Villa, I signori de Aquaneis.. - Sistema bibliotecario Milano Est
Villa, I signori de Aquaneis.. - Sistema bibliotecario Milano Est
Villa, I signori de Aquaneis.. - Sistema bibliotecario Milano Est
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
Storia in Martesana - N° 4 - 2010<br />
________________________________________________________________________________<br />
Airoldus <strong>de</strong> Roza a Casorate nel maggio 1198, ricordato tra i “vicini et consules” investiti <strong>de</strong>i<br />
terreni di proprietà <strong>de</strong>l monastero di Morimondo. A <strong>Milano</strong>, nel febbraio 1176, uno “stallus subtus<br />
coopertus” <strong>de</strong>lla chiesa di Santa Tecla ha tra i proprietari confinanti un Ambrosius Rozius. Si<br />
potrebbe proseguire ancora, ma si tratterebbe di un semplice esercizio 218 .<br />
La più vecchia notizia melzese relativa ai Rozza che io conosca - non quella con la data più antica,<br />
ma quella che si riferisce agli anni più antichi - è proprio il transumptus, che pur essendo datato<br />
1345 ci riporta alla realtà melzese <strong>de</strong>l principio <strong>de</strong>l tredicesimo secolo. In un lungo e meticoloso<br />
elenco di terreni melzesi <strong>de</strong>l 1262, già citato, vari <strong>signori</strong> Rozza compaiono sette volte tra i nomi<br />
<strong>de</strong>i proprietari, ma siccome quell’elenco riguarda solo una parte <strong>de</strong>i fondi melzesi è molto probabile<br />
che quell’anno le proprietà <strong>de</strong>i Rozza fossero già più numerose ed estese. Tra l’anno di fondazione<br />
<strong>de</strong>lla cappellania e l’attestazione di questi beni melzesi <strong>de</strong>i Rozza corrono, molto probabilmente, dai<br />
trenta ai cinquant’anni, un periodo lungo, durante il quale è probabile che la fortuna melzese <strong>de</strong>lla<br />
famiglia si fosse accresciuta. Ciò che invece non è affatto noto, e mi piacerebbe molto sapere, sono i<br />
particolari <strong>de</strong>lla vicenda melzese <strong>de</strong>i Rozza prima <strong>de</strong>gli anni di fondazione <strong>de</strong>lla cappellania. Non<br />
sappiamo bene quando la famiglia sia giunta a Melzo, non sappiamo esattamente da dove. Viste le<br />
difficoltà di trovare tracce più consistenti di altre nella moltitudine di Rossi e De Rossi ovunque<br />
diffusi, anche le ricerche svolte per trovare notizie circa una famiglia Rozza abitante nel nostro<br />
circondario non consentono ancora di attestare la presenza melzese di questa importante famiglia<br />
almeno due, tre o quattro generazioni prima <strong>de</strong>lla costruzione <strong>de</strong>lla chiesa di Sant’Andrea e <strong>de</strong>lla<br />
costituzione <strong>de</strong>lla sua cappellania.<br />
Ciò che ci è riuscito almeno in parte per alcuni <strong>de</strong>i fondatori, in altre parole, si rivela molto più<br />
difficile proprio nel caso <strong>de</strong>lla famiglia di gran lunga più ricca, importante e potente <strong>de</strong>l borgo di<br />
Melzo nei secoli che qui ci interessano, dal dodicesimo al quattordicesimo, e ancor più in quelli<br />
successivi. Non mi pare dubbio, infatti, che soprattutto la seconda metà <strong>de</strong>l secolo <strong>de</strong>l transumptus<br />
abbia visto la fortuna <strong>de</strong>i Rozza, letteralmente, moltiplicarsi. Ci sono due documenti davvero<br />
<strong>de</strong>cisivi per valutare appieno tutta l’importanza e la gran<strong>de</strong> ricchezza <strong>de</strong>lla famiglia verso gli anni<br />
finali nel Trecento. Il 20 marzo 1386 veniva concessa “la possessione <strong>de</strong> Cassago al nobile<br />
Marchollus Rozius figlio di un certo Michaellis Rozius abitante in Melzo, il quale aveva acquistato<br />
la qualifica di Affittuario Generale <strong>de</strong>’ Beni e <strong>de</strong>i redditi <strong>de</strong>l Priorato di Pontida” dal Priore<br />
maggiore, il cardinale francese Filippo d’Alençon, vescovo di Ostia e componente <strong>de</strong>lla stirpe reale<br />
<strong>de</strong>i Valois. Pochi giorni dopo avere beneficiato di quella concessione, Marcollo Rozza usava il suo<br />
diritto di subaffittare i fondi di Cassago - che consistevano in terreni, sediminas, domus et cassinas,<br />
cioè costruzioni varie, case e cascine - alle principali famiglie nobili e ai vari massari di quel paese,<br />
contro il pagamento annuo, per dieci anni, di 112 ducati d’oro “boni, justi et fortis” 219 .<br />
Per la seconda serie di carte dobbiamo ringraziare gli storici <strong>de</strong>l comune di Assago, che riportano<br />
con gran<strong>de</strong> evi<strong>de</strong>nza il testo di un istrumentum rogatum, un contratto stipulato attraverso un atto<br />
notarile il giorno 22 dicembre 1381, cinque anni prima <strong>de</strong>l prece<strong>de</strong>nte, nel quale i <strong>signori</strong> Ambrogio<br />
218 Per Caponago si veda la Carta terrarum ecclesie <strong>de</strong> Vicomercato in Caponago in ASMi, AD, Pergamene, cart. 610,<br />
n. 1 [A]. Regesto, Catalogo <strong>de</strong>lle pergamene, vol. IV, fasc. n. 88. Per Lodi, originale in AMV Lodi, Pergamene, tab. 1<br />
[A]. Regesti: Gavazzi, Regestum, f. 182v, n. 1016; Gavazzi, Inventarium, p. 122, n. 1016; Bonomi, Synopsis, p. 46, n.<br />
60. Per Brescia, Nave, la Breve investiture <strong>de</strong>l 15 ottobre 1178. Per Casorate la Carta investiture <strong>de</strong>l monastero di<br />
Morimondo, 1198 giugno 11 e 1201 novembre 11, Casorate, in ASMi, AD, Pergamene, cart. 688 [A]. Copia semplice<br />
<strong>de</strong>l sec. XIII, Regesto da A. Bonomi, Morimun<strong>de</strong>nsis, pp. 567-568, n. 281. Per <strong>Milano</strong> si veda la Carta libelli in ASMi,<br />
Religione p.a., cart. 144, cass. 5, M, n. 2 [A].<br />
219 I Sindaci di Cassago, a nome proprio e <strong>de</strong>lla Comunità intera, sottoscrissero il contratto di affitto che venne stipulato<br />
a Melzo dai due notai Mafiolus <strong>de</strong> Busso (da Bussero) e, guarda caso, Marcholus <strong>de</strong> Ello. Il locatore conce<strong>de</strong>va loro di<br />
“tenere, laborare, gau<strong>de</strong>re, ussufructum possi<strong>de</strong>re et percipere” le diverse proprietà <strong>de</strong>l monastero. Il contratto aveva<br />
validità a partire dalla festa di San Martino e oltre all’affitto annuale di 112 ducati d’oro preve<strong>de</strong>va l’aggiunta di dodici<br />
capponi “bonos, pulchros ac ydoneos”, da consegnare a Marcollo Rozza ogni anno a Melzo nel giorno <strong>de</strong>lla festa di<br />
Ognissanti. Per la concessione di Pontida si veda: Pubblico istrumento rogato il 20 marzo 1386 da Odorichus Nicholaus<br />
chierico <strong>de</strong>lla diocesi di Aquileia, di cui il cardinale d’Alençon era patriarca commendatario. Per l’affitto <strong>de</strong>i beni di<br />
Cassago si veda: ASMi, Possessi Foresi, f. 309.<br />
________________________________________________________________________________<br />
96