30.05.2013 Views

Villa, I signori de Aquaneis.. - Sistema bibliotecario Milano Est

Villa, I signori de Aquaneis.. - Sistema bibliotecario Milano Est

Villa, I signori de Aquaneis.. - Sistema bibliotecario Milano Est

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Storia in Martesana - N° 4 - 2010<br />

________________________________________________________________________________<br />

affrontare, perché, lo ricordo, il notaio Dossi elenca “i <strong>signori</strong> <strong>de</strong> Ello”, ma subito dopo specifica “e<br />

con l’intervento di Marchesius <strong>de</strong> Ello”, ritenendo purtroppo superflua la fatica di spiegarci perché<br />

solo i da Ello, quel giorno, fossero in due. Fin dai primi anni <strong>de</strong>l Duecento, tutte le carte melzesi<br />

riguardanti estimi di terreni contengono almeno un riferimento ai da Ello, nominati quasi sempre<br />

come proprietari, molto spesso come massari o affittuari. Le carte <strong>de</strong>i notai dal Quattrocento al<br />

Seicento confermano la stessa impressione, mentre anche i censimenti certificano senza ombra di<br />

dubbio e con maggiori <strong>de</strong>ttagli quali e quante famiglie chiamate da Ello abitassero a Melzo.<br />

In questo caso, perciò, basterà fare solo qualche esempio.<br />

Qualche pagina più indietro ho ricordato che una dichiarazione fiscale <strong>de</strong>l 1243 <strong>de</strong>lla Scuola<br />

milanese di Santa Maria Beltra<strong>de</strong> indicava l’esistenza di un terreno melzese <strong>de</strong>tto ad Castaneas <strong>de</strong><br />

Ello, perchè in quegli anni la presenza anche di un solo castagno era sempre ricordata per il gran<strong>de</strong><br />

valore <strong>de</strong>i suoi frutti. Se prima <strong>de</strong>lla metà <strong>de</strong>l Duecento un terreno di Melzo veniva già indicato<br />

come “castagneto <strong>de</strong>i da Ello”, anche in questo caso occorre pensare che il cognome fosse già<br />

conosciuto e riconosciuto in paese da parecchio tempo. Tre anni più tardi, sabato 17 febbraio 1246,<br />

tre sorelle milanesi cedono a una quarta sorella e a un’altra nobildonna la proprietà di alcune terre di<br />

Magenta, Melzo e Lischa<strong>de</strong>llo 174 . Sono cinque terreni melzesi, 27 pertiche in tutto, ed i primi<br />

quattro sono dati in affitto a un Lanfranco da Ello per due moggi di frumento l’anno; non solo: tra i<br />

proprietari confinanti ce ne sono addirittura sei che si chiamano Anselmi, Lanfranchus, Ottonis,<br />

Alberti, Ioannisbelli e Ossoni da Ello. Nello stessa carta, infine, uno <strong>de</strong>i terreni viene chiamato “ubi<br />

dicitur ad Ellum”, e anche qui dovrebbe valere la stessa regola: quando un nome entra a far parte<br />

<strong>de</strong>l linguaggio popolare attesta la notorietà <strong>de</strong>gli individui cui si riferisce. Basterebbero già questi<br />

due esempi per verificare la presenza a Melzo, verso la metà <strong>de</strong>l tredicesimo secolo, di alcune<br />

famiglie da Ello che risultano proprietarie di fondi, e di altre famiglie chiamate allo stesso modo,<br />

ma il cui capofamiglia era un massaro o un semplice affittuario.<br />

Un esempio ancora più evi<strong>de</strong>nte è rintracciabile nell’estimo già ricordato <strong>de</strong>l 1262, una carta molto<br />

lunga perché si occupa di numerosi fondi di Melzo: se proviamo a sommare tutti i nomi <strong>de</strong>gli<br />

individui chiamati da Ello che vi sono citati, troviamo anzitutto quello di uno <strong>de</strong>i due consoli di<br />

Melzo, Albertus <strong>de</strong> Cento <strong>de</strong> Ello, seguito da un solo proprietario che si chiama Lanfrancus, e<br />

quindi da numerosi massari, che si chiamano Lanfraschetus, Osano, Anselmo <strong>de</strong> Osano, Albertus <strong>de</strong><br />

Girardo, Redulfus, Zanebello <strong>de</strong> Usano <strong>de</strong> Ello e l’ultimo, Alberto <strong>de</strong> Girardo <strong>de</strong> Ello, <strong>de</strong>finito<br />

“massari dicte ecclesie”, che come si <strong>de</strong>duce dal testo è quella di Sant’Alessandro 175 . Si potrebbe<br />

proseguire per molto tempo, elencando altre carte, ma non è necessario. Credo di avere già<br />

dimostrato a sufficienza la presenza di fin troppi da Ello, ma insieme anche la compresenza, che<br />

proseguirà nei documenti <strong>de</strong>i secoli successivi, di alcune famiglie da Ello che possiamo consi<strong>de</strong>rare<br />

piuttosto ricche e di altre più povere. Gli atti notarili melzesi <strong>de</strong>l sedicesimo e diciassettesimo<br />

secolo nominano infinite volte individui chiamati da Ello e parecchi di loro vengono citati anche<br />

come consoli o sindaci. Due esempi. Un atto che per Melzo è storicamente molto importante,<br />

stipulato nel borgo il 17 maggio 1386 - il subaffitto <strong>de</strong>lla Possessione di Cassago alle principali<br />

famiglie di quel luogo da parte di Marchollus Rozius, cioè Marcollo Rozza, che ne <strong>de</strong>teneva i diritti<br />

of Sherlock Holmes”, Roma, 1991, p. 12). Ma la citazione che preferisco, tratta da una storia di Nero Wolfe, è sempre<br />

stata questa: “In un mondo fatto di causa ed effetto, tutte le coinci<strong>de</strong>nze sono sospette”. Fin qui Ginzburg. Quanto alla<br />

effettiva possibilità di valersi <strong>de</strong>l metodo da lui indicato nell’indagine storica, ed in questa in particolare, le<br />

insufficienze che i lettori avranno modo di constatare non sono certo da attribuire al metodo, ma alla mia scarsa capacità<br />

di applicazione.<br />

174 Originale in ASMi, Religione, Pergamene, <strong>Milano</strong>, Sant’Apollinare, cart. 359, n. 57. Testo riportato in “Gli Atti <strong>de</strong>l<br />

Comune di <strong>Milano</strong>...”, op. cit., Atto n. CDLXVII, pp. 676-681. Le venditrici si chiamano Pasqua, Catelina e Beluisio<br />

figlie di ser Fe<strong>de</strong>rico <strong>de</strong> Opreno, le nuove proprietarie sono Giulia loro sorella e Pietra, figlia di Enrico <strong>de</strong> Puteo, cioè<br />

da Pozzo, o dal Pozzo.<br />

175 MARIA FRANCA BARONI e ROBERTO PERELLI CIPPO, Gli Atti <strong>de</strong>l Comune di <strong>Milano</strong> nel Secolo XIII (1251-<br />

1262), vol. I, op. cit., doc. n. CCCXLI, pp. 363-368. Originale presso ASMi, Religione, Pergamene, <strong>Milano</strong>, Decumani<br />

<strong>de</strong>l Duomo, cart. 390, n. 60.<br />

________________________________________________________________________________<br />

66

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!