto di frequente, a fasi nelle quali prevale la spinta verso<br />

l’inurbazione - quando molte famiglie <strong>de</strong>lla campagna milanese, arricchite dai frutti <strong>de</strong>i propri<br />

terreni e alla ricerca di un consolidamento e di un riconoscimento <strong>de</strong>l proprio nuovo status sociale e<br />

di un futuro diverso per i propri figli, cercano fortuna nella città - alle quali, negli anni successivi, si<br />

succedono processi opposti, che vedono la riscoperta <strong>de</strong>l contado da parte <strong>de</strong>i milanesi più ricchi in<br />

cerca di buoni investimenti.<br />

Senza dimenticare le conseguenze <strong>de</strong>lle guerre frequenti, con il loro effetto distruttivo per le<br />

campagne, e gli esiti spesso imprevedibili <strong>de</strong>lle varie contese per la supremazia politica nello Stato<br />

milanese, che ve<strong>de</strong>vano susseguirsi fasi di collaborazione ed alleanza economica e militare tra la<br />

città capoluogo e le terre <strong>de</strong>lla campagna, seguite da periodi caratterizzati da contrasti e diffi<strong>de</strong>nze<br />

reciproche, e che si conclu<strong>de</strong>vano con profondi rivolgimenti nelle gerarchie <strong>de</strong>l potere capaci di<br />

<strong>de</strong>terminare effetti favorevoli o disastrosi anche per alleati e avversari sparsi nel contado 55 .<br />

Qualche secolo dopo, non ci sarebbe dunque nulla di sorpren<strong>de</strong>nte, pensavo, se solo due <strong>de</strong>lle “sei”<br />

famiglie fondatrici <strong>de</strong>lla cappellania avessero mantenuto una presenza attiva ed un ruolo di<br />

preminenza economica più o meno pronunciata nel paese dove avevano vissuto e <strong>de</strong>tenuto beni al<br />

principio <strong>de</strong>l tredicesimo secolo, mentre le altre quattro famiglie, col passare <strong>de</strong>l tempo, lo avevano<br />

ormai abbandonato.<br />

55 “Uno <strong>de</strong>gli aspetti più significativi che contraddistingue particolarmente il profilo di <strong>Milano</strong> fin nel Duecento” -<br />

scrive PATRIZIA MAINONI in La fisionomia economica <strong>de</strong>lle città lombar<strong>de</strong> dalla fine <strong>de</strong>l Duecento alla prima metà<br />

<strong>de</strong>l Trecento. Materiali per un confronto, Pistoia, 2001 - “sembra essere stata la simbiosi tra città e territorio. Questa è<br />

l’ottica con cui la più celebre <strong>de</strong>scrizione di città che possediamo per il Duecento lombardo, il De Magnalibus<br />

Mediolani di Bonvesin dalla Riva, guardava al rapporto fra città e campagna. L’esito fu il rafforzarsi <strong>de</strong>lla mentalità che<br />

ve<strong>de</strong>va città e campagna come un unico spazio indifferenziato. Solo nel Quattrocento la resi<strong>de</strong>nza in città da molte<br />

generazioni divenne la discriminante, almeno teorica, fra il civis a pieno titolo e l’immigrato anche facoltoso. Altri<br />

fattori contribuiscono a sottolineare la complessità <strong>de</strong>ll’interazione fra civitas e territorio: una parte <strong>de</strong>i cives, iscritti<br />

nelle liste d’estimo cittadine, non risie<strong>de</strong>va in città, per lo meno non continuativamente. Se l’origine rurale di buona<br />

parte <strong>de</strong>lle famiglie urbane è fenomeno generale, come il fatto che continuassero a posse<strong>de</strong>re terre in campagna, a<br />

<strong>Milano</strong> la consistenza <strong>de</strong>l numero <strong>de</strong>i cives non resi<strong>de</strong>nti sembra avere costituito almeno nel primo Duecento un<br />

problema, in quanto la ten<strong>de</strong>nza sarebbe stata quella di go<strong>de</strong>re <strong>de</strong>l privilegio <strong>de</strong>lla cittadinanza senza condivi<strong>de</strong>re gli<br />

obblighi connessi alla vita urbana”.<br />

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