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Villa, I signori de Aquaneis.. - Sistema bibliotecario Milano Est

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Storia in Martesana - N° 4 - 2010<br />

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- viene rogato da due notai, uno <strong>de</strong>i quali si chiama Marcholus <strong>de</strong> Ello 176 . Nel secolo successivo,<br />

esercitano nel nostro borgo i notai Genesio da Ello, attivo dal 1431 al 1450 e che ho già ricordato al<br />

principio di questo studio, e Giovanni Francesco da Ello, attivo dal 1499 al 1506. Si può anche<br />

ricordare che il primo notaio, Genesio, compare in una Grida <strong>de</strong>lla Repubblica Ambrosiana <strong>de</strong>l 3<br />

maggio 1449, nella quale sono elencati dodici individui provenienti da Melzo che la comunità ha<br />

<strong>de</strong>signato come propri rappresentanti 177 . E’ proprio il notaio Genesio che, nel 1431, registra un atto<br />

di acquisto da parte di due fratelli, Marchixio dicto Mazolino (Marchisio <strong>de</strong>tto Mazzolino) et<br />

Christoforo fratribus <strong>de</strong> Ello, figli di un dominus Porollus, che insieme a Bassiano figlio di<br />

Lazarolus comprano un terreno con una vigna (petia una terre vinee partim avidate) presso il ponte<br />

<strong>de</strong>lla Muzza (ubi dicitur ad Pontem sive ad Mulicham) luogo che ve<strong>de</strong> tra i proprietari confinanti<br />

alcuni loro parenti (cui coheret a mane Bertrami et Constantis fratrum <strong>de</strong> Ello). Nello stesso giorno,<br />

i due fratelli melzesi da Ello e il loro socio vendono la stessa vigna ad un altro parente, Petrolo <strong>de</strong><br />

Ello, che come precisa il notaio era “figlio <strong>de</strong>l fu dominus Pietro di <strong>Milano</strong>, <strong>de</strong>lla Parrocchia di<br />

porta Romana”, il quale dà subito il terreno in affitto a Pietro <strong>de</strong> Ello figlio <strong>de</strong>l fu Giovandolo, un<br />

coltivatore di Melzo, ed a Francescolo suo figlio 178 .<br />

Per il nostro discorso, questo atto è, a suo modo, davvero esemplare. Un notaio che esercita a Melzo<br />

e si chiama da Ello registra due transazioni riguardanti una vigna che si trova a Melzo, dove tutti i<br />

protagonisti, venditori, compratori ed affittuari, si chiamano da Ello, ma con due particolari<br />

notevoli: i primi due acquirenti (che <strong>de</strong>vono essere benestanti, e sono figli di un dominus) e l’unico<br />

affittuario sono <strong>de</strong>i da Ello melzesi, ma il secondo compratore è un da Ello milanese, figlio di un<br />

Pietro anch’egli chiamato dominus, che perciò è un milanese ricco la cui famiglia proveniva da Ello<br />

esattamente come quelle a suo tempo immigrate a Melzo i cui discen<strong>de</strong>nti, oggi, ven<strong>de</strong>ranno un<br />

terreno a suo figlio. Inoltre, come non sarà certo sfuggito al lettore, uno <strong>de</strong>i due fratelli protagonisti<br />

<strong>de</strong>l primo atto d’acquisto <strong>de</strong>l terreno melzese si chiama Marchixio <strong>de</strong> Ello, esattamente come<br />

quell’altro dominus che circa due secoli prima, secondo il più controverso documento medievale<br />

melzese, era presente alla fondazione <strong>de</strong>lla cappellania di Sant’Andrea. Il censimento <strong>de</strong>lla<br />

popolazione <strong>de</strong>l 1530 segnala tra i 145 capifamiglia di Melzo la presenza di sette da Ello, tre<br />

probabilmente ricchi (Ambrosio, Lorenzo e Margaritta) quindi un calzolaio (Antonio) ed un altro<br />

artigiano (mastro Antonio) per finire con due braccianti (Diminico e Francesco).<br />

Lo Stato <strong>de</strong>lle anime, mezzo secolo dopo, segnala sei capi di casa con lo stesso cognome: mastro<br />

Bene<strong>de</strong>tto, che ha quattro figli ma anche altrettanti servitori e perciò <strong>de</strong>v’essere un uomo<br />

importante, mastro Marcho Antonio con un servitore, l’artigiano mastro Zanfirmo che si chiama<br />

come un console melzese <strong>de</strong>l 1565, e due vedove (Maddalena e Martha) oltre a Jo. Ambro, Bassano<br />

e Francesco, dal mestiere sconosciuto. Se aggiungiamo mogli, sorelle e figli arriviamo al numero<br />

complessivo di 33 da Ello, il cognome nettamente più numeroso <strong>de</strong>l paese allo sca<strong>de</strong>re <strong>de</strong>l secolo.<br />

Dal catasto di Carlo V <strong>de</strong>l 1545 sapevamo che l’insieme <strong>de</strong>i da Ello posse<strong>de</strong>va in tutto 293 pertiche<br />

nel territorio di Melzo, poco più <strong>de</strong>i Lampergo che si fermavano a 242. Nella moltitudine <strong>de</strong>i da<br />

Ello censiti a Melzo, però, apparentemente non c’è traccia <strong>de</strong>l personaggio che ci interessa di più:<br />

quel Cesare Barone da Ello che secondo un <strong>bibliotecario</strong> <strong>de</strong>ll’archivio <strong>de</strong>lla diocesi <strong>de</strong>teneva con<br />

Giovanni Antonio Lampergo i diritti <strong>de</strong>lla cappellania di Sant’Andrea.<br />

La nascita <strong>de</strong>i cognomi, che avviene a partire dall’anno Mille e prosegue nei due secoli successivi, è<br />

dovuta alla forte crescita <strong>de</strong>mografica e, di conseguenza, all’accentramento in vari luoghi di una<br />

gran<strong>de</strong> quantità di popolazione che doveva essere i<strong>de</strong>ntificata in modo diverso rispetto al passato,<br />

quando al nome di battesimo si facevano seguire il nome <strong>de</strong>l padre o un soprannome. Il cognome fu<br />

176 ASMi, Possessi Foresi, f. 309.<br />

177 La Grida è trascritta nell’appendice <strong>de</strong>l secondo volume <strong>de</strong>lla mia “Storia di Melzo”.<br />

178 Atto <strong>de</strong>l notaio Genesio da Ello <strong>de</strong>l 16 aprile 1431, come si legge nella dichiarazione in calce al contratto: “Actum in<br />

dicto burgo Melzii in via publica iusta domum habitationis suprascripti Antoni venditoris et pronotaris fuerit ibi<br />

Angelinus <strong>de</strong> Lischa<strong>de</strong>lo fq. d. Filippi”.<br />

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