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Villa, I signori de Aquaneis.. - Sistema bibliotecario Milano Est

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Storia in Martesana - N° 4 - 2010<br />

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Lampergo al dominus Francesco <strong>de</strong> Angleria figlio di Onofrio, per motivi che qui non ci<br />

interessano. Non è molto importante nemmeno sapere che il dominus Battista Baroni aveva ottenuto<br />

un incarico prestigioso non molto lontano da Melzo, anche se per esercitarlo si era trasferito dal<br />

nostro borgo, spiegando la sua scomparsa dal censo <strong>de</strong>lla popolazione svolto due anni prima. Ci<br />

interessa invece, e molto, la circostanza che nel documento, lungo quattro pagine, il pretore di<br />

Vailate viene nominato quattro volte, e solo la prima volta il notaio lo chiama Bap.ta Baronis da<br />

Ello, ma le volte successive scrive, nell’ordine, Bap.ta Barono, Bap.ta Baronus e l’ultima, col nome<br />

scritto per intero, Baptista Baroni 206 .<br />

Infine, troviamo l’ultimo indizio - ma è una sorta di prova <strong>de</strong>l nove - ancora una volta nel rapporto<br />

<strong>de</strong>lla visita <strong>de</strong>ll’arcivescovo Fe<strong>de</strong>rico, il quale, osservando la tomba riservata ai proprietari ripete<br />

l’osservazione già trovata nelle note <strong>de</strong>l suo pre<strong>de</strong>cessore, scrivendo: “Sepulchrum unum a<strong>de</strong>st ad<br />

formam ad usum familia Baronorum”. Se è possibile che il Cardinale in questo caso si sia limitato a<br />

copiare il cognome dal rapporto <strong>de</strong>lla visita prece<strong>de</strong>nte, nelle righe seguenti possiamo leggere<br />

l’elenco completo <strong>de</strong>i beni conferiti all’ex-cappellania, tra i quali ci sono una vigna di 25 pertiche<br />

che ha come proprietari confinanti “a meridie Domini Cesaris Baroni, a sero heredum Antonii<br />

Baroni, a monte prefati D.ni Cesaris Baroni”. Anche in questo caso, e per tre volte, semplicemente<br />

Baroni, non Baroni da Ello 207 . Tre secoli dopo che Albertus <strong>de</strong> Cento <strong>de</strong> Ello, un individuo migrato<br />

dal paese <strong>de</strong>ll’alta Brianza, nel 1262 veniva ricordato con il suo cognome di provenienza forse<br />

perché era diventato uno <strong>de</strong>i due consoli di Melzo, un’altra famiglia da Ello “riconquista” il proprio<br />

cognome in omaggio al ruolo molto rilevante ormai <strong>de</strong>finitivamente acquisito, dopo tanto tempo,<br />

nella località di <strong>de</strong>stinazione. Il successo <strong>de</strong>lla famiglia ha <strong>de</strong>terminato il processo linguistico<br />

opposto: ora, sempre più di frequente perlomeno sui documenti ufficiali, è il vero cognome che<br />

finalmente soppianta l’uso <strong>de</strong>l predicato che indicava il luogo di provenienza.<br />

Un mucchietto d’indizi non fanno una prova, come Perry Mason ripeteva al tenente Tragg e al<br />

procuratore Burger nei romanzi di Stanley Gardner; Nero Wolfe però diceva spesso che “in un<br />

mondo fatto di causa ed effetto, tutte le coinci<strong>de</strong>nze sono sospette”. Mi sembra ormai<br />

sufficientemente stabilito che almeno qualcuno <strong>de</strong>i <strong>signori</strong> Baroni resi<strong>de</strong>nti a Melzo nella seconda<br />

parte <strong>de</strong>l sedicesimo secolo aveva il cognome completo di Baroni da Ello, anche se non possiamo<br />

giurare che tutte le famiglie Baroni abitanti a Melzo si chiamassero nello stesso modo. Ed uno di<br />

questi <strong>signori</strong> Baroni, che posse<strong>de</strong>va diversi terreni a Melzo nel 1605, si chiamava Cesare, proprio<br />

come il personaggio che secondo la curia milanese <strong>de</strong>teneva ancora insieme ai Lampergo i diritti di<br />

patronato di Sant’Andrea. Ricordate? “Varia instrumenta plebis Mentii ... ad revocandum in<br />

pristinum Statum Jus et Patronatus Caesaris Baroni <strong>de</strong> Ello et Joan Antonii <strong>de</strong> Lampergis...”. Se<br />

così fosse, e credo proprio che fosse così, la presenza tra i melzesi <strong>de</strong>lla seconda metà <strong>de</strong>l<br />

Cinquecento di quel Marchexo Baroni sopra ricordato sarebbe davvero molto sospetta, perché, oltre<br />

ad appartenere a una famiglia molto nota e forse anche piuttosto ricca, quel tale, se ci pensate,<br />

avrebbe avuto lo stesso nome e “cognome” non solo di quel domino Marchixio dicto Mazolino <strong>de</strong><br />

Ello che nel mese di aprile <strong>de</strong>l 1431 aveva comprato e venduto una vigna di Melzo, ma anche <strong>de</strong>l<br />

personaggio ancora misterioso presente all’atto di donazione <strong>de</strong>scritto nel transumptus.<br />

La verifica <strong>de</strong>ll’ipotesi ci porta ad acquisire quattro risultati.<br />

206 Gli atti originali sono compresi nella raccolta <strong>de</strong>l notaio Paolo Regni custodita all’Archivio di Stato di <strong>Milano</strong>,<br />

Notarile. Le copie di tutti questi atti notarili, così come quelle di tutte le altre carte citate in questo studio, sono state da<br />

me consegnate al Centro Studi “Guglielmo Gentili” di Melzo, per essere inserite tra i documenti sulla storia cittadina, e<br />

dove si possono consultare.<br />

207 “Item petia terra vinea, ubi dicitur il Pilastrello, cui coheret a mane bona Domini Bernardi Scotti, a meridie Domini<br />

Cesaris Baroni, a sero heredum Antonii Baroni, a monte prefati D.ni Cesaris Baroni, pert. 25 tab. 23 ped. 10”. Al<br />

contrario, in un altro passo <strong>de</strong>l rapporto <strong>de</strong>dicato ai beni di Sant’Ambrogio, nominando altri componenti di un’altra<br />

famiglia da Ello il Cardinal Fe<strong>de</strong>rico dimostra di saperla distinguere dalla prima e la chiama, semplicemente, da Ello:<br />

“Item petia terra vineae ubi dicitur Il Grumo, cui coheret a mane Bona D.ni Francisci <strong>de</strong> Ello”.<br />

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