Villa, I signori de Aquaneis.. - Sistema bibliotecario Milano Est
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Storia in Martesana - N° 4 - 2010<br />
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Il transumptus indica come fondatori <strong>de</strong>lla cappellania di Sant’Andrea gli autori <strong>de</strong>lla donazione<br />
“in libris” fatta “dai <strong>signori</strong> <strong>de</strong> <strong>Aquaneis</strong>, <strong>de</strong> Ello e <strong>de</strong> Ga<strong>de</strong>rino e <strong>de</strong> Lampergis e <strong>de</strong> Albignano e<br />
<strong>de</strong> Nigris seu Rubeis, insieme ed in singolo e con l’intervento di “Marchesius <strong>de</strong> Ello, abitanti <strong>de</strong>l<br />
Borgo di Melzo” 14 .<br />
Fig. 1. L’elenco <strong>de</strong>i fondatori <strong>de</strong>lla cappellania nel transumptus<br />
Sono, apparentemente, sei famiglie in tutto, ed anche sulla base <strong>de</strong>lla semplice logica, cioè senza il<br />
conforto <strong>de</strong>lle numerose carte che ne documentano le proprietà coeve, ognuno potrebbe <strong>de</strong>durre che<br />
tutti e sei questi nuclei parentali, fin dalla fase finale <strong>de</strong>l secolo prece<strong>de</strong>nte, facevano parte <strong>de</strong>l<br />
gruppo ristretto <strong>de</strong>i melzesi più potenti e più facoltosi. Se aggiungiamo altri quattro cognomi - i<br />
Rozza, che assistono all’atto e lo controfirmano per non appartenendo all’elenco <strong>de</strong>i fondatori - i <strong>de</strong><br />
Canibus, i <strong>de</strong> Soresina e i <strong>de</strong> Pegiorano che compaiono come proprietari confinanti <strong>de</strong>i terreni<br />
assegnati alla cappellania - abbiamo un totale di dieci famiglie che possono rappresentare una buona<br />
base di partenza per indagare quali fossero le famiglie melzesi più in vista nella prima parte <strong>de</strong>l<br />
tredicesimo secolo, e sui loro <strong>de</strong>stini successivi.<br />
In quella frase <strong>de</strong>l transumptus, ogni volta che la rileggevo, mi hanno sempre interessato soprattutto<br />
due particolari. Perché mi apparivano strani e sorpren<strong>de</strong>nti, e mi disturbavano perché non riuscivo a<br />
compren<strong>de</strong>rli.<br />
Il primo, che in realtà non esisteva perché dipen<strong>de</strong>va solo dalla mia ignoranza, era questo: quale<br />
senso avesse indicare il cognome di uno <strong>de</strong>i fondatori come “<strong>de</strong> Nigris seu Rubeis”, espressione<br />
che in italiano più o meno suona come “<strong>de</strong> Negri o piuttosto <strong>de</strong> Rossi”. Se qualcuno si chiama<br />
Negri, o De Negri, che cosa significa dire che sarebbe la stessa cosa chiamarlo Rossi, o <strong>de</strong> Rossi?<br />
possedimenti siti in altri luoghi, compren<strong>de</strong>ndo esplicitamente nell’obbligo anche coloro che abitavano a <strong>Milano</strong> solo<br />
pochi mesi all’anno senza essere cittadini.<br />
14 Nel transumptus sono molto poche le indicazioni circa i nomi di battesimo <strong>de</strong>i soci fondatori: il signor Aquaneus si<br />
chiama Jacomolo, il signor Ga<strong>de</strong>rinus si chiama Gabriele. Altri nomi si trovano nell’elenco <strong>de</strong>i proprietari <strong>de</strong>i terreni<br />
confinanti con quelli conferiti alla cappellania o tra quelli <strong>de</strong>i testimoni: tra i primi ci sono i fratelli Jacobo, Guidotto e<br />
Vincenzo <strong>de</strong>tti <strong>de</strong> Canibus ed altri due fratelli che si chiamano Nigro e Baldoli <strong>de</strong> Pegiorano, mentre viene citato anche<br />
un Marchisius Lamperghus. Tra i presenti all’atto c’è un altro Lampergo, Serbelforte, che si firma “ego Serbelforti<br />
Lampergi <strong>de</strong> Burgo Meltio notarius tradidi et subscripsi”. Fra i testi troviamo anche un frater Gerardus <strong>de</strong> Albignanis e<br />
un Franciscus Niger filius Gulielmi che dovrebbero essere due congiunti <strong>de</strong>i fondatori, oppure, ancora più<br />
probabilmente, i rappresentanti <strong>de</strong>lle loro famiglie: di essi e di tutti gli altri testimoni, il notaio scrive che sono “omnes<br />
<strong>de</strong> dicto burgo Meltio”, cioè sono tutti melzesi.<br />
Si noti, infine, che il fondatore Dominus Gbr. (forse Gabriele) <strong>de</strong> Ga<strong>de</strong>rinus conferisce alla chiesa anche una sua terra<br />
giacente “dove dicono ad Sanctum Paulum” e confinante con un terreno di Nigro <strong>de</strong> Peggiorano, con la proprietà di un<br />
Guidotto <strong>de</strong> Canibus e con una “selva che è <strong>de</strong>tta <strong>de</strong>i Cani e <strong>de</strong>i suoi nipoti”. Questo campo, che è di ventidue pertiche,<br />
è donato al prete Tassius Aquaneus “tempore vita sua”, ed in seguito, se lui non avesse eredi maschi, sarà assegnato al<br />
presbitero Johannes Ga<strong>de</strong>rinus, l’altro religioso di Sant’Andrea, anche lui, perciò, appartenente ad una <strong>de</strong>lle sei<br />
famiglie.<br />
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